“Il Bello che Speranza”: IN ETIOPIA (E IN ITALIA) CON IL GMAnapoli E I SUOI VOLONTARI. Il sogno di Rinascita africana batte nel cuore attento e gioioso di una fraternità concreta

“Bellissima idea. Sono felicissima che tu abbia pensato a noi”. La mail di risposta di Nunzia Gatta, anima del Gruppo Missioni Asmara di Napoli, esordiva così alla proposta di raccontare sul nostro sito, anche se brevemente, la loro bella esperienza di volontariato in Africa, a Shashamane (Etiopia). La nostra rubrica “Il Bello che dà Speranza” vuole essere, come scriveva successivamente Laura, altra volontaria del GMAnapoli, una “finestra di testimonianza sul Bello del mondo”. Abbiamo bisogno, in un tempo particolarmente incline ad un punto di vista pessimistico sull’umanità e l’ambiente consegnato alla sua responsabilità, di avere una visione positiva del nostro cammino e della nostra storia, che nasca dalla forza silenziosa e potente dell’Amore che si fa dono di sé, in mille modi diversi, costruttore di affetto, di relazioni, di ponti di pace e di giustizia. Oltre il rumore assordante,  arrogante e violento delle contrapposizioni, degli sfruttamenti, dell’indifferenza egoista, delle guerre… Ecco perché a luglio abbiamo chiesto ad alcuni nostri amici, impegnati in Realtà che operano concretamente a favore di chi soffre, o è escluso, o è vessato,  di “narrare” la loro esperienza di volontariato e di vita, a partire da questo “farsi prossimo”. Abbiamo già ospitato la bella riflessione del giovane Dario Esca, che per la prima volta ha partecipato ad un campo di volontariato a Sighet in Romania (vai al link). Ora accogliamo le narrazioni di  Amalia e di Alessio, volontari del GMAnapoli in Africa, che ringraziamo, col GMAnapoli tutto, per la loro condivisione.  Ed ora ascoltiamo le loro risonanze. Cominciamo da Amalia che…    (per "Città della Gioia Onlus" - Pasquale Salvio)

e vi porto in Africa

… e vi porto in Africa, cercando di trasferirvi le emozioni che l’esperienza di Shashamane ha suscitato in me, pur sapendo che è opera ardua rendere con parole sensazioni così forti ed a volte contrastanti.

Mi chiamo Amalia e da poco ho trascorso un periodo a Shashamane con mio marito Raffaele e il nostro caro amico Igor, anche loro volontari del GMA Napoli. Sono entrata in contatto col GMA Napoli per caso e, dopo un periodo di formazione nella sede “africana” di Licola, sono partita alla volta di Shashamane. Arrivata lì ho scoperto un ponte, un solido ponte, che collega Italia ed Etiopia, Napoli e Shashamane, le cui fondamenta si basano su una collaborazione più che decennale tra il GMA napoli e la Missione di Shashamane, dove i Padri della Consolata  lavorano instancabilmente  da oltre 40 anni. In particolare vorrei menzionare Padre Silvio, di cui avevo tanto sentito parlare e che ho avuto il piacere di conoscere in questa occasione, e le suore di Foucauld, che si occupano del centro nutrizionale, dove lavorano al servizio di quella parte di popolazione, se possibile, ancora più sfortunata.

Le nostre attività durante questo periodo trascorso a Shashamane sono state molteplici: dal controllo del prosieguo dei diversi progetti, alla verifica delle nuove aule costruite, alla raccolta delle pagelle, agli acquisti per il nostro bazar solidale presso il WPC e naturalmente l’assistenza sanitaria prestata presso la clinica della Missione. Ho  trovato le donne del  WPC  indaffaratissime per la cerimonia della consegna dei diplomi di fine corso ed è stato molto bello vedere quanto renda orgogliose tutte loro il raggiungimento di un tale traguardo.

 

Tutto questo mi sembra un piccolo miracolo, soprattutto se penso alla realtà fuori della Missione. Gente vestita di stracci che cammina per strade impolverate assieme a capre, mucche e asini trainanti carretti guidati la maggior parte delle volte da bambini; l’acqua è un lusso che trovi all’interno della Missione e, immagino, di quelle poche costruzioni in cemento che subito ti saltano agli occhi nella distesa di abitazioni fatte di lamiere e di tukul, privi di finestre e maleodoranti, in cui anche un letto è una rarità; la realtà delle donne abbandonate e picchiate, dei bambini di strada, dei matrimoni precoci … E’ facile immaginare che la Missione appaia, a noi come a loro, come un’oasi: ciò è avvalorato dal fatto che sempre più genitori chiedono di ottenere anche per i loro figli un posto all’interno del programma SaD,  o come raccontano le lunghe file di persone che ogni giorno si formano davanti la clinica della Missione, dove Raffaele e Igor hanno lavorato a ritmi sostenuti per cercare di dare l’assistenza medica per la quale molti percorrono anche chilometri a piedi! Nonostante ciò non ho mai visto nessuno lamentarsi per l’attesa, ma sempre ben disposti al sorriso … A proposito di sorrisi, mi viene in mente quello di Fasil, un bimbo di 5 anni, che aspettava da solo il suo turno con in mano il biglietto di prenotazione. Mi colpisce ancora oggi la sua maturità nel presentarsi ai dottori per poi affrontare la “scalata” della poltrona odontoiatrica. La sorpresa per tutti noi non finì lì, perché una volta uscito dall’ambulatorio cominciò a tranquillizzare gli altri bimbi che attendevano il loro turno … E ancora i sorrisi dei bimbi incontrati in chiesa con quella incredibile capacità, tipica dell’infanzia, di superare qualsiasi barriera linguistica stabilendo contatti fatti di sguardi e carezze che danno vita a dei veri e propri discorsi “silenziosi”. Come con la piccola Selam che, dopo grandi sorrisi e carezze, ha deciso, che voleva confidarmi un segreto: in amarico! L’allegria di questi bambini va di pari passo con una precoce maturità, a cui purtroppo sono costretti da un vissuto che toglie loro il diritto di essere pienamente  bambini. Quell’universale diritto che andrebbe tutelato dovunque nel mondo e a tutti i costi. Nascere in un luogo piuttosto che in un altro è un caso , ed in questa variabile non tutti sono fortunati. Qui si è felici con poco e … si rinuncia a tanto. Piangere dalla contentezza per la possibilità di un paio di scarpe usato e … rinunciare ai propri figli per dargli un futuro migliore!

Tornata a casa mi sono ritrovata spesso  a pensare a quel ponte tra Napoli e Shashamane che prima avevo solo immaginato ma che adesso riesco a toccare con mano e posso dire di cominciare a conoscere,  con il suo viavai di colori e allegria … Un ponte che cresce sempre più solido grazie al contributo di tutti noi che, grande o piccolo che sia, conta davvero tanto. Qualcuno potrebbe pensare che è una goccia nel mare, ma come diceva Madre Teresa … l’oceano è fatto di gocce!

Sostenere a distanza un/a  bimbo/a  di Shashamane, garantendogli istruzione, cure e aiuto alle famiglie in caso di difficoltà, permette di non estirpare le radici per un futuro migliore di un paese bellissimo, ricco di storia e cultura. Ma anche contribuire con libere donazioni ai tanti progetti che l’associazione porta avanti (microcredito alle donne capofamiglia impegnate nel Centro Promozione Donna; ricostruzione di scuole; almeno un pasto al giorno per i piccoli di casa famiglia; nuova casa famiglia nel villaggio di AlabaKulito; impianto di cisterne d’acqua per garantirne il pieno accesso alla comunità … e tanto altro consultabile sul sito sempre aggiornato www.gmanapoli.org), oppure semplicemente donare tempo, passione, sorrisi e competenze all’opera sostenuta dal GMAnapoli.

Ed è al GMAnapoli che va il mio particolare ringraziamento, perché ci ha permesso di vivere  nel giusto modo questa esperienza, guidandoci su un percorso di gioia e altruismo … perché non c’è cosa più bella che donar-si  al prossimo.

Amalia, suo marito Raffaele e il piccolo Selam

 

Dodici cose da fare l'ultimo giorno in Missione

Alessio, giovane volontario per la prima volta a Shashamane, ci ha scritto tanto ed inviato molte foto durante questo mese di permanenza in Missione. Tornato da poche ore, ci ha inviato un resoconto delle ultime 12 cose da fare l'ultimo giorno in Africa, here they are!

1) Andare con Aberat, il factotum della missione, all'ospedale di Gambo affinchè Aberash, una delle nostre donne, sia visitata prima di una tanto necessaria quanto urgente operazione all'utero. Portare con sé la figlia piccolina di Aberash trasportata, come da tradizione etiope, sulle spalle della madre.

2) Prendere i "mezzi pubblici" per raggiungere l'ospedale, non stupendosi se in un pulmino omologato per 12 persone riescano ad entrarne 20.

3) Rendersi conto che la regione rurale di Gambo ricordi paurosamente il luogo in cui è stato girato Jurassic Park.

4) Giungere all'ospedale di Gambo e trascorrere all'incirca due ore a salutare gli innumerevoli ed interminabili parenti di Aberat.

5) Dividere molto romanticamente una injera (il piatto tipico locale) con Aberat, stile "Lilly ed il Vagabondo".

6) Ammirare la dignità con i quali gli etiopi di ogni sesso, razza ed età sopportino le sofferenze fisiche ed attendano pazientemente il momento di essere visitati.

7) Desiderare per un attimo di essere un medico e di poter aiutare la bella e sola dottoressa spagnola che visita i casi più gravi.

8) Litigare con una pseudo guida turistica che cerchi di fregarti chiedendoti soldi per vedere le bellissime cascate di Gambo.

9) Trovare un amico di Shashamane che ti accompagni gentilmente a vedere le cascate.

10) Farsi cogliere impreparato dalla stagione delle piogge proprio a metà strada tra l'ospedale e le cascate.

11) Ammirare la bellezza delle cascate e comprendere,proprio quando sei bagnato fracido, che la pioggia non è altro che l'ennesimo dono che l'Africa ti ha fatto.

12) Fare arrabbiare Nunzia che ti aspettava per ora di pranzo e che, invece, ti vede rientrare alle 19,30.

Sostenere a distanza un/a  bimbo/a  di Shashamane, garantendogli istruzione, cure e aiuto alle famiglie in caso di difficoltà, permette di non estirpare le radici per un futuro migliore di un paese bellissimo, ricco di storia e cultura. Ma anche contribuire con libere donazioni ai tanti progetti che l’associazione porta avanti (microcredito alle donne capofamiglia impegnate nel Centro Promozione Donna; ricostruzione di scuole; almeno un pasto al giorno per i piccoli di casa famiglia; nuova casa famiglia nel villaggio di AlabaKulito; impianto di cisterne d’acqua per garantirne il pieno accesso alla comunità … e tanto altro consultabile sul sito sempre aggiornato www.gmanapoli.org), oppure semplicemente donare tempo, passione, sorrisi e competenze all’opera sostenuta dal GMAnapoli.

 Le foto sono state gentilmente offerte dal GMAnapoli. Per approfondimenti, informazioni, contatti, partecipazione ad attività/progetti con questa Organizzazione:

GMA Napoli OdV - Gruppo Missioni Alem
http://www.gmanapoli.orgQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.