PASQUA, INSIEME… PENSIERI, PAROLE, VERSI, IMMAGINI… IN TEMPO DI COVID-19

 Le misure di “distanziamento sociale” per Covid-19 ci costringono ancora nelle nostre case, addolorati per quanto accade nel nostro Paese e nel Mondo. Continuiamo a svolgere alcune attività possibili,  ringraziando quanti ci stanno sostenendo.

Questa newsletter così particolare accoglie solo parole, versi e immagini che alcune amiche ed alcuni amici hanno voluto condividere.

Li ringraziamo di cuore. Seguirà nei prossimi giorni quella dei progetti e di altri messaggi, se arriveranno.

Ci scusiamo per errori di impaginazione, ma i formati pervenuti sono stati i più diversi. Li pubblichiamo in ordine di arrivo.

In questo momento, che ci impedisce l’incontro (la nostra sede di Via Atri rimane per ora chiusa, in attesa delle nuove disposizioni),

ci aiuta moltissimo restare collegati nei tanti modi possibili, anche condividendo, con sguardo positivo, le risonanze che la mente, il cuore e lo spirito

ci suggeriscono. Continueremo  a lasciare aperto questo spazio virtuale di comunità, arricchito dal volto di ciascuno di voi. Insieme…

 

 

INSIEME…

PENSIERI, PAROLE, VERSI, IMMAGINI… IN TEMPO DI COVID-19

 

Angela Cardassi

Angela è una nostra carissima sostenitrice, partecipante, col marito Gennaro, alle nostre iniziative culturali e di solidarietà.

Già funzionario di banca, ha tra i suoi interessi la musica e il canto, partecipando a qualificati cori polifonici. Ci ha regalato questa bellissima

Poesia che esprime in filigrana  una “piattaforma” di Pensiero e Azione.

 

Carissimi, ho accolto il vostro invito ricevuto oggi su WhatsApp e mi sono cimentata in una poesia in napoletano (!),

della cui correttezza ortografica spero non dovermi troppo vergognare: è una lingua vera e propria, con tanto di regole.

Ve la invio, sperando vi piaccia un pochino, con gli auguri per la domenica delle Palme, ormai passata da poco,

una settimana santa piena di ricchezza di spirito e una serena Pasqua di Resurrezione,

che apra ad una nuova speranza i nostri cuori, che ne hanno tanto bisogno.

Angela

 

Pure chist’anno torna Primmavera,

ma nc’ ‘a guardamm’ sul’ p’ ‘a fenesta

quase ce pare ca nun fusse ‘o ver’,

nuie chius’ arint’, ma che vita è chesta?

 

Pure cchiù bbella st’ann anze ce pare,

cchiù ddoce ll’aria, chiena ‘e tant’ aucielle,

cchiù vverd’ e prate, trasparente ‘o mare….

Fors’ ‘a natura senz’ e nuie è cchiù bell’?

 

Pare ca nce vo’ dà chesta lezione:

“Tu te creriv’ ‘r’essere nu ddio, 

su chesta terra aie fatt’ da padrone,

senza rispetto pe’ ’e creature ‘e DDio,

 

senza penzà ca si’ nu poc’ ‘e cennere,

debule, fragile e po’suggett’ a ‘a morte

ca basta meno ‘e niente pe’ te stennere,

t’ ‘a vai pigliann’ sempe po’ c’ ‘a ciort’.

 

Prufitta ‘e chistu tiempo, “età suspesa”,

pe’ ragiunà su ‘e ccose cchiù ‘mpurtante,

abituate a campà senza pretese,

impar’ ad apprezzà chi te sta accant’, 

 

fa’  ‘o bben’ all’ate, nun fa’ mai cchiù guerra,

arap’ ‘o core arido all’ammore

e campa rispettann’ chesta terra,

ca sul’ ‘o bben’ tene viv’ ‘o core.

