SOTTO LE MACERIE DELL'UMANITA' - Ad Assisi per la Pace
SOTTO LE MACERIE DELL’UMANITA’
Note a margine della Giornata per la Pace ad Assisi
Abbiamo aderito come Città della Gioia ETS, e ci siamo stati, ad Assisi, il 10 dicembre scorso, per
l’Incontro Internazionale delle Costruttrici e dei Costruttori di Pace; e per la successiva Marcia
straordinaria della Pace e della Fraternità da Santa Maria degli Angeli alla Basilica di San Francesco,
cuore pulsante del saluto del Santo assisano “Pace e Bene”. Nel 75mo anniversario della
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (10 dicembre 1948-2023).
Nella grande sala della Domus Pacis, piena all’inverosimile del Popolo della Pace, quattro ore e
mezza di interventi, anche online, sono stato spazio e tempo preziosi per approfondire l’esigenza di
Pace nel mondo, in particolare nel drammatico conflitto, in atto, tra Israele e Hamas, di fatto con la
Palestina. Si inserisce nell’ingiusto percorso nel rapporto Israele-Palestina, quando nel 29 Novembre
1947 nacquero “gemelli” nella prospettiva, mai realizzata, di due Popoli e due Stati. Ben prima,
quindi, del 7 ottobre scorso, ulteriore spartiacque generato dallo ferocia terrorista.
Dati agghiaccianti e crudeli vengono proposti ai presenti dagli interventi previsti dal rigoroso
cronoprogramma, coordinato da Flavio Lotti, Presidente della Fondazione Perugia-Assisi per la
cultura della Pace. Andrea De Domenico, Direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il
Coordinamento degli Affari Umanitari per i Territori Palestinesi Occupati (OCHA) ne sottolinea
alcuni ad oggi: oltre 17.000 morti (di cui migliaia di bambini; NdR), 45.000 feriti, su 36 ospedali solo
12 funzionanti nel sud della Striscia di Gaza e 2 nel nord, e con difficoltà. Si opera senza anestesia,
anche per le amputazioni! Centinaia di migliaia di persone nel Nord ancora sotto l’attacco dei
devastanti bombardamenti israeliani. In Cisgiordania le cose non vanno meglio. Una terra dilaniata,
occupata, dove è urgente e fondamentale costruire un ponte di rispetto dei diritti umani e del diritto
internazionale.
Francesca Albanese, Relatrice del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite per i Territori
Palestinesi Occupati, afferma con tristezza e verità che “si è perso il senso della Pace”. Pace che in
Palestina non c’è mai stata. Derubricata dalla politica occidentale, anche italiana, disconoscendo di
fatto gli accordi di Oslo. ”La pace si costruisce con la pace” , non con gli oltre 300 insediamenti illegali
dei territori palestinesi, sottoposti da 56 anni agli ordini militari israeliani. Ciò che sta accadendo in
Palestina, le distruzioni, la morte, anche di migliaia di bambini, il controllo che gli israeliani
preannunciano fanno intravedere una Gaza che non esisterà più, con milioni di profughi e di
rifugiati. Necessario e urgentissimo rimettere in campo, nella verità, un sistema di valori (libertà,
dignità), riconoscendo il dolore di entrambi i contendenti, per camminare insieme, respingendo la
de-umanizzazione in atto, generatrice, di fatto, di un drammatico genocidio e di apartheid dei
palestinesi.
Ipotesi di soluzioni? Riconoscere lo stato palestinese subito, con una soluzione del conflitto non
violenta e politica. Con l’aiuto dell’ONU e di una società civile organizzata che dal basso costruisce
cammini di Pace e di Riconciliazione. Come le reti israeliane e palestinesi di Donne, che devono
necessariamente entrare nei processi decisionali e che vogliono un “cessate il fuoco” che possa
mettere fine al conflitto e all’occupazione. Libertà e Giustizia: Marco Mascia, Presidente del Centro
di Ateneo per i Diritti Umani Antonio Papisca dell’Università di Padova, declina il tradimento di
questi obiettivi sotto il profilo giuridico e penale del diritto internazionale e dei Diritti Umani. E
ricorda come tali diritti siano presenti nella nostra Costituzione italiana antifascista.
Tanti gli interventi che si susseguono. Ricordiamo, da quello di Flavio Lotti, la proposta indirizzata
all’ONU di riconoscere la Palestina come stato membro e di spostare la stessa ONU da New York a
Gerusalemme, capitale dell’Umanità, della Pace, della Riconciliazione. La Sindaca di Assisi, Stefania
Proietti, a Dubai per la Cop28, ricorda il legame tra le guerre e la questione ambientale (tutto è
connesso), come Beppe Giulietti, di Articolo 21, che ricorda l’importanza di una informazione libera
e i 70 giornalisti ammazzati nel conflitto. E don Luigi Ciotti, di Libera, sottolinea come i potenti sono
lontani dalla gente e dalla realtà, e come producano guerre non solo con le armi, ma con un sistema
economico-finanziario iniquo. “Dov’è questo Occidente culla della Civitlà?” . Gli fa eco p. Alex
Zanotelli, che accusa anche la stampa italiana e ricorda come il 10% dell’umanità consuma il 90% di
beni, controllati dal sistema finaziario/economico, e ancora, come quel 10% produca miseria (100
milioni di baraccati in Africa, un miliardo nel mondo). E le armi: 2240 miliardi di dollari spesi in
armamenti, per proteggere lo stile di vita. Con Papa Francesco che continua a richiamare l’attenzione
del mondo sulle questioni interconnesse di pace-giustizia sociale-fame–emigrazioni-emissioni
nell’atmosfera di inquinanti. Infine, Maurizio Landini, Segretario generale della CGIL, a sottolineare
che oggi la guerra è strumento di regolazione dei conflitti, con un enorme aumento delle spese
militari, anche nucleari: Lavoro: non solo lottare per l’affermazione dei diritti umani, ma anche per
non essere sfruttati. Siamo dentro una crisi della democrazia. Meno votanti nel mondo: c’è rottura tra
realtà e rappresentanza politica.
“Coraggio, Costruttrici e Costruttori di Pace!”. E’ l’appello accorato che emerge un po’ da tutti gli
interventi. Coraggio, nonostante…
E il Popolo della Pace, nel pomeriggio, si mette in Marcia, insieme, preceduto dalla grande bandiera
multicolore tenuta da giovani e adulti. Mentre saliamo verso Assisi, chiedo a due di loro, scout di
Empoli, alla prima esperienza della Marcia, quale parola porteranno e racconteranno a casa. Ai loro
amici. “Entusiasmante!” mi rispondono. Arriviamo in Piazza, sotto la basilica di San Francesco. Porto
nel cuore, come un nuovo seme, quella parola. Anche a Messa, che conclude la giornata per chi
liberamente può o desidera parteciparvi. “Entusiasmante”. Si, davvero i giovani possono pronunciare
e incarnare Parole e Cammini nuovi di Pace e di Riconciliazione per l’Umanità. Alla parola
“entusiasmo” la Treccani, per l’uso comune, indica: “sentimento intenso di gioia, di ammirazione, di desiderio per qualche cosa o per qualcuno, oppure totale dedizione a una causa, a un ideale”.
Giovani della Pace, coraggio! Avanti. Insieme.
Pasquale Salvio
Assisi, 10 Dicembre 2023