Stile di vita e commercio equo

8 maggio 2010: Giornata Mondiale del Commercio Equo

La proposta di Fair ed Assobotteghe per il World Fair Trade Day in sostegno della Campagna Abiti Puliti

8 maggio. World Fair Trade Day. Giornata Mondiale del commercio equo e solidale. In tutto il mondo migliaia di organizzazioni del commercio equo (produttori, importatori, Botteghe del mondo, semplici volontari) si sono dati appuntamento per organizzare iniziative, dibattiti, lanciare campagne e proposte concrete per cambiare un'economia insostenibile.
Commercio equo significa dignità del lavoro, prezzo equo pagato a produttori e lavoratori, trasparenza della filiera. Vuol dire nuovo modello di sviluppo, fatto di produzioni a misura di persone e di pianeta.
Come Fair, assieme ad Associazione Botteghe del Mondo Italia, abbiamo scelto quest'anno di dare il nostro contributo, promuovendo una campagna che nel corso degli anni è stata capace di tenere ferma l'attenzione sulle condizioni di lavoro nella filiera tessile.
La campagna Abiti Puliti, promossa da una coalizione di organizzazioni e coordinata da Fair, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, coordinamento Nord/Sud del mondo e Mani Tese, ramo italiano dell'internazionale Clean Clothes Campaign, è una delle campagne più autorevoli sul tema. E crediamo sia importante sostenerne le attività, a cominciare dalla giornata dell'8 maggio.

Su www.faircoop.net/faircoop trovate informazioni, documenti, link e soprattutto una raccolta di firme a cui vi chiederemmo di aderire: scaricatela, stampatela, diffondetela a cominciare dall'8 maggio. La raccoglieremo il 20 maggio prossimo, tra due settimana, quarantesimo anniversario dello Statuto dei Lavoratori.


8 maggio 2010: sostieni la raccolta di firme di Abiti Puliti

Il 25 febbraio un orribile incendio ha ucciso 21 lavoratori e ne ha feriti altri 50 nella fabbrica tessile Garib&Garib in Bangladesh che lavora per importanti marchi internazionali fra i quali la H&M, El Corte Ingles e l’italiana Teddy presente con il marchio Terranova.
Unisciti alla campagna Abiti Puliti per chiedere ai marchi, al proprietario dell’azienda e al governo del Bangladesh di assumere impegni immediati per assicurare giustizia alle vittime ed evitare che tragedie come questa accadano in futuro. Il numero dei morti nell’industria tessile bengalese dal 2000 è salito a 230. Data la chiara conoscenza
dei rischi collegati alla mancata sicurezza nelle fabbriche tessili di Dhaka, la mancanza di prevenzione equivale ad una negligenza criminale.
Metti la tua firma per sostenere le richieste dei lavoratori e dei sindacati bengalesi.

Scarica la petizione da www.faircoop.net/faircoop

e rispediscila firmata a Fair, via San Luca 12/38 16124 Genova il 20 maggio, quarantesimo anniversario dello Statuto dei Lavoratori.
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