Ponticelli dedica la sala di lettura della Biblioteca all'indimenticato prof. Giorgio Mancini

  di Pasquale Salvio                                                       logo Associazione Ponticelli tratto dalla Rete

Fu nel cuore degli anni ’80 che lo incontrai nella tipografia del Sig. Vincenzo, a Barra. Lì correggevo le bozze per il “si stampi” del periodico mensile “Piazza del Gesù”, della Cvx del Gesù Nuovo di Napoli, che avevo fondato, e che era diventato una bella realtà, col suo manipolo redazionale  che “dirigevo”.  Il prof. Giorgio Mancini  entrò nella mia vita, con tratti di umanità e di comunicazione che mi colpirono subito. Era lì, per la pubblicazione di uno dei suoi tanti libri o studi, affidati alla sapiente e competente professionalità del Sig. Vincenzo, un amico ancor oggi.  Sfogliò il nostro “giornalino”, con interesse. Gli piacque. Si soffermò sulla rubrica  che descriveva Napoli, i suoi dintorni, la nostra bella e martoriata regione. Per ridare valore all’incredibile ricchezza di cultura, di arte, di storia che fa preziosa e unica la nostra Terra, allora già preda dello sciacallaggio e della devastazione degli interessi di tanti speculatori e della malavita e del disinteresse dei pubblici amministratori.  Giorgio (permettetemi che da ora in poi lo chiami così, anche se non ci siamo mai dati del tu) mi parlò del suo impegno a Ponticelli, del suo insegnamento, dei valori in cui credeva. In tipografia si vivono tempi lunghi. E noi ne approfittammo per scambiarci opinioni, pareri, idee. Ci demmo appuntamento ad occasioni successive, che non sarebbero mancate. Così fu. Mi portò un suo libro sul Sebeto e me lo regalò con la sua dedica. Nell’attraversarlo con una lettura facilitata dalla sua impronta di storico e di scrittore, percepii la ricchezza di Chi dedica la sua vita a qualcosa  e a qualcuno: la sua Città e il suo Popolo.

 

Oggi, sono seduto nella sala di lettura della Biblioteca della Scuola Grazia Deledda di Ponticelli. A fianco a me ancora il Sig. Vincenzo, in pensione, ma che continua a vivere la sua vita tra la stampa, la famiglia e l’associazione che si occupa di territorio e, anche di Giorgio, morto alla fine del 2009. La sala, pur grande, è gremita. Non di quella gente di circostanza o “lontana”. No. Ci sono  persone “vere”, insieme alla Sua famiglia; quelle che Giorgio ha incontrato nelle strade della sua esistenza e del suo Quartiere. Concittadini, gente semplice, ma anche attori del mondo culturale, intellettuale, politico locale e cittadino. Ma tutti lì  per un gesto che si vuole non formale (intitolare a Lui la sala di lettura),  per continuare in qualche modo ad essere “con Lui” in cammino, illuminati dalla sua testimonianza e del suo impegno culturale e civile.

Lo diranno molto bene coloro che sono al tavolo, moderati da un amico di Giorgio, Andrea D’Angelo. Le parole della D.ssa Anna Cozzino, presidente della Sesta Municipalità, non sottolineano solo il profilo umano e morale di Giorgio, il suo rigore intellettuale, ma lo additano come esempio da seguire come testimone della Comunità, fondatore di associazioni, difensore dell’identità culturale dell’area est di Napoli.

