Abruzzo, 6.32 del 6 aprile 2009: a tre anni dal sisma Fabrizia ci scrive dall'Aquila, Città dimenticata...

  L'Aquila, piazza del Duomo (foto Pasquale Salvio)

Fabrizia Di Stefano è una giovane studentessa del Liceo "Bafile" dell'Aquila, con cui Città della Gioia è gemellata. La conoscemmo due anni fa circa, tra le vincitrici del concorso "L'Aquila 2019", da noi sostenuto. Un concorso organizzato dalla Scuola, di narrazione e di idee sulla ricostruzione consegnate alle Istituzioni. Senza risposte. Più volte Fabrizia e i suoi amici ci hanno chiesto di sostenere il loro legittimo sogno di riavere la Città, oggi ferita, a terra, dimenticata... La ricostruzione è ancora tutta lì da venire, partecipata, rispettosa della Storia e della Bellezza di quei territori, ch'è storia e bellezza di ogni singolo figlio di Terra d'Abruzzo. Noi abbiamo ospitato più volte la voce e il grido, anche arrabbiato, dei nostri amici. Continuiamo a farlo, in questo Venerdì di Passione in cui dobbiamo riconoscere anche i crocefissi di quella Terra, traguardando ad una Resurezione possibile con lo sguardo dei Fabrizia, pur segnata dalla irrimediabile perdita di quei 310 Angeli strappati alla vita. Grazie, Fabrizia, per continuare a sentirci amici e sostegno, ancor oggi. Andate e andiamo avanti, nonostante, con la forza e la speranza che voi giovani sapete donare non solo all'Aquila, ma ad un tempo dove i "terremoti" sembrano minare non solo le pietre amate, ma la convivenza, la dignità, le relazioni. Grazie per le tue parole. Continuate a scriverne di nuove e rinnovanti: ce n'è bisogno. Buona Pasqua a te, alla tua Famiglia, alla tua Scuola, alla cara L'Aquila e all'Abruzzo e ...apsettiamo di leggerti ancora. E con interesse.  Pasquale Salvio e gli amici di Città della Gioia onlus di Napoli.

 

foto tratta dalla Rete Internet

 

... Ognuno di noi ha perso qualcosa, una casa, un parente, un Amico.

Ma sono una diciassettenne e di speranza ne ho da vendere...

Eccomi qui, ancora una volta a scrivere della mia città, meravigliosa ma dimenticata. La cosa più semplice da fare sarebbe vittimizzare ogni singolo cittadino. Ognuno di noi ha perso qualcosa, una casa, un parente, un Amico. Ma sono una diciassettenne e di speranza ne ho da vendere. Sono passati 3 anni dalle 3.32 di quel maledetto 6 aprile e il mio pensiero non ha smesso neanche un secondo di andare a coloro che non ci sono più. È proprio uno di loro che mi da la forza per alzare la testa.

Lui, Lorenzo Sebastiani, promessa del rugby aquilano e nazionale. Un Amico prima di tutto. Il punto è proprio questo: nella vita troviamo numerosi ostacoli sul nostro percorso. Ma la scelta sta a noi, aggirarli e timidamente avviarci in un'altra direzione o chiudere gli occhi, chiudere gli occhi e saltare quell'ostacolo senza esitare un secondo.  Basta un po’ di coraggio, quel pizzico di coraggio che ci fa sognare ancora. Sarebbe bello poter dire che la mia città è ricostruita e che tutto é tornato come prima. Ma non è così e purtroppo non lo sarà mai. Potranno ricostruire le case, le chiese ma 310 angeli non ce li ridarà nessuno. Mi fa rabbia. Mi fa rabbia il fatto che siamo una notizia sul giornale una volta l'anno, per la fiaccolata. Mi fa rabbia che siamo meta turistica per visitatori pronti a farsi fotografare davanti ad un palazzo crollato, neanche fosse il Colosseo, con quei sorrisi da idioti non sapendo che pochi metri dietro di loro sono morte famiglie intere. Mi fa rabbia che in questa città o sei dentro o sei fuori. Mi fa rabbia che noi giovani non veniamo ascoltati, eppure dovremmo essere noi il futuro di questo paese, no? Ma è grazie alle persone come voi che non ci dimenticano e ci sostengono che questa città va avanti. Grazie davvero.
  Un'Aquilana (Fabrizia Di Stefano) 

 

Fabrizia con Michela (vincitrici del concorso L'Aquila 2019) con le nostre prof Gabriella e Isabella (foto Pasquale Salvio)

Le foto di Fabrizia e Lorenza nell'articolo sono tratte dalla Rete Internet