 

 ‘Aje fatt’ finalmente ‘sta scuperta:

s’apprezza ‘o bbene quann’ ven’ ‘a mancà,

mo’ pure ‘na cammenata all’aria aperta

te faciarria scuppià ‘e felicità”

 

 

 

Giada Negroni

Giada, studentessa universitaria, iscritta al primo anno di Psicologia cognitiva. Partecipa al nostro progetto “Saperi di Speranza”. 

La ringraziamo per questa sua risonanza, che apre al ruolo degli psicologi nella difficile contingenza che viviamo.

 

Questa pandemia è veramente una cosa brutta, invivibile, un malore che può essere sottovalutato ma che uccide,

uccide le persone mentre sono sole, perché anche questo è il Corona Virus, una fila di camion militari pieni di migliaia di bare,

che nessuno ha potuto salutare e che, sfilando in uno dei più tristi cortei funebri della storia, saranno lasciate in uno dei primi cimiteri che avrà spazio per ospitarle. Per evitare il contagio è stato necessario rimanere a casa. 

“A volte devi stare lontano dalle persone che ami, ma non significa che le ami di meno, a volte questo te le fa amare ancora di più.”

Rimanendo a casa, si può capire chi veramente tiene alla nostra persona, chi ti contatta per sapere come stai perché adesso il “come stai?”

è davvero una domanda, chi ti videochiama e chi ti chiama, chi sente la tua mancanza, vicini con la voce e con i pensieri.

Il Corona Virus ci ha fatto capire tutte le piccole o grandi cose di cui non eravamo più grati, quelle che per noi erano ormai scontate:

il semplice gesto di andare a prendere un caffè, andare a fare una camminata a Mergellina oppure abbracciare una persona che vuoi bene,

in questa solitudine spero che tutti abbiano capito il senso della vita e che imparino ad apprezzarla un po’ in più affinché il mondo sia un posto migliore.

Io studio Psicologia e un esame che dovrò dare questo semestre è Antropologia, un ramo di quest’ultima si occupa delle catastrofi:

le catastrofi faranno forza, tante volte siamo stati in bilico sul baratro, ma l'uomo è ancora qui, più forte di prima perché le catastrofi lo hanno fortificato. Io credo sia così.

Un pensiero e una preghiera vanno sempre ai lavoratori di tutti i tipi che mettono a repentaglio la loro vita ogni giorno.

Un abbraccio a tutti voi che mi state leggendo, spero di poterlo fare presto da vicino.

 

P.S: Vi allego un PDF fatto da me riguardante il pensiero antropologico sul Corona Virus.

 

 

 

   Ornella Agrillo. 

Ornella è Socia fondatrice e Consigliera Segretaria della nostra Associazione. In pensione da due anni,

già Responsabile del Dipartimento di Documentazione del Museo di Capodimonte di Napoli.

Co-responsabile del nostro Centro di Documentazione e di Comunicazione. Responsabile della Biblioteca nella sede operativa di Via Atri.

 

In questi giorni in cui l’imperativo dominante è “restare a casa” sto leggendo molto.

Adesso mi sto dedicando alla lettura di un romanzo che molti di voi probabilmente già conoscono, Furore di John Steinbeck.

Pubblicato nel 1939 il romanzo, collocato storicamente negli anni della devastante crisi agricola, economica e sociale

che si abbatté sugli Stati Uniti dopo il crollo della Borsa del 1929, racconta della massiccia migrazione interna

di cui sono protagonisti i contadini americani costretti dalla scarsità dei raccolti ad abbandonare le pianure

inaridite del Midwest e del Sud ovest (soprattutto dagli stati dell’Oklahoma, del Kansas e del Texas) e riversarsi,

lungo la Route 66, verso la California. La terra promessa, fertile e rigogliosa, ricca di alberi di pesche,

di piantagioni di cotone si rivela, in realtà, una sorta di campo di lavoro spinato in cui il proprietario detta

condizioni di lavoro disumane trasformando i migranti in raccoglitori stagionali sottopagati e privati di ogni diritto.

