"Ci vuole più coraggio a fare la pace che la guerra" Francesco

Altri 8 bambini uccisi a Gaza... la contabilità dei morti aumenta... la corresponsabilità internazionale anche... Nel mondo si leva la voce delle donne e degli uomini di buona volontà, che chiedono il cessate il fuoco, per la costruzione - finalmente - di una soluzione di giustizia e di pace per quella Terra e per quei Popoli... Tra questi noi, convinti che dare un'unica voce mondiale al desiderio di pace e di nonviolenza sia uno degli strumenti non solo di protesta, ma di impegno concreto nella ricerca di soluzioni  giuste e dignitose per tutti... Piangiamo tutti i morti di questo conflitto che, come in altre aree di crisi nel mondo, manifesta ancor più la distanza tra i popoli e il loro desiderio di dialogo e di riconciliazione e i responsabili delle scelte politico-militari... Pubblichiamo un comunicato stampa del VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, come contributo alla riflessione e all'azione.

COMUNICATO STAMPA

IL VIS CON SAID E LA SUA FAMIGLIA. CON TUTTE LE VITTIME DI QUESTO CONFLITTO.

 Nico Lotta, presidente del VIS: "SI FERMI IL MASSACRO!"

 

21 luglio 2014 – Il VIS condivide con l’opinione pubblica italiana la lettera ricevuta sabato da Gaza. A scriverla è un amico, Said, un cooperante palestinese che viveva a Gaza con la sua famiglia sino al 16 luglio scorso, giorno della telefonata con la quale le forze israeliane lo avvertivano del bombardamento imminente.

Said ha studiato al Master in Cooperation and Development di Pavia, poi è tornata nella sua terra dove lavorava nella cooperazione allo sviluppo.

Ora la sua vita è congelata. Ora Said è sfollato a casa sua. Fortunatamente lui e la sua famiglia sono salvi. Nella sua lettera racconta quello che gli è successo. Racconta la sua paura, l’evacuazione della sua casa, la fuga in un posto più sicuro, ci racconta lo shock nel sentire nellevparole di sua figlia di 5 anni il pensiero consapevole della morte.  Racconta lo sbigottimento davanti al silenzio del mondo e il desiderio di tornare a una vita libera e dignitosa.

Il VIS è con Said, con la sua famiglia, con tutte le persone colpite dalla guerra, dalla violenza. Il VIS torna a chiedere il rispetto del diritto internazionale e il cessate il fuoco immediato, efficace e duraturo.

" Ci uniamo alle parole di Papa Francesco pronunciate ieri all’Angelus: la violenza si vince con la pace e invochiamo la fine di questo massacro. Sarà difficile guarire le ferite di questa nuova ondata di odio e dolore, ma sin d’ora affermiamo la volontà di proseguire il nostro lavoro in Medio Oriente per garantire a tutti i bambini e giovani il diritto ad una esistenza serena, alla vita e ad una crescita piena." ha dichiarato Nico Lotta, presidente del VIS.

Preghiamo tutti i mezzi di informazione di dare massima diffusione a questa lettera. Grazie.

PER CONTATTI STAMPA: ALESSANDRA TARQUINI 3479117177 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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LETTERA DA GAZA (versione italiano)

Caro VIS,

il 7 luglio scorso Israele ha avviato l’azione di guerra denominata “protective edge” contro la Striscia di Gaza. L’esercito israeliano ha bombardato massicciamente ovunque, centinaia di case sono state distrutte e centinaia di persone sono state uccise, inclusi bambini e donne.

La Guerra ha “congelato” la mia vita e io ho smesso di lavorare. Io e la mia famiglia abbiamo sperimentato il bombardamento quotidiano degli aerei da guerra israeliani.

Non riesco a spiegare quanto sia terrificante e pauroso il suono dei missili lanciati dall’aviazione militare israeliana. La routine quotidiana è diventata: ascoltare le esplosioni, seguire i notiziari dell’ultimora, guardare le immagini di sangue delle persone uccise. Ho iniziato a ricordare i terribili momenti  della guerra del 2008 quando un missile cadde sulla casa dei miei vicini e noi raccogliemmo i pezzi dei loro corpi sparsi intorno a noi.

Quando le forze Israeliane hanno iniziato l’invasione di terra, abbiamo rimosso tutte le finestre per evitare che i vetri si rompessero. Il mio appartamento è al terzo piano e per proteggerci, io e la mia famiglia, ci siamo messi a dormire al piano terra. Siamo diventati sfollati all’interno dello stesso palazzo. Siamo rimasti 10 giorni nella nostra casa fino al momento in cui un soldato israeliano ci ha chiamati e chiesto di evacuare il distretto perchè stavano iniziando dei bombardamenti in modo casuale.  La chiamata è arrivata il 16 luglio a mezzanotte e noi saremmo dovuti evacuare entro le 8 della mattina seguente. Il bombardamento si è intensificato durante la notte e i missili sono caduti sempre più vicini sino ad arrivare a colpire la casa dei nostri vicini. Del palazzo sono rimaste solo macerie e sabbia, noi eravamo fortemente traumatizzati e non riuscivamo più a dormire. Mia moglie e i miei figli non smettevano di piangere. Io ho cercato di controllare la mia paura per restare forte e non crollare di fronte a loro. 

Sei ore sono trascorse come fossero sei anni, durante quella notte c’è stato un momento che ha separato la morte dalla vita: abbiamo sentito il fischio di un razzo che arrivava e un momento dopo una grande esplosione. Grazie a Dio non ci ha colpito e noi siamo ancora vivi. Al mattino, ho raccolto tutto quello che potevo prendere e ho portato la mia famiglia in un posto sicuro: per la prima volta nella mia vita sono diventato un “IDP -Internally displaced person” (uno sfollato interno) . Ciò che si prova nel lasciare alle proprie spalle la tua casa, le tue cose, i tuoi ricordi è assolutamente indescrivibile.

Mia figlia di 5 anni mi ha detto “Papà quando andrò da Dio gli dirò cosa Israele ci ha fatto”, questo mi ha completamente scioccato: lei stava cercando di accettare il destino che forse dovrà affrontare.

La mia vita in questo nuovo posto è cambiata completamente. Mi sento straniero nella mia terra, sono relativamente sicuro grazie ai miei parenti che ci stanno ospitando, ma continuo a pensare a coloro che non hanno nessun posto dove vivere e sono costretti a ripararsi nelle scuole.

Noi preghiamo perché questo incubo finisca presto, per ritornare alla nostra vita e guarire da tutto quello che questa guerra ci ha causato.

Resto senza parole di fronte al silenzio del mondo e lancio un forte appello per fermare l’aggressione israeliana contro di noi e per aiutarci a vivere in libertà e dignità.

Said

IDP (Internally Displaced Persons- sflottato interno) da Gaza

19 luglio 2014

LETTER FROM GAZA (English version)

Dear VIS

In the 7th of July, Israel started a war “prevention edge” against Gaza strip, the Israeli military bombed massively everywhere,  hundreds of houses are destroyed and hundreds of persons are killed including children and women, the war froze my life and I stopped going to work, we experienced daily bombing by Israeli war planes and I cannot explain how scary and terrifying the sound of the missiles launched by the Israeli military aviation  . The daily routine became to listen to explosions, follow breaking news and see the bloody images of killed persons. I started recalling the tough moments from 2008 war when a rocket hit my neighbor’s house and we collected their body pieces scattered around us.

As the Israeli forces started the current ground incursion , We removed all windows to avoid glass breaking. My flat is in the third floor and to protect family we moved to sleep in the ground floor; we became displaced within the same building, we stayed 10 days at my home until the moment came when  an Israeli soldier called us and requested us to evacuate the district because they will randomly  bomb it. The call was on 16th July mid night and we were supposed to evacuate before 8:00 am next day. The bombing density increased that night and rockets got closer and closer until they bombed my neighbor’s home, the building converted to rubble and sand, we were highly traumatized in which we could not sleep and my wife and children did not stop crying, I hardly managed to control my fear to stand strong with them and not to collapse. Six hours passed like six years, in that night there is a moment that separate death and life, we were hearing the whistle of the landing rockets and then a moment of silence until we hear the big explosion, and then thank god it was around and we still alive. In the morning, I collected all what I can carry and took my family to a safer place, for the first time in my life I became internally displaced person, the feeling when you leave your home and you keep behind your belongings, your memories, your sole and seek safety is absolutely indescribable feeling.

My 5 years old daughter said to me” Dad when I go to god I will tell him what Israel did to us”, this completely shocked me, she was trying to accept the destiny that might she face.

My life became in the new place completely different .I feel that I am stranger at my  homeland, I am safe relatively  thanks to my relatives who hosted us but I keep thinking of those who have nowhere to go and fled to schools.

We pray that this nightmare ends soon to restore our life back and heal from all what this war caused to us.

I am speechless in front of the world silence and I call to stand seriously to stop the Israeli aggression against us and to help us to live in freedom and dignity.

Said, an IDP from Gaza

19th July 2014