Giovani protagonisti. Sara Elefante, mozioni ed emozioni che hanno sostenuto (e sostengono) "una passione proporzionale agli stimoli"

Una passione proporzionale agli stimoli

di Sara Elefante (*)

A distanza di poco più di un anno eccomi qui a scrivere le emozioni e le mozioni che hanno accompagnato i miei anni di studio fino ad oggi.

Ci sono sempre stati momenti in cui ho pensato di fare “tutto e niente” nella mia vita.

Forse perché ho sempre avuto, o meglio scelto,  una vita frenetica, vissuta facendo  una serie di cose diverse che credevo incompatibili tra loro. La sola scelta universitaria, optando per una laurea in Scienze Politiche, con la passione dedita al volontariato che pratico dalla età di 16 anni mi sembrava già stonasse.

Ma poi il puzzle ha preso forma ed eccomi qui, con le idee chiare e un’immagine che si sta a poco a poco definendo.

E’ meglio seguire la giusta strada traballando, che la strada sbagliata con passo sicuro.

(Sant’Agostino, Le Confessioni)

E il mio navigatore mi ha poi portato qui, al tema della mia tesi “ Fundraising come strumento per innovare i servizi di welfare”, che è stata per me una sfida alimentata dagli ultimi anni del mio percorso di studi, dove ho avuto la possibilità di scoprire cosa sia (io lo chiamo una nuova branca dell’economia) il Fundraising e quale utilità poteste assumere in un contesto come l’Italia.

 

Il terzo settore sta attraversando un periodo critico, caratterizzato da una parte dalla diminuzione di risorse pubbliche e, dall’altro, dall’aumento della domanda di beni e servizi finalizzati alla soddisfazione di beni sociali.

Queste spinte contrapposte hanno portato le organizzazioni non profit a cercare nuovi metodi per la raccolta fondi e la specializzazione dei servizi offerti.

Uno dei punti di domanda che ho esposto nella mia tesi è se il non profit sia un costo del Welfare o una risorsa. Se è un costo allora dovrebbe essere tagliato e contenuto come tutti i costi e sarebbero quindi anche giustificati, in un certo senso, i tagli al Cinque per mille.

Ma se invece consideriamo il non profit e il fundraising come una risorsa collettiva allora ostacolare la raccolta fondi risulterebbe folle. Quindi l’impegno dovrebbe essere quello di far diventare il fundraising una questione politica, economica e sociale e non solo una branca del marketing.

Credo  infatti fortemente che il fundraising, oltre alla parte economica e comunicativa, abbisogna della parte politica, ossia il ruolo del donatore e dell’organizzazione e soprattutto il legame tra donazione e valore aggiunto che essa produce per la società. Se usiamo il fundraising come sistema di sostenibilità del welfare siamo in un tipo di scambio diverso da quello delle tasse. Con le tasse si versano soldi in modo coercitivo e se i servizi non ci sono o non sono buoni le tasse le paghi comunque. Con il fundraising chi dà soldi si lega alla causa ed è libero in qualunque momento di staccare la spina se quella causa sociale non viene raggiunta o non viene perseguita efficacemente.

Di conseguenza per sostenere il welfare con il fundraising si deve presupporre un altro ruolo dei cittadini sostenitori che preveda e riconosca un loro protagonismo.

Non si può continuare a pensare che la sussidiarietà sia il “tampone” che la società mette al malfunzionamento dello stato. Ma eventualmente è lo stato che deve mettere un tampone dove la società non ce la fa. Da qui la convinzione che il fundraising sia collegato alla produzione di un valore aggiunto.

E questo deve valere non solo per i servizi pubblici, ma anche per il non profit che non sempre mette in evidenza il valore aggiunto del proprio operato.

Di qui la mia sfida concreta di questi ultimi mesi condivisa con i miei colleghi dell’Associazione L.I.V.E.S. (Lavorare Insieme Verso un’Economia Sociale).

 È un’associazione di Promozione sociale, nata nel Maggio 2013 grazie al supporto del nostro Dipartimento di Scienze Politiche e del direttore Marco Musella, che ci ha dato la possibilità di accedere ad un Corso di Perfezionamento di tecniche di Fundrasing e che non si è risparmiato nel donarci fiducia e stimoli. 

La strada intrapresa non è forse una scorciatoia sicura, ma è quella giusta, quella che abbiamo scelto e che con passione intendiamo spianare, per farla diventare meta sicura per i navigatori di chi ci sta accanto.

Insieme condividiamo la certezza che il fundraising sarà sempre  più strategico al terzo settore  e al volontariato e che non si possa limitare ad una semplice “raccolta-fondi” monetaria, ma ad un’azione di costruzione di relazioni per reperire fiducia, opportunità, risorse.

Ringrazio di cuore l’Associazione Città della Gioia Onlus per la fiducia recatami, per avermi dato la possibilità di dare voce e speranza al mio percorso e per aver contribuito a rendere semplici convinzioni opportunità credibili. Il mio grazie va aldilà della Premiazione, perché ho avuto modo di conoscere persone che nella semplicità, con coerenza, vivono pienamente la propria mission.

E  non c’è insegnamento più grande della testimonianza di chi crede in quello che fa!

Ciò che abbiamo dietro di noi e ciò che abbiamo davanti a noi è irrilevante rispetto a ciò che abbiamo dentro.
(O.W.Holmes)

 

(*) La d.ssa Sara Elefante (a destra nella foto) è vincitrice del concorso in materia economica e sociale, promosso dalla nostra Associazione insieme al Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Federico II di Napoli (vai al link). Le foto sono tratte dalla pagina FaceBook di Sara. La ringraziamo per l'articolo, rinnovandole i nostri complimenti e l'augurio di risposte ai suoi desideri più belli e signifciativi, anche insieme ai suoi amici dell'Associazione L.I.V.E.S. di cui è co-fondatrice.

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