Condizione non diversa, allo stato attuale, per gli immigrati che lavorano nelle nostre campagne, a Castel Volturno o Rosarno,

nel foggiano e in tante parti di Italia o per i contadini messicani e sudamericani che cercano di oltrepassare,

con le loro famiglie, un muro costruito dai vicini statunitensi o per i tanti diseredati nel mondo che cercano di sfuggire

ad un presente di fame e di miseria. Poco è cambiato.

E ora mi chiedo: dopo questo periodo di astinenza sociale, in cui molti di noi hanno avuto il tempo e la possibilità di rivedere

il proprio presente, ma anche di disegnare un futuro diverso, tutto sarà come prima? Molto probabilmente sì, forse anche peggio,

ma facciamo in modo che questo immobilismo non sia vano e sterile per noi, che sia la scossa per affrontare il domani

con maggiore impegno e determinazione, in ambito sociale e politico, per fare in modo che gli ultimi non siano sempre gli ultimi,

soprattutto nei periodi di crisi e di emergenza. Dopo niente sarà come prima, penso, potrebbe andare peggio, ma anche meglio,

grazie al contributo di ciascuno di noi.

“… io ci sarò sempre, nascosto e dappertutto…dove c’è qualcuno che lotta per dare da mangiare a chi ha fame…

dove c’è uno sbirro che picchia qualcuno…sarò negli urli di quelli che si ribellano”, afferma uno dei protagonisti del romanzo.

È l’augurio che faccio a noi tutti in occasione della Pasqua: insieme si cambia.

 

  Enzo Russo

Enzo, Socio fondatore di Città della Gioia e già Segretario, è docente di inglese, da quest’anno in pensione. Marito di Ornella,

è responsabile del Corso di Inglese (il secondo) che si tiene nella nostra sede di Via Atri, ora sospeso per misure governative.

 

History is a sort of continuum, with past, present and future tied up by an indissoluble bond.

We should be aware that in such difficult, atypical days as the ones we are going through now,

only a critical reconsideration and reappraisal of the past will help us get down to the reconstructions that are just behind the corner.

A new start is possible, as well as necessary, but we are in no way authorized to repeat the errors of the past,

even if human memory has proved to be rather short…

Fortunately, our common experience is full of examples coming from people who have succeeded in rebuilding their lives upon

the ruins of their previous failures: instead of falling into despondency, they have been able to learn from their mistakes,

confiding in their own strengths and in the possibility of a better future.

 

“Imagine all the people
Living life in peace
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one”

(Imagine – John Lennon)

If we stay together and act as a community of people sharing sound ideals and sober lifestyles, we shall overcome … someday …

 

 

  Angelo Casteltrione

Angelo è un fotografo professionista, nostro amico e giurato nell’ultimo concorso di Fotografia Sociale “Finestre. Riflessi, riflessioni, racconti”.

E’ sposato con Virginia. Insieme hanno partecipato alla nostra festa per il decennale dell’Associazione presso “Figli in Famiglia”, Ci ha inviato questa bella imagine nel giorno della Domenica delle Palme.

 

 

        

 

   Maria Guida   

Maria, giovane architetto e fotografa, nostra compagna di cammino da anni, ha partecipato a corsi e concorsi di Fotografia Sociale da noi promossi, risultando più volte prima classificata e partecipando, poi,  alla Giuria. Ha organizzato con noi la personale di fotografia sociale “Essere umano” sulla esperienza di volontariato con immigrati africani in Sicilia e sulla violenza contro le donne. Abbiamo in cantiere la Mostra “Bangladesh. Distanti ma non distinti”.  E’ Presidente dell’Associazione “A.MA.TI” per la informazione, formazione e prevenzione della patologia tiroidea.

 

Il Pane della Vita risorge ogni giorno nelle nostre case,

come in una Resistenza,

senza arrendersi mai.

Qualcuno chiedeva “Cosa conta di più? l’Amore o la Morte”,

la risposta di Chi è morto per l’amore è…'conta di più la Vita'.

