"Voi sarete la classe dirigente del futuro!" di Marina Stanzione
Marina, la neo-universitaria del nostro Progetto "Saperi di Speranza", ci ha già regalato il suo bell'articolo sull'esperienza del campo antimafia di Gioiosa Ionica dell'estate scorsa (vai al link), che ha raccolto anche tanti commenti dei nostri lettori. Tra questi, quello di Libera, Associazione a cui Città della Gioia Onlus aderisce, che le ha proposto di assistere - come studentessa di Giurisprudenza - ad un processo in cui Libera si è costituita parte civile. Ci è sembrato allora significativo chiedere a Marina di scrivere qualche parola su questo suo primo mese di Università e sulla prima udienza del processo. La ringraziamo.
“Voi sarete la classe dirigente del futuro!”
Questa è stata una delle espressioni più ricorrenti dei miei professori del liceo, ma è stata anche la “frase di benvenuto” del preside dell'Università.
Infatti così come al tempo di Federico II , oggi al tempo di Internet e dei mass media , la facoltà di Giurisprudenza ha il compito di plasmare quelle personalità che saranno ai massimi vertici della burocrazia del Paese.
Dopo tale investitura di potere, nessuno,nemmeno la sottoscritta,può non avvertire una certa responsabilità su di se; sapere che nelle aule dell'Università si aggirano quelli che saranno futuri avvocati di spicco, notai, magistrati, onorevoli e perchè no anche presidenti, ha un certo suo fascino.
Ed io che frequento il primo anno e mi trovo a destreggiarmi tra le vicende del grande Impero Romano, assaporo pian piano la grandezza della storia del nostro Paese e della massima Istituzione che lo regge, ossia il Diritto.
Allora, dopo solo un mese di Università, non posso che dirmi quasi onorata e commossa di aver avuto la possibilità di accedere a questo mondo di giuristi, perchè grazie a tutte le nozioni che apprenderò, potrò concorrere in prima persona al miglioramento del mio Paese, mettendoci anima e corpo.
“Caffè macchiato”
Grazie all'associazione Libera, ho potuto assistere al “mio primo processo”, chiamato “Caffè macchiato”, che ha coinvolto la famiglia mafiosa dei Mallardo, che, dietro la produzione di caffè nel Giuglianese, nascondeva attività illecite.
Il primo impatto nel tribunale è stato molto forte;lì vi è una totale assenza di colori che sembra quasi riflettere la totale imparzialità della legge,la monocromia del Diritto.
Ancor di più ad effetto è stata la scenografia dell'aula dove si è tenuto il processo: la scritta “La legge è uguale per tutti” troneggiava maestosamente,rendendo l'aula ancor più piccola e facendo sentire anche me più piccola così come si sentono tutti di fronte alla Legge. Sicuramente ciò che mi ha colpito di più è stata la cella laccata di verde: il verde è per antonomasia il colore della speranza, e in quel contesto, credo che sia stato il miglior colore da utilizzare per dipingere la cella, poichè se non si ha speranza e fiducia nella legge e nella possibilità di poter rieducare i detenuti al fine di non far reiterare i loro reati, allora non si ha fiducia nel prossimo e nello sviluppo del nostro Paese e si resta ancorati alle proprie convinzioni e i falsi clichè dettati dalla società.
Marina Stanzione
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immagini tratte dalle rete Internet