Città della Gioia onlus e Liceo Scientifico "Bafile" dell'Aquila, un atto d'intesa nell'amicizia, guardando al futuro

L’occasione è stata la firma dell’atto d’intesa tra il Liceo Scientifico Bafile dell’Aquila e Città della Gioia onlus per il progetto “L’Aquila 2019 e la conoscenza reciproca. Ma la narrazione di Isabella va oltre la cronaca e  ci consente di cogliere sentimenti, valori e istanze di un “incontro” che, nella gioia di condividere il cammino di speranza, evidenzia il bisogno di ricostruire le relazioni e la fiducia delle comunità.  Che chiedono Vita.

Grazie ai nostri amici del Liceo Bafile, a Iride e alla nostra  Isabella.

 

L’AQUILA,  UNA GIORNATA SPECIALE

Nel cuore delle ferite del terremoto e di una vita sospesa,

la forza e la dignità di un popolo che (ri)costruisce il futuro.

Anche con i docenti e i giovani del Liceo Bafile, protagonisti.

Che emozione cari amici, siamo tornati da poco alle nostre case e, nonostante la stanchezza, sento l’urgenza di raccontarvi questa meravigliosa giornata dall’inizio, se avete la pazienza di leggere queste mie parole. Alle 7 stamattina Pasquale e Gabriella “gioiosi” come sempre ci attendono ai nostri portoni, mio e di Enzo. Subito una bella sorpresa, verrà con noi il tesoriere Francesco, che ha preferito condividere questa esperienza, rinviando i piccoli lavori di manutenzione domestica programmati. Una concessione di Ketty, esclamo io, malignando. “Sfrocoliamo”  Franco dal primo momento, accusandolo di essere con noi per impedirci di sperperare il patrimonio in souvenir e altre spese frivole. Naturalmente sta ai lazzi e agli sfottò, ricordandoci che se non fosse per lui Ketty, complice Pasquale, dilapiderebbe le sostanze di famiglia, e che famiglia con tre figli! Partiamo e senza intoppi  arriviamo in autostrada. La giornata è splendida, soleggiata e tiepida, un assaggio di primavera. Io mi sono dotata di appunti sull’Aquila, scaricati da Wikipedia, che propongo loro per rispolverare un po’ di notizie sulla nostra meta. E’ da soggettoni, direbbero i miei figli, è da prof secchiona direbbero altri, ma io, forse per deformazione professionale, non posso essere impreparata.

 

Giunti in Abruzzo, ci accoglie un paesaggio suggestivo, le cime degli Appennini innevate  e una natura incontaminata, dovunque sulle pendici dei monti decine di paeselli arroccati, una vera delizia. Siamo presi da un’euforia da vacanzieri, progettiamo vacanze e gite, da trascorrere naturalmente insieme. Spolveriamo le nostre conoscenze sulla regione e le condividiamo allegramente. Siamo sereni e spensierati.

La nostra navigatrice, Gabriella, compete eccellentemente con la voce metallica del  Gps satellitare. Con santa pazienza, Pasquale, a tratti un po’ disorientato, non sa  a chi dare retta delle due, ma è un autista in gamba e in tre ore arriviamo all’Aquila. Ci dirigiamo subito verso il liceo Bafile, dove ci attendono Luisa e Cristina, rispettivamente vicepreside e primo collaboratore del dirigente scolastico. La struttura è grandissima e si trova nella parte moderna della città, su una collina soleggiata, una specie di polo scolastico perché accoglie ben  tre scuole superiori.


 

Ci accoglie Luisa, seguita da Cristina, e ci abbracciamo come se ci conoscessimo da tempo. Insieme a Walter Cavaliere, il collega che cura i progetti oggetto della nostra intesa, ci accomodiamo nella presidenza, dove ci raggiunge subito il direttore amministrativo, persona affabile e cortese. Luisa, che ha tenuto con la nostra associazione, attraverso il nostro Pasquale, una viva e costante comunicazione, ci illustra i progetti che insieme con Walter, esperto di Storia contemporanea,  coinvolgeranno gli alunni del Bafile.

       

 A mezzogiorno ci raggiungono quattro alunne impegnate nella realizzazione di studi su ipotesi di recupero e ricostruzione del territorio aquilano. Saranno loro, gli studenti, i protagonisti della rinascita di questa terra martoriata.

