Il Bello che Speranza: la Fondazione Viviane per PROGETTO VIVIANE per i bambini di Mont ‘Ngafula, in Congo

Città della Gioia Onlus promuove, convinta, la rete sociale, nazionale e internazionale, per favorire anche il sostegno di quelle realtà impegnate nella costruzione della Speranza. Ognuno secondo i valori di solidarietà e di sostegno a chi soffre, secondo i propri cammini concreti nel farsi prossimo a quanti chiedono dignità, giustizia, amore. Ecco perchè Città della Gioia Onlus, Associazione, destina una parte della propria raccolta-fondi a sostenere, quando possibile, queste realtà, attenta ai loro appelli. Desidera farlo anche la pagina del suo sito web "Il Bello che dà Speranza", sia perchè crede nell'importanza della comunicazione, sia per offrire ad una società condizionata da una visione pessimistica, il suo contributo alla conoscenza del tantissimo positivo che in Italia e nel Mondo fa pulsare il cuore della convivenza civile, della promozione umana e del rispetto dell'ambiente. Crede, quindi, anche nella Comunicazione come strumento e "spazio" di amplificazione di questa Bellezza, auspicando un intreccio di rilanci tra gli spazi web delle varie realtà sociali di tutte quelle iniziative che possono aiutare a edificare una "città" comune, senza barriere, abitata e abitabile in nome dei diritti umani.

Questa estate abbiamo ricevuto un appello della Fondazione Viviane da Giuseppe, un nostro amico e sostenitore. Doveva partire un container per il Congo, con tantissime cose utili (leggete in fondo di cosa c'è bisogno). Abbiamo dato la nostra piccola offerta, saperndo, per esperienza diretta, come tante singole gocce d'Amore realizzano ruscelli e fiumi, piccoli e grandi, di solidarietà, che portano le loro acque nel mare di un mondo più bello e più giusto; alleviando, a volte sanando, le ferite di persone, di popoli e di territori devastati da fame, ingiustizia, impoverimento, inquinamenti, responsabilità enormi degli Stati e dei Sistemi economico-finanziari.

Siamo andati a conoscere un po' meglio la Fondazione italo-congolese di questa donna, Viviane, in carrozzella. Una donna che si fa ogni giorno miracolo di Vita, con i volontari che in Italia e in Congo si riuniscono intorno al comune desiderio di promozione umana, di aiuto, di gioia vissuta e donata a piene mani. Pubblichiamo, tratta dal loro sito, l'inizio presentazione di Viviane, alcune foto e link al loro progetto. Buona "navigazione": è un mare bello, che dà Speranza!

Per Associazione Città della Gioia Onlus - Pasquale Salvio

 

Dal sito della Fondazione Viviane http://www.fondationviviane.org

"Mi chiamo Vivane Phemba Tsasa. Sono nata il 31 Dicembre 1970 a Kangu, nella provincia del basso Congo nel R.D. del Congo. All’età di otto anni, mentre ero a scuola, caddi da un albero. Era il 10 febbraio 1978.
Mio padre mi portò in Belgio (Bruxelles) quando era troppo tardi per rimediare. Lì sono rimasta per due anni per fare rieducazione e riabilitazione.
Sono tornata al mio paese condannata a vivere su una sedia a rotelle per una frattura della colonna vertebrale a livello D8.
La vita in Congo (ex-Zaire) su una sedia a rotelle con tutti i problemi legati alla paraplegia è stata estremamente dura, ho vissuto senza ciò che mi occorreva, dalla sedia a rotelle agli stessi controlli medici necessari..."

Il progetto:

http://www.fondationviviane.org/pdf-2011/PROGETTO%20VIVIANE%20%20e%20I%20bambini%20di%20Mont%20Ngafula.ppt

I video:

http://www.youtube.com/watch?v=Qxy_bHBXkZE

 

 

 

Volontari in Italia al lavoro per caricare il materiale per il container

Fondazione Viviane

Indicazioni per la raccolta di materiali da trasportare nei container

 

