Tra difesa dell'acqua come bene comune e gestione dei rifiuti...

da La Repubblica - Napoli

Acqua, stangata sulla bolletta
Aumento del 5 per cento

di Conchita Sannino

Sulle famiglie campane pioveranno presto bollette più salate: sono in arrivo gli aumenti retroattivi sull'erogazione dell'acqua

La politica accarezza il tema per linee generali, i candidati governatori della Campania si guardano bene dall´assumere impegni chiari sul tema. E intanto sulle famiglie campane pioveranno presto bollette più salate. Stangata sui rubinetti. Sono in arrivo gli aumenti retroattivi sull´erogazione dell´acqua.

Chi ne parlerà in campagna elettorale? La Regione riserva sorprese nell´ultimo scorcio di legislatura. Condite, per giunta, di alcuni paradossi. La denuncia è del Gruppo di studio dell´acqua pubblica di Legambiente Campania.

Anche padre Alex Zanotelli, voce tra le più autorevoli del movimento che si batte contro la privatizzazione dell´acqua, non ci sta a «far passare sotto silenzio questa roba». «Ad aprile partiremo con la raccolta delle 600mila firme per il referendum abrogativo della legge Ronchi», annuncia il comboniano. E lancia un appello ai candidati dei due schieramenti in corsa. «Dicano entrambi da quale parte stanno. Ci accorgiamo che la Regione approva una delibera che trasforma sempre più l´acqua in occasione di lucro, appesantisce le bollette delle famiglie già sofferenti per la crisi e favorisce solo le imprese».

Sotto accusa, le decisioni di Palazzo Santa Lucia passate sotto silenzio. Che risalgono allo scorso autunno, ma i cui effetti peseranno nei prossimi mesi sul bilancio domestico. La giunta regionale, con delibera numero 1488, ha applicato il massimo dell´aumento, il 5 per cento (il tetto previsto dal Cipe) per le tariffe dell´acqua, con effetto retroattivo a decorrere dal 2003 fino al giugno 2008; somme che devono appunto essere recuperate su bollette già pagate. Un aumento che, nel periodo successivo, sale intorno al 7 per cento per il servizio acquedotto, mentre per le fognature e la depurazione si attesta sul 4. Ma non è tutto: per il servizio di fognatura e quello di depurazione, le tariffe per gli insediamenti civili si differenziano sensibilmente da quelle accreditate alle industrie. A tutto svantaggio dei cittadini.

Secondo un calcolo del Gruppo studio di Legambiente, «alle famiglie, le fognature costano più del doppio di quanto costano agli insediamenti industriali; e la depurazione costa ai privati cittadini il triplo di quanto costa alle aziende». È vero che una norma del Testo unico ambientale prevede la possibilità di agevolazioni per le industrie: ma solo in presenza di requisiti di compatibilità ambientale, che portino al riuso e al riciclo dell´acqua, in ossequio al principio: chi inquina o spreca, paga. In Campania, a quanto sembra, non funziona così. Lo sconto è reso incondizionatamente a tutte le imprese, "buone" e "cattive". Con la nefasta conseguenza di «favorire gli sprechi e disincentivare gli investimenti necessari per realizzare gli impianti avanzati», denuncia Legambiente. Anche Maurizio Montalto, uno dei quindici rappresentanti del Comune di Napoli nell´Ambito territoriale Ato2, denuncia «l´assurdità di tali scelte». «Mi piacerebbe vederci chiaro. Ho appena chiesto all´assemblea Ato di discutere di questa delibera e capire quanto inciderà sulle bollette. Stiamo già pagando questi arretrati?».

Proprio l´Ato 2 è sotto accusa per l´assoluta inefficacia. Padre Zanotelli aggiunge: «A cosa serve l´Ato? A pagare gli stipendi di Cda e dirigenti. L´ultima assemblea risale a luglio, mai assunto una decisione». Montalto, intanto, punta il dito contro la norma che, sul servizio fognature, favorisce le imprese a danno dei cittadini. «Un trattamento di cui non si capisce la ratio visto che, secondo atti pubblici, la Regione vanta perdite a sei zeri. Nel 2007, a fronte dei 96 milioni e 123mila euro di costo in quel settore, ha incassato solo una cinquantina di milioni. E così nel 2008: 50 milioni rispetto ai 103 milioni e 803mila euro dell´erogazione». Avviene nella Campania in cui aumentano le povertà: sono 517.166 le famiglie considerate indigenti (ultimi dati Istat, anno 2008), percentuale tra le più alte. Padre Zanotelli parte da questa emergenza per trascinare su un tema concreto la campagna elettorale. «I due candidati come la pensano? Centinaia di associazioni e comitati li valuteranno per questo. Ho sentito che De Luca si è pronunciato genericamente per l´acqua pubblica, ma questo non è sufficiente - chiarisce Zanotelli -. Occorre che si impegnino a dare la gestione ad un ente di diritto pubblico e non ad una società per azioni pubblica, che è l´espediente per farci entrare il capitale privato, il lucro». La delibera della Regione, a parere di Zanotelli, procura «un enorme disagio: perché ufficializza ciò che temevamo, un trattamento di favore per le industrie mentre il peso del business ricade sulle famiglie. Che sono poi quelle che si ritrovano con bollette salatissime e chi non le può pagare e magari si riallaccia abusivamente, finisce in galera, com´è già successo a Scafati». Aggiunge Zanotelli: «Un particolare motivo di delusione deriva dal fatto che tutto questo avviene sotto l´assessorato di Walter Ganapini, che si presenta come il meglio dell´ambientalismo italiano. E lascia passare questa roba?».

Stop al quarto termovalorizzatore della Campania. Non serve più, dice, in sintesi, Guido Bertolaso, nel pieno della bufera giudiziaria, durante la seduta della commissione Ambiente della Camera sul decreto che riguarda anche l´emergenza rifiuti. Una decisione che trova buona accoglienza. Ma lascia aperto anche qualche mistero.

Cosa intende Bertolaso per "quarto" impianto: quello previsto da ben due decreti legge a Santa Maria La Fossa, e sul quale di recente sono emerse le ingerenze dirette del clan dei casalesi in presunta complicità, secondo atti del Gip di Napoli, con il sottosegretario del Pdl, Cosentino? Oppure bisogna pensare che il "quarto" sia in realtà il quinto, quello che Berlusconi annunciò a Napoli il primo ottobre 2008, presente Bertolaso, e che venne localizzato nel giuglianese, dove c´erano molte attese da parte di imprenditori?

«Il quarto impianto, a oggi, non sembra più necessario», ha spiegato il sottosegretario. Bertolaso avrebbe quindi passato in rassegna, aggiornandolo, il piano degli inceneritori. Con frasi che però non spiegano quanto è emerso da scottanti inchieste. Secondo la tesi dei pm - infatti - poi confermata da un giudice dell´ufficio Gip, l´inceneritore di Santa Maria La Fossa era un business del clan dei casalesi. È per questo che, soltanto oggi, il governo ne scopre l´inutilità?

La disamina di Bertolaso è tecnica, come ovvio. Il termovalorizzatore di Acerra sarà collaudato entro febbraio «e già a oggi smaltisce più di quello che si era immaginato». A Napoli, poi, «è stato scelto il sito dell´impianto e ci si avvia a compiere le varie fasi del progetto». Quanto a Salerno, Bertolaso chiarisce che i poteri commissariali sono stati revocati al sindaco Enzo De Luca «ben prima della candidatura alle regionali», ma «al solo scopo di agevolare una definizione positiva della vicenda». Del quinto termovalorizzatore, va da sé, nessuno si ricorda. (co.sa.)