 

 Sono loro, ci spiegano Luisa e Walter, ad aver sofferto di più le conseguenze del sisma, sul piano psicologico oltreché materiale. Molti studenti e le loro famiglie  hanno dovuto lasciare le loro abitazioni e trasferirsi in centri distanti dall’Aquila, lungo la costa. Ogni giorno percorrono chilometri per raggiungere la scuola, ma più del disagio materiale, pesa su di loro un senso di smarrimento, la perdita di punti di riferimento, di centri di aggregazione. Ci spiegano che benché abbiano superato i tragici momenti dell’emergenza, la loro vita rimane sospesa: le certezze che derivano da abitudini e consuetudini comuni,  i tanti gesti quotidiani che caratterizzano una comunità, sono stati spazzati via dal sisma. I giovani sono i più colpiti, a loro l’istituto offre sostegno e protezione, ne siamo colpiti. Queste parole ci toccano, ma solo più tardi ne capiremo appieno il senso.

      

 Alle 13 circa ci spostiamo in una sala più grande dove hanno allestito un lauto buffet, organizzato da Cristina. Intanto ci raggiunge anche il Preside, ansioso di conoscerci e dopo uno scambio di semplici e graditi regali, ha inizio il banchetto. Il menù, già ricco e gustoso è  integrato delle nostre sfogliatelle, acquistate da Pasquale e Gabriella e molto apprezzate dai nostri ospiti.

 

   

 

Dopo un’ora ci infiliamo tutti nelle auto e ci dirigiamo verso il centro storico che dovremo  percorrere a piedi. La tristezza che avevamo subito colto negli occhi dei nostri amici aquilani, si materializza davanti a noi. Ovunque polvere e calcinacci,  transenne e impalcature ingabbiano gli edifici e ingombrano le strade. E’ un paesaggio spettrale, in cui l’unico dinamismo è affidato alle decine di mezzi dei vigili del fuoco, della polizia e delle imprese edilizie impegnate nella rimozione dei detriti. Percorriamo un buon tratto finché due poliziotti ci avvertono che è impossibile proseguire.


              

Osserviamo le vetrine spoglie dei negozi abbandonati e le profonde lesioni che deturpano i bei palazzi monumentali, la piazza del Duomo polverosa, la cupola scoperchiata. Cerco di immaginare com’era prima, il passeggio elegante nei giorni di festa, le comitive dei giovani che il sabato e la domenica animavano queste strade. I nostri amici riescono a leggere  nei nostri volti e nelle nostre espressioni, e ci confortano, esprimendo nuovamente la loro gratitudine.

 

 

 

Arriva il momento di salutarci, ci attende Iride, vicesindaco di Avezzano, che ci ha messo in contatto con il liceo Bafile e con la quale abbiamo appuntamento. Alle 16,00 la incontriamo insieme con il marito, alla periferia della cittadina. Enzo scende dall’auto e si catapulta a salutarla porgendole  il cestino di primule appena acquistato.  Si guadagna i baci di Iride, colpita dall’impetuosità del gesto. Anche noi ridiamo divertiti dalla scena e questo risolleva un po’ il morale. Iride e il marito ci guidano verso il palazzo comunale, un bell’edificio in stile Liberty, costruito agli inizio del ‘900 e ubicato nella piazza principale di Avezzano.

      

Visitiamo alcune delle sale più belle e rappresentative del palazzo. Iride ci parla delle vittime del sisma, molti giovani studenti, del dolore delle famiglie, come la sua, suo nipote ventenne è morto nel crollo di una palazzina. Dal  suo racconto sofferto, comprendiamo il  bisogno di condividere con noi il dramma che vivono i familiari delle vittime, il senso di solitudine e di abbandono che soffrono. “Cosa possiamo fare per alleviare la sofferenza? Cerchiamo insieme una soluzione?” ci chiede Iride, spontaneamente e semplicemente, come si è soliti fare con le persone che sentiamo vicine. Mi colpiscono di lei, e prima di Luisa e Cristina, le  tre protagoniste di questo incontro, il senso concreto della vita, il modo diretto di guardare ai problemi e di affrontarli, il bisogno urgente di trovare soluzioni, la fermezza e la dignità con cui chiedono aiuto e conforto, in un’ottica di impegno civile.

Prima di rimetterci in viaggio ci ripromettiamo di rivederci presto, in occasione della premiazione del concorso del liceo Bafile, che si terrà il 5 giugno. Noi ci saremo  insieme ai nostri Concittadini della Gioia.

Credo di avervi raccontato tutto, mi perdoni la delegazione aquilana di qualche omissione. Grazie a Pasquale e Gabriella per aver preparato questo incontro con amore e l’impegno di sempre.

 Isabella De Stefano


Foto di Pasquale Salvio. Le due sulla firma dell’atto d’intesa sono di Luisa Nardecchia.