Una mattina mi sveglierò…

e le genti diranno che bel fior…

Auguri di Buona Pasqua
#resistiamo #risorgiamo

 

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  ph Maria Guida

 

 

Carmen Sabatino 

Carmen è’ una delle universitarie da noi accolte e seguite, iscritta al primo anno della Facoltà di Architettura della Federico II.

Proveniente, con le sue amiche Giada e Martina, dall’Istituto per la Ceramica di Capodimonte “Caselli-De Sanctis”,

desidera realizzare il sogno di diventare architetto.  Come tutti gli studenti, sta svolgendo i suoi corsi e gli esami in calendario con modalità telematica.

 

Mi ritrovo a scrivere qualcosa per questa situazione, per questa festività, perché purtroppo non possiamo riunirci,

ma fortunatamente abbiamo un qualcosa che ci tiene in contatto in modo perenne, la tecnologia.

In questi giorni così difficili la tecnologia ci è di grande aiuto, ci fa tenere vicini chi in realtà sta lontano,

ci permette di vedere anche se non di toccarci, ci permette di vivere qualcosa, che seppur non reale,

che seppur non si adegua alla nostra vita di sempre, è comunque meglio di stare chiusi in casa perdendo del tutto i contatti col mondo.
Una situazione abbastanza difficile, perché chi si sarebbe aspettato che un giorno per far del bene a chi amiamo avremmo

dovuto tenerlo lontano, che non possiamo abbracciarci per evitare un qualcosa che non possiamo gestire,

tutto troppo complicato per la città dei fuochi che vive di abbracci, risate e famiglia soprattutto nelle festività,

dove le famiglie si riuniscono, e ancora prima noi giovani ci riuniamo con gli amici, dove gli auguri non si negano a nessuno,

dove si mette da parte qualsiasi cosa perché è festa.
Complicato sì, ma sono sicura che riusciremo a superarlo, che se restiamo uniti con i cuori,

ma lontani fisicamente, riusciremo a far passare tutto questo che resterà solo una storia, che magari andrà sui libri

e che un giorno racconteremo, ma che sarà comunque passata.

In questa settimana, in questo giorno e in questo periodo vi abbraccio tutti forte, come forse non ho fatto mai,

e vi auguro di trascorrere, per quanto possibile, nel migliore dei modi questi giorni particolari seppur difficili,

e teniamo tutti duro che torneremo a vivere le nostre vite e a riabbracciare chi tanto amiamo.

 

Martina Nasti 

Martina, con Giada, Carmen, Ilaria e Orazio, è proveniente dall’Istituto “Caselli-De Sanctis”, dove ha conseguito la maturità.

Il suo desiderio è di lavorare nel mondo del maquillage e, comunque, di lavorare.

Con Carmen e Giada ha presentato al Convegno sull’ “Autonomia regionale differenziata”,

da noi organizzato il 17 gennaio, il documento scritto dai giovani “IO CHE POSSO FARE”.

 

“Ci siamo addormentati in un mondo,

e ci siamo svegliati in un altro,

improvvisamente Disney è fuori dalla magia,
Parigi non è più romantica,
New York non si alza più in piedi,
il muro cinese non è più una fortezza e la Mecca è vuota.
Abbracci e baci diventano improvvisamente armi,

e non visitare genitori e amici diventa un atto d'amore.
Improvvisamente ti rendi conto che il potere, la bellezza e il denaro non hanno valore”.

 

Questo è un pensiero che sta girando sui social ed io lo voglio condividere con voi, perché sono pienamente d’accordo con queste parole.

