MAL-ESSERE Un contributo alla riflessione di Gabriella Butera

MAL-ESSERE

Parigi, Venerdì 13 Novembre 2015: terrore e morte segneranno per sempre i cuori e le menti di quanti hanno assistito all’eccidio.  

Il gelo scende improvviso  tra coloro che sono collegati attraverso i “media”:  il Mondo ancor più “villaggio globale”, anche nella paura; e nel dolore. E’ l’incubo che ritorna.

Ancora una volta il mondo è scosso dai venti del male. Ancora una volta siamo chiamati ad assistere, quasi in diretta, a ciò che già naturalmente l’ “essere”  rifiuta: la morte dei propri simili. Tanto più una morte violenta e sopraggiunta su persone inermi.

La mente sconvolta, il cuore affranto gridano l’ingiustizia di tali atti per i quali non c’è giustificazione alcuna. L’icona più bella e dolorosa è quella della voce di Papa Francesco che in un’intervista telefonica afferma,  commosso e addolorato che tutto ciò “non è umano”!

Già, l’umanità!......... Ma cosa è l’umanità? Chi è l’uomo?

 

Gli interrogativi si rincorrono e si accavallano e spesso non c’è risposta. La rapidità con cui il mondo si muove non lascia  tempo per fermarsi a  riflettere su quelle che sono le istanze più profonde dell’uomo. Siamo imprigionati dal progresso, in sé buono e giusto, che noi stessi abbiamo creato, ma che ci impone stili di vita sempre più in contrasto con i ritmi della natura, che non riusciamo più a tenere sotto controllo: veloci,  veloci, sempre più veloci. Frenetici!... Drammatica contraddizione dell’uomo!

Condanniamo il terrorismo  barbaro e violento, che va contro la logica umana, che nega l’idea stessa di progresso, ma non condanniamo i bombardamenti di popolazioni inermi (cronaca quotidiana). Siamo pronti a puntare il dito contro l’immigrazione che destabilizza le nostre sicurezze, ma vendiamo armi che saranno la causa di esodi biblici di rifugiati e profughi. Per mantenere il nostro stile di vita opulento vendiamo morte, attraverso il commercio di droghe che uccidono milioni di giovani o ne annullano la personalità;   sfruttiamo sconsideratamente il pianeta; peggio, rendiamo schiavi i nostri simili. Salvo, poi, a  condannare, senza riserve,  il terrorismo.

Ho negli occhi e nel cuore i volti dei giovani con i quali divido quotidianamente il mio tempo: i miei figli, i miei nipoti, i figli di amici, i miei studenti.

Chi ha compiuto l’eccidio di Parigi erano giovani, giovanissimi.

Cosa dire!?  Evoco un’unica parola: mal-essere.

Ancora una volta è chiamata in causa la profondità dell’Uomo, l’Essere. Nonostante l’apparente opulenza del mondo occidentale è il mal-essere che sembra attanagliare i cuori e le menti soprattutto dei giovani: orizzonti di riferimento dai confini molto sfumati (famiglia, stato i cui organismi appaiono contraddittori e spesso in lotta tra di loro, assenza di ideali, assenza di Spirito e di spiritualità dell’esistenza….), futuro precario, certezze una volta incrollabili oggi sempre più in discussione: amore, amicizia,  realizzazione dei propri desideri,  sentirsi fautori e costruttori della società, affermazione della giustizia…

E’ proprio  qui, penso, in questo mal-essere il crogiuolo di un mondo interiore a pezzi, che sembra senza speranza: esplosioni di rabbia,  assenza dalla vita, indifferenza di fronte ai temi esistenziali e agli ideali che hanno costruito le grandi filosofie, in Occidente e in Oriente, ricerca di emozioni e mozioni altrove: in paradisi virtuali, in un dissenso non ragionato, nell’imbracciare i Kalashnikov   del terrorismo e di tutti i conflitti.

Fino a che segno l’uomo sarà capace di toccare  il fondo?

Sia condannato allora il violento atto di orrore e morte in Francia, ma  sia condannato, al pari, l’utilizzo della violenza in ogni forma si esprima: bombardamenti “chirurgici”, respingimenti, ghettizzazioni, torture,  commercio di armi, di droghe, di esseri umani…….

E’ forse giunto il tempo che la Coscienza , individuale e collettiva,  sussulti e si risvegli da un torpore nel quale è rimasta chiusa per troppo tempo. Chi ha la capacità di riflettere, di confrontarsi, di condividere e di far prevalere i valori del ben-essere (amore, amicizia, compassione,  solidarietà,  tenerezza, bellezza , sentirsi uno con il creato, gentilezza, sensibilità…….), partecipi con coraggio e nuovo vigore alla ricostruzione della nostra bella e vituperata “casa comune”. Chi ha la capacità di sorridere, nonostante, doni un sorriso, doni serenità, doni Gioia!

Allora gli stadi, le piazze, le vie delle nostre città potranno nuovamente risuonare di esplosioni di Vita, di Bellezza, di Felicità come multiformi e colorati fuochi pirotecnici che illuminano il buio della notte, regalando a tutti la profonda pace dell’Essere..

Gabriella Butera

Associazione Città della Gioia Onlus - Presidente


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