Il dr. Antonio Guizzaro aiuta poi tutti ad entrare nel “cuore” della testimonianza di vita di Giorgio, partendo dalla riflessione del luogo che accoglie la manifestazione: la biblioteca, custodia viva del Pensiero, dei libri. Un luogo speciale, che gli permette di attraversare storicamente il respiro culturale, e funzionale alle scelte dell’Umanità, di questi luoghi, a partire dalla biblioteca di Alessandria del terzo secolo a.C. fino ai nostri giorni. Un luogo anche “sacrale”, che viene dedicato a Giorgio, un uomo che ha rivolto gran parte delle sue risorse intellettuali al suo territorio, con lo sguardo aperto al futuro. Lui, Antonio, ha conosciuto il “don Giorgio” della sua giovinezza, trascinatore di giovani sulle strade del post-concilio e dei grandi movimenti culturali, sociali e politici degli anni sessanta e settanta.  Poi il “prof. Mancini”, la sua Famiglia, il suo impegno per il Quartiere, la promozione della partecipazione civile attiva, nelle varie forme, che oggi definiremmo “dal basso”, ma pur d’interfaccia propositivo e attento con le Istituzioni. Un uomo nobile, che ha saputo, riferendosi a Baricco e concludendo la splendida risonanza storica e spirituale a voce alta, curare la sua zolla di terra, sapendo che “in ogni zolla c’è il campo intero”. Davvero profonda e preziosa la ricchissima esposizione di Antonio Guizzaro.

Fa da ponte all’intervento del Prof. Guido D’Agostino. “Ogni vita è una storia”: esordisce in tal modo nella sua riflessione, sottolineando come il suo ricordo di Giorgio si sia sviluppato in due modi, nei punti di contatto e nei punti di comunanza. Che si sono anche intrecciati nelle occasioni d’incontro e di collaborazione per i progetti su Ponticelli, quando il Presidente dell’ Istituto Campano di Storia della Resistenza era assessore al Comune di Napoli, con varie deleghe. Importanti i primi, ma ancor più i secondi in cui la “comunanza” era cementata da valori comuni di riferimento culturale, storico, politico in senso alto. Entrambi storici. Conclude con una citazione da Confucio, che in qualche modo vuole anche ricordare Giorgio non solo per il cuore, l’affezione, la stima che lo univa a lui, ma per l’impegno culturale, sociale, politico: “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”.

Si procede poi a scoprire una targa, mentre nell’altra sala va avanti un video sulla vita di Giorgio. Saluto affettuosamente don Vincenzo e qualche amico che ritrovo tra la gente. Vado via, conoscendo meglio Giorgio dalle parole di amore da Lui e per Lui, ascoltate e incarnate. Penso di aver perso un’occasione, in quegli anni della tipografia, per portare avanti la conoscenza  e la collaborazione reciproca, soprattutto quando volli offrire, con alcuni amici, il mio servizio alla Città dopo il disastro di Tangentopoli. Ma sento anche che quel seme di dialogo e di amicizia possibile, di sintonia sull’amore per la Città e per la sua gente, mi è rimasto “dentro”. E mi ha aiutato. I tempi sono quelli che sono, evidenti nel degrado dell’etica pubblica. Passeggiando per le strade di Ponticelli verso l’auto, per tornare a casa, lo rivedo in qualche modo. Parla ancora al Quartiere, una volta Città, Ponticelli. E credo –la sentiva ancora tale, non solo periferia della  sua Napoli. Ti sembra di ascoltarne ancora la “presenza” nei volti da lui conosciuti e amati, nella Chiesa di S. Maria della Neve e del “cantiere” culturale che ne ha guidato il restauro, nel cinema Pierrot, nell’Associazione Il Quartiere, e nelle sue parole… Che continuano a guardare al futuro. Giorgio c’è ancora nel cammino del suo Popolo e della Comunità. E appartiene a quei Testimoni di Vita che vale la pena di conoscere e di far conoscere, per contribuire anche a promuovere il riscatto delle nostre Comunità con la partecipazione democratica, attenta, intelligente, attiva, costruttiva.

Un esempio, in particolare per i giovani.

Pasquale Salvio

 

Ponticelli - Santa Maria della Neve - foto tratta dalla Rete


Notizia sul sito del Comune di Napoli

Martedi 29 marzo alle ore 18.00 cerimonia di intitolazione della Sala Lettura della Biblioteca al Prof. Giorgio Mancini. Docente di storia e filosofia ha condotto numerose ricerche e pubblicazioni di saggi storici, e in particolare dell'area orientale cittadina.
Interverranno:

- Dott.ssa Anna Cozzino Presidente della Municipalità 6
- Prof. Guido D'Agostino
- Dott. Antonio Guizzaro

 

Intervento di Giorgio Mancini tratto dalla Rete

E, forse, venne il tempo!