Questa quarantena ci sta facendo vivere un incubo ma allo stesso tempo, quando tutto finirà, tutto avrà un senso, anche i più piccoli gesti,

i rapporti si saranno intensificati o si saranno persi perché rivelatisi senza sentimento, apprezzeremo di più la vita

e tutti la vivremo appieno pensando che è meglio fare oggi ciò che vorresti fare domani perché domani non sai cosa ti aspetta.
Con queste parole voglio essere vicino a tutti voi, così, perché se ci facciamo forza tutti insieme

ANDRÀ TUTTO BENE❤

Martina

https://domenicopizzuti.blogspot.com/">https://domenicopizzuti.blogspot.com/

PASQUA MENO RETORICA E PIU' MISTERO DI FEDE. COME HA SUGGERITO ALBERTO MELLONI SI POTREBBE, IN FAMIGLIA GIOVEDI' SANTO E A PASQUA, I GENITORI, IL NONNO/LA NONNA BENEDIRE E SPEZZARE IL PANE ED IL VINO. SAREBBE UNA PASQUA DI RESURREZIONE PIU' VICINA.

CON TANTI AUGURI

 

 

 

Maria Grazia Chiofalo

Maria Grazia è Socia dell’Associazione. Medico, opera alla Fondazione “Pascale” di Napoli, specialista in patologie della tiroide. Co-fondatrice dell’Associazione “A.MA.TI”.

 

In questo periodo così particolare il pensiero non può non andare alle persone che vivono nell’insicurezza e nella precarietà,

senza un lavoro sicuro, ai tanti poveri che pagano il prezzo più alto in  questa complessa situazione.

Il pericolo è di sentirsi schiacciati e sopraffatti dallo scoraggiamento.

Il senso di impotenza che tutti noi proviamo, può condurci, con un atto di fede,

a un totale abbandono in Colui che continua a creare resurrezioni in questa nostra umanità così ferita e martoriata.

E oggi più che mai continua a dire a tutti noi: Non temete...“ Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20)” .

 

Buona Pasqua.

 

   Felicia Luciano Felicia  ha conseguito, nell’ambito progetto “Saperi di Speranza,  la laurea triennale  in Design di Moda, completando la preparazione all’Accademia della Moda di Napoli. Ha già vissuto molteplici attività formative e lavorative presso realtà ed aziende varie. Ha contribuito all’elaborazione grafica del nostro Calendario sul tema dell’acqua.  

Ho cercato di scrivere una poesia, chiedo venia anticipatamente,

perché il mio napoletano scritto temo sia pieno di errori.

 

si intitola : "Stu Core ca vo Ammore"

 

L'uocchie so trist
O core sta musce
E nu poc si ce pens me tremmen e cosce.
Si, pur ije teng paur,
E lacrime scennen chiane chiane
Si pens ca tu a me staje accussì luntane.
Ma o pensier mje e chiù fort
'nsieme putimm superà sta mort,
Sì è over, ce vo pure nu poc e bona ciort,
Ma nun te preoccupà
Sti juorne trist tenen vita cort.
Dummeneche è Pasqua
O Signore ce benedice,
E finalmente e pe semp, te vogl vedè felice!
Puorte pacienza, n' at ppoc ancor
Sul accussì, furnesce stu dulor…
Te facce vedè ca dimane ce scetamm
E tutt cuntent scennenn a 'ngopp alluccamm,
Niente chiù dulor,
ma sul e pe semp Ammore.. Ammore.. Ammore!

 

 

 Lea, Pietro, Giuseppe e Giuditta dalla California

Questi nostri carissimi amici siciliani sostengono la nostra Associazione dalla sua nascita e partecipano al nostro progetto di sostegno a distanza in Sri Lanka “Tsunami della Solidarietà”. Quando traslocarono negli Stati Uniti, decisero di vendere alcuni loro mobili e accessori vari, il cui ricavato fu destinato alle attività di Città della Gioia. Pubblichiamo anche un disegno di Giuditta.

 

Anche qui si combatte il coronavirus stando a casa.

Il tessuto urbano permette di fare ancora passeggiate ma facendo attenzione a mantenere 2 m di distanza.

Sia Giuseppe che Giuditta hanno cominciato le lezioni online e io e Pietro lavoriamo da casa.

I bambini cercano di tenersi impegnati (hanno pure campeggiato nella stanza di Giuseppe!)

ma l’aspetto sociale alla loro età è quello più importante, manca il contatto con gli amici! 