utili all’interno della Fondazione

  • materassi, letti, scarpe e vestiti estivi (in Congo fa caldo!) biancheria, lenzuola, asciugamani soprattutto per bambini e per neonati (biberon, lettini, scarpe, termos, torce elettriche, perché l’elettricità non c’è quasi mai), in minor misura per adulti. Alla Fondazione ci sono anche persone adulte che sono entrate in età infantile con disabilità e che vi sono rimaste, non trovando una diversa sistemazione.
  • materiale scolastico (quaderni, penne, zaini, ecc.)
  • attrezzi per disabili e per riabilitazione (sedie a rotelle, stampelle, macchine per deambulazione, ecc.)
  • sedie, meglio se metalliche, tavolini, armadi, cassettiere, valige
  • elettrodomestici (frigoriferi, congelatori, lavatrici, ferri da stiro, ventilatori, televisori, forni)
  • attrezzi per la cucina (piatti, posate, padelle, ciotole,  bicchieri, ecc.), cucine economiche
  • macchine e attrezzi per il lavoro (macchine da cucire, meglio se a pedale, per poter essere usate dove non c’è l’elettricità, gruppi elettrogeni, anche da 50-70 kW, motori elettrici trifase da 10-15 Hp per fare un mulino, potabilizzatori per acqua)
  • attrezzi meccanici di ogni tipo per l’officina e per l’agricoltura, compresi gruppi elettrogeni
  • biciclette, motorini ed anche auto rottamate
  • computer funzionanti
  • giocattoli che non richiedano la conoscenza della lingua italiana
  • generi alimentari non deperibili (riso, fagioli, pasta, zucchero, latte condensato, in polvere, UHT, scatolame, olio, farina, Nutella, carne  in scatola, caramelle, biscotti, sardine, bevande ( acqua naturale, Fanta )
  • altre cose ammorbidente, carta igienica ,creme per culetti dei neonati.

utili per poter essere venduti al fine di avere un ricavo per comperare le cose necessarie

Oltre a qualcosa di quanto descritto prima, qualsiasi cosa, soprattutto articoli tecnici e tecnologici e per signora. Le classi elevate del Congo sono appassionate per i prodotti europei, specialmente se italiani, e pagano bene per esempio una borsa o un vestito in buone condizioni.

 

Per contattare tel: 3467544125 Viviane Phemba Tsasa Zari

Per spedire il container ci vogliono 7.500 € per sdoganarlo ci vogliono altri 7.500 € in Congo con l’esonero. In totale ci vogliono 15.000 €. Chiediamo a tutti quelli che ci vogliano aiutare economicamente  per avere questi 15.000 € di farci un bonifico usando il seguente   codice  IBAN:

 

IT31F 01030 38100 PREP 9562 4810

intestato a Viviane Phemba Tsasa Zari, con la causale

Fondazione Viviane.

La situazione è cosi dura che l’unica cosa che ci fa andare avanti sono questi container che dobbiamo mandare continuamente, così riusciamo a mandare materiali che servono sia per la vita sociale dei bambini , che per la parte della sanità con la fisio e ortopedia, che per Mbesseke (allevamento di maiali, pesci, polli e orto) e Plateau bateke (coltura di manioca, mais patate dolci). Quello che non serve viene venduto per comprare latte, cereali e acqua per neonati, per pagare l’ospedale, per comprare cibo, etc….Io non c’ero ma questo container che è arrivato mi dà un po’ di pace per potermi concentrare a fare un altro, visto che già hanno la roba di cui hanno bisogno e hanno già potuto comprare cibo, latte etc. con quello che hanno venduto, senza chiamarmi, e non potete immaginare quanto mi fa piacere.

Cosi chiedo a tutti quanti di aiutarmi a fare quest’altro container, che è il nostro modo di sopravvivenza. Abbiamo attualmente 53 bambini in orfanotrofio e più di 100 che vengono per le cure di fisio e ortopedia gratis, ma i fisioterapisti, che sono 3, devono essere pagati, e anche la cuoca, le due tate per i neonati, l’amministratore, l’autista,  il guardiano etc…

Quest’anno abbiamo finito la nuova officina ortopedica. Fra poco si finisce anche la prima sala di ricovero per bambini disabili; poi abbiamo fatto dei bagni per bimbi dell’orfanatrofio,  per maschi e per femmine separati , come anche i dormitori separati, perché stanno crescendo, poi la vecchia officina ortopedica è diventata il refettorio per mangiare. Non abbiamo più un sala per fare l’amministrazione perché l’ufficio amministrativo è diventato dormitorio delle femmine, perché la priorità della Fondation sono i Bimbi, devono avere un minimum di dignità, dove dormono, come mangiano e i loro bagni, etc.

Poi c’è la scuola perché per loro è il futuro.

Abbiamo fatto l’infermeria perché non siamo più in grado di mantenere il contratto di cure mediche con l’ospedale dove portavano i bimbi.

Ma va bene, c’è di peggio non ci lamentiamo.

Vi chiedo soltanto di aiutarci.

Grazie a tutti quanti, con il cuore.

Viviane.