In questi ultimi giorni si è materializzata per l'intervento dell'arch. Giulio Aurino una Comunicazione sulla progettualità relativa ai lavori di risanamento conservativo della Basilica di Santa Maria della Neve, nel nostro quartiere. È un gran passo in avanti e plaudiamo a tutti coloro che hanno dato un contributo per giungere fino a questo punto. Naturalmente si rafforza il sentimento di speranza sull'avvio e sulla conclusione dei lavori perchè prendiamo atto che quanto annunciato è riferibile solo ad “un primo stralcio esecutivo dei lavori previsti”.

Il documento pubblicato costituirà una palestra di confronto nella quale potranno confluire tutte le proposte dei cittadini, specialmente quelli competenti e maggiormente sensibili alle 'Tecniche delle Costruzioni', alla 'Progettualità Artistica', al 'Recupero Archeologico', al tesoro delle 'Energie Alternative', alla visione di una funzionale 'Urbanistica'.

Io ho un sogno, che riconosco non corrispondente alla forma mentis che guida attualmente la nostra vita quotidiana, nonostante un lavoro culturale trentennale mirante anche ad un rapporto sociale responsabile e solidale.

Io auspico l'organizzazione di un 'Comitato Civile Volontario' di controllo e di sostegno per i lavori che prossimamnte avranno inizio. Mi piacerebbe che il lavoro preparatorio sviluppato negli anni scorsi, con le tecniche e le competenze degli operatori incaricati, s'incontrasse con le competenze e le sensibilità presenti sul territorio, senza steccati, senza presunzione, nello spirito libero di una dialettica civile. Semmai, trovando ospitalità anche presso una sede istituzionale o conservando la forma on line fortemente sollecitata dal sito.

GM

 

Giorgio Mancini, una “bandiera” in prima linea

Migliaia di persone hanno voluto dare l’ultimo saluto a Giorgio Mancini, una folla commossa che ha ricordato l’altra mattina il professore (di Storia), l’autore di importanti libri sulla città, il brillante animatore culturale, il rigoroso intellettuale. Correva l'anno 1978, quando videro la luce l’associazione “Il Quartiere Ponticelli”, il periodico e la sigla editoriale che diverranno un punto di riferimento per la frontiera orientale, una bandiera per la difesa della cultura e della storia di un territorio che rischiava (e rischia) di smarrire la sua identità. In seguito Mancini fonderà il centro studi “Prota-Giurleo”, il Centro di documentazione (una “sentinella”contro il degrado), e l’associazione “Il Sebeto” (dedicata al fiume di Napoli) che si batterà per l’istituzione di un parco fluviale (ma sul bacino costruiranno il centro agroalimentare di Volla).Tra i tanti libri del coraggioso intellettuale ricorderemo solo l’ultimo: “Guerra di periferia” (scritto con Andrea D’Angelo e Luigi Verolino), che ha acceso i riflettori su due stragi “dimenticate”, i massacri nazisti nell’area est. Nel 2007, per il suo impegno in campo archeologico, era stato nominato “ispettore onorario” per i Beni culturali”. L’auspiscio è che anche il Comune sappia ricordarlo ed onorarne la memoria. Antonio E. Piedimonte
21 dicembre 2009 (fonte City)

 

Scompare Giorgio Mancini storico del fiume Sebeto

13 dicembre 2009 —   pagina 11   sezione: NAPOLI

STORICO, studioso del fiume "segreto" di Napoli, il Sebeto, autore di testi e animatore di una associazione per l' area orientale, Giorgio Mancini è scomparso prematuramente l' otto dicembre. Per anni ha insegnato storia e filosofia al liceo Vittorio Emanuele, e ha pubblicato i "Quaderni del quartiere" su Ponticelli, curando con Ermanno Bellucci l' imponente opera "I teatri di Napoli nel secolo XVII" di Ulisse Prota-Giurleo. Le associazioni che lo avevano come insostituibile guida pubblicheranno a breve il suo ultimo studio sul Comune di Cercola.  (La Repubblica)