Per prepararci alla Pasqua abbiamo realizzato gli agnellini di pasta di mandorle come da tradizione palermitana.

Vi mando una carrellata di foto.

Un abbraccio forte da tutti noi!

Lea

    

 

Federica De Masi – Studentessa in Medicina napoletana, è stata la prima ad attivarsi per una raccolta fondi a favore dell’Ospedale Cotugno di Napoli, in frontiera dalla prima ora per la cura al Covid-19. Una raccolta fondi che ha superato i 900.000 euro e che abbiamo promosso anche noi.

Quello che vorrei condividere con voi è una cosa che ho scritto qualche giorno fa

Lettera per covid-19

Come se fossi qui davanti a me
Come se avessi un’anima
Delle emozioni e fossi vivo non per uccidere ma vivo per vivere e sentire.
Ci hai intrappolati
Ci hai privati dell’affetto
Del calore umano
Del sole del mare e dell’aria.
Ci hai privati dei contatti
Ci hai privati di sentirci sempre quella pienezza dentro che solo uno sguardo complice può darci.
Ci hai tolto Le spalle su cui contare mentre camminiamo
Ci hai tolto la vita che tu non hai mai avuto e che ti vuoi prendere risucchiandoci
Lasciandoci dentro le nostre quattro mura.

Ma noi continueremo ad esserci (Non tu. )
🌷

*Mai giorno più desiderato di quello in cui potremo di nuovo vederci, scambiarci, toccarci e sentirci.

 

Federico Filippi

Federico, Archeologo, con laurea magistrale, ci scrive da Padova, dove segue un Corso di specializzazione.  Ha collaborato col Movimento Onda Anomala alle attività comuni e alla condivisione di CASA33, la nostra sede operative di Via Atri. Ha guidato una visita agli scavi di Pompei, promossa dal nostro Centro Culturale. Ha partecipato a corsi e concorsi di Fotografia Sociale. Vive da solo la sua quarantena padovana.

 

 

Il "panorama" che si vede dalla finestra della mia cucina padovana non è granché, anzi, dà l'idea di un luogo anonimo e provinciale:

non c'è un vulcano, non ci sono montagne, non c'è il mare, non c'è l'aria di questo mare e non c'è storia!

Nonostante tutto cerco in quello scorcio di cielo il tramonto.

Anche se incommensurabilmente meno bello di quello della mia casa al Sud (e che fortuna ad avercela!),

rimane sempre lo stesso sole che, anche in questi giorni di solitudine, quando è bel tempo,

illumina questa orribile cucina padovana e mi fa sentire a casa, nella stessa casa dei miei affetti lontani.

È come se quel sole facendo luce su quei fili invisibili che ci legano agli altri, famiglia e non,

risvegliasse in me quella consapevolezza di far parte di un tutto di tutti.

 

 

    Isabella De Stefano e Maurizio Di Bianco

Isa (docente) e Maurizio (ingegnere), moglie e marito,  sono Soci fondatori dell’Associazione. Isa responsabile del progetto “Saperi di Speranza”  (formazione universitari), Maurizio Tesoriere.  Entrambi partecipano al Consiglio Direttivo e sviluppano attività sia orgnizzative che di volontariato.

 

“Finestre” è stato il titolo di un nostro concorso fotografico. Era un invito a fermare la nostra corsa quotidiana

per guardare in quelle finestre il nostro essere umani, l'essenza che ci lega e ci rende fratelli.

Ora, in questo momento di sospensione assurda, le finestre sono il nostro osservatorio sul mondo,

l'unico punto da cui guardare il nostro orizzonte. Prego che esse non si chiudano più   

e che, quando saremo liberi, continueremo a guardarci, a tendere le mani,

a cantare e a suonare per affermare che siamo esseri umani e fratelli.

Con gli auguri di una serena Pasqua alla grande famiglia di Città della Gioia

Isa e Maurizio