"Un'esperienza Gioiosa!" ...anche dal cuore di pietra di un mafioso può nascere un fiore - - - di Maria Stanzione

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Ciao a tutti,mi chiamo Maria e ho 19 anni; poco può importare dei miei dati personali, ma ci terrei molto a raccontare a tutti, membri di “Città della Gioia” e non, una stupenda esperienza che difficilmente dimenticherò.

Quest'estate ho chiesto alla mia famiglia, come regalo per il mio diploma, una settimana in un campo di volontariato e studio sui beni confiscati con l'associazione Libera, in Calabria,precisamente a Gioiosa Jonica (RC). Potrebbe essere bizzarro come regalo, poichè tutti i ragazzi preferiscono passare l'estate del diploma bivaccando o dandosi al divertimento sfrenato...ma davvero non lo è stato!

Sono partita da Napoli il 19 luglio, armata di valigia e tanti buoni propositi, e dopo un lungo viaggio, sono arrivata nella stazione di Gioiosa Jonica: soltanto due binari collegati fra loro con una tegola di legno, e pian piano che mi avvicinavo alla ex scuola elementare dove avrei alloggiato, notavo quanto la 'ndrangheta avesse potuto deturpare il posto. C'erano cascine abbandonate, stradoni con pochi e fatiscenti negozi, ma in contrasto con lo squallido operato mafioso c'era un mare stupendo; neanche il paesaggio è stato però “lasciato in pace” dalla 'ndrangheta, quasi a picco sul mare c'era un'imponente ma squallida terrazza in cemento ancora non ultimata annessa ad un plesso alberghiero, che solo in seguito avrei scoperto appartenere ad una famiglia mafiosa.

Il campo è stato dedicato a Gianluca Congiusta, vittima innocente di mafia, ucciso per essersi opposto ad un'estorsione nei confronti del futuro suocero. Al mio arrivo nella ex scuola elementare, oltre agli organizzatori del campo, c'erano già alcuni dei numerosi ragazzi provenienti da tutto lo stivale, che come me avevano il desiderio di costruire qualcosa insieme, sin da subito...

Infatti, lo scopo principale del campo, era quello di dar vita ad un bene confiscato che è stato affidato a Libera ed in particolare al Don Milani, associazione locale, per 25 anni. Il “nostro”bene confiscato era un appartamento con annesso giardino di un ex 'ndranghetista, arrestato a Torino, ed ormai in carcere.

Tutti insieme, armati di strofinacci, sapone,acqua,zappe,rastrelli,decespugliatore, e olio di gomito, abbiamo innanzitutto ripulito l'appartamento ormai spoglio e chiuso da mesi, ed abbiamo estirpato le erbacce cattive, dando vita a quella che sarà un'altra sede del Don Milani, che si occupa di offrire qualcosa di sano, puro e correttamente etico ai giovani di Gioiosa, che altrimenti sarebbero facili prede della 'ndrangheta. Oltre all'attività di riqualifica del bene, abbiamo partecipato a vari incontri con le autorità locali, con Banca Etica, con la scrittrice Paola Bottero e con i genitori di Gianluca Congiusta, che ci hanno raccontato di Gianluca, delle sue passioni ed attività, fino ad arrivare ai tristi dettagli sul processo nei confronti del suo sicario. L'evento più coinvolgente emotivamente è stata la marcia in Aspromonte per ricordare tutte le vittime innocenti di 'ndrangheta e non, il 22 luglio; alla marcia, oltre a Libera, hanno partecipato tantissime associazioni e i familiari di alcune vittime. La marcia ha dietro di sé una storia, che non ha il lieto fine come tutte le storie che vale la pena ricordare; la nostra marcia, oltre ad una serie d soste per ascoltare le vicende di alcune vittime raccontate da amici o parenti, culminava a Pietra Cappa, dove sono stati trovati i resti di Lollò Cartisano.

La storia di Lollò è particolare; faceva il fotografo e risiedeva a Bovalino, fin qui tutto sembra andar bene, fin quando Lollò non vuole pagare il pizzo e malauguratamente viene sequestrato, e da quel 22 luglio 1993, passano dieci anni prima che si ritrovino le sue spoglie, grazie ad una lettera anonima di un ex-pentito, proprio a Pietra Cappa. Una volta giunti nel luogo divenuto ormai giaciglio di Lollò ognuno di noi ha lasciato vicino alla sua foto e alla croce, un sasso con una scritta o un semplice disegno, perchè anche dal cuore di pietra di un mafioso può nascere un fiore.

In seguito alla marcia, insieme agli organizzatori abbiamo conosciuto meglio il territorio, abbiamo visitato il centro storico di Gioiosa Jonica dove è possibile ammirare uno splendido murales rigorosamente anti-'ndrangheta ,ed esplorato la Riserva Naturale della Mongiana, uno spettacolo della natura in provincia di Vibo Valentia.

Quest'esperienza è stata unica, non solo grazie alle persone che l'hanno vissuta insieme a me, ma soprattutto perchè ho avuto l'opportunità di mettere in gioco me stessa e la mia volontà per qualcosa che diventerà parte della comunità di Gioiosa Jonica; ho potuto dare un aiuto concreto ad un territorio incupito dalla 'ndrangheta, che, con l'aiuto mio e dei ragazzi che come me vogliono estirpare l'erbaccia mafiosa, potrà ritornare un giorno ad essere davvero Gioioso!

 

 

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Le foto sono di Maria Stanzione: