Le nostre interviste. Incontriamo Fausto di Rete Shukran, per e con le persone senza dimora. Formazione, incontro, confronto, sperimentarsi, farsi carico: alcune parole-chiave dell'impegno di Rete.

  intervista  a cura di Pasquale Salvio

Continua il nostro viaggio nel mondo dell'impegno sociale napoletano e nazionale. Incontriamo Fausto Turi, volontario di Rete Shukran e membro de La Comunità per lo Sviluppo Umano - Equipe Napoli, che, con il Movimento Onda Anomala, il Gruppo "Siamo noi" e Città della Gioia Onlus, dà vita alla Rete. Da qualche mese Fausto offre anche un servizio di strada volontario come esperienza nella più vasta progettazione di Shukran. Lo ringraziamo e... a lui la parola...


Una rete per i senza dimora a Napoli: cos’è Rete Shukran? Come la vivi?
Rete Shukran nasce dall’incontro di alcune realtà da tempo operanti a Napoli nel campo del sociale, su varie tematiche – non solo quella dei senza dimora – ma che in vario modo si sono ritrovate unite da una sensibilità affine, da uno stile abbastanza simile nell’agire e presentarsi all’esterno, da uno stesso senso critico verso la società in generale ed in particolare verso la deriva di disgregazione e decadenza che interessa su vari livelli la città di Napoli. Non è facile creare una rete di associazioni, spesso in passato ho verificato come queste, pur partendo con le migliori intenzioni, naufraghino poi inesorabilmente nell’esigenza di rivendicare la propria specificità  ed individualità rispetto agli altri, cosa che denota quanto talvolta siano immaturi e guidati da scopi personalistici e di autoaffermazione i progetti sociali e di volontariato. Del resto è sotto gli occhi di tutti quanto sia frammentata la realtà cittadina, con comitati e contro comitati di ogni genere su qualunque tema. Per Shukran è stato diverso; l’idea di rete è rimasta in piedi persino quando alcuni se ne sono distaccati, e per mesi non si è riusciti ad avviare progetti concreti e sono stati commessi alcuni errori strategici: queste cose hanno spinto le realtà ad una utile riflessione interna, anziché a rinunciare, e questo è interessante.

 

Tu vivi l’esperienza de La Comunità per lo Sviluppo Umano: come concili quest’orizzonte d’impegno con il farti prossimo alle persone senza dimora?
Il tema dei senza dimora non era un tema operativo specifico de La Comunità per lo Sviluppo Umano prima di entrare nella rete, nel senso che noi non avevamo e non abbiamo tuttora progetti nostri, autonomi dalla rete, su questo tema: per noi l’impegno per e con i senza dimora riguarda esclusivamente l’attività all’interno di Shukran. La Comunità per lo Sviluppo Umano è un organismo del Movimento Umanista, una corrente di pensiero che pone l’essere umano come valore centrale e propone un discorso evolutivo individuale e contemporaneamente – quindi – collettivo, attraverso il perseguimento di una maggiore coerenza interna, con un’attenzione a se stessi ed alla propria interiorità, e lo strumento della nonviolenza attiva (per saperne di più: http://www.lacomunita.net/chi-siamo/item/6-la-metodologia-dazione-la-nonviolenza-attiva). La nonviolenza attiva è l'aspetto che ci interessa usare sul tema senza dimora; non siamo interessati ad azioni tampone, non vogliamo portare avanti azioni che creino una dipendenza delle persone senza dimora da noi volontari sulle quali addirittura queste potrebbero assopirsi, vogliamo costruire insieme percorsi di riconciliazione con se stessi, umanizzazione, integrazione e riappropriazione della propria vita.


In cosa consiste la tua esperienza di servizio in strada a queste persone?
All'interno della Rete Shukran è stato proposto qualche mese fa che i volontari che non avevano esperienza di strada con i senza dimora prendessero in considerazione di farne, se lo ritenevano opportuno, con altre associazioni, in attesa che la Rete attivasse progetti propri di contatto, monitoraggio, assistenza. Così da 6 mesi, una volta a settimana, il giovedì sera, sto facendo quest'esperienza con un'associazione napoletana, Siloe ( http://www.associazionesiloe.flazio.com/ ), di cui in effetti sentivo l'esigenza anche per poter stare in Shukran con maggiore, concreta cognizione del tema. Con gli altri volontari di Siloe portiamo assistenza ai senza dimora in vari angoli di Napoli, monitorando la situazione cittadina, stabilendo relazioni umane interpersonali, laddove cibo, vestiti, coperte sono la chiave per stabilire un primo contatto, oltre che un aiuto per sopravvivere. Siloe segue poi i senza dimora a vari livelli, indirizzandoli verso ambulatori medici adeguati, avvocati per i permessi di soggiorno, centri di disintossicazione, etc. Si stabiliscono così tra volontari e senza dimora rapporti interpersonali particolari, complessi, anche di amicizia, in cui però il volontario è chiamato responsabilmente ad essere sempre cosciente del proprio ruolo.

 


Quali sono i sentimenti, le valutazioni, i desideri che nascono da quest’incontro?
Le mie considerazioni sono in divenire continuo perchè sono esperienze che faccio da 6 mesi soltanto. Mi provoca molta indignazione, ma non rassegnazione. Ascolto le storie e capisco meglio come possa succedere che si finisca a vivere in strada, e come possa accadere a chiunque. Vedo che il volontariato rappresenta in pratica l'unico ponte, l'unico contatto reale tra i senza dimora ed il resto della città. Il muro che c’è tra i senza dimora ed il resto della cittadinanza crolla stabilendo contatti umani, non con facili discorsi ideologici. La figura e l'opera del volontario viene quasi sempre travisata dalla cittadinanza a causa di una serie di retaggi religiosi, politici e persino letterari, per cui ho scoperto che purtroppo serve anche un grosso lavoro di sensibilizzazione per chiarire alla società civile – prima di tutto ad amici, familiari, conoscenti… – una serie di cose che sinceramente io credevo scontate, tipo che il volontario non è un eroe, e che se ci si aspetta che 4 volontari salvino il Mondo stiamo freschi; poi osservo le strumentalizzazioni della politica che si muove solo per convenienza, o se costretta e comunque solo se avanzano fondi in coda al bilancio. Ancora: come una società spietata, basata sulla competizione e la selezione, spinga le persone in qualche modo a considerare i senza dimora dei perdenti e basta, inadeguati, in qualche modo incapaci di stare al Mondo, responsabili della propria situazione.


Rete Shukran ha un suo progetto condiviso, a cui partecipi. Quali priorità a tuo avviso e quali proposte?
La formazione, il confronto continuo tra i differenti punti di vista, l’incontro non solo coi senza dimora ma anche con i cittadini napoletani, il farsi carico personalmente di parte del progetto, sperimentandosi senza timori. All’interno della rete si sono istituiti vari gruppi di lavoro che non coincidono con le associazioni componenti ma ne sono trasversali; credo sarebbe il caso – sempre nel rispetto di uno stile d’azione condiviso – di lasciare per un po' i gruppi molto liberi di muoversi, così da sperimentarsi e stimolare ciascuna individualità ad uscir fuori, senza timori.

   Grazie, Fausto!

 

Immagini tratte dalla Rete internet e da FaceBook{jcomments on}