Alla manifestazione regionale per la difesa dei beni comuni. Ancora una volta: “L’acqua è Vita! Per tutti”

Non c’è musica, né il clamore che accompagna i cortei e le manifestazioni a cui siamo abituati (e partecipiamo) per i problemi del lavoro, della pace, dei diritti. Questa manifestazione regionale a difesa dei beni comuni attraversa questa e altre problematiche che ricomprendiamo in quella che la mediazione tra valori è prassi, cioè la Politica, quella con “p” maiuscola, espressione di una democrazia reale, definisce come servizio,  e servizio al Bene comune.

E il Popolo dei Beni comuni si dà appuntamento a Piazza Mancini in questo pomeriggio che chiude un novembre quasi primaverile per la Regione, mentre altre parti del Paese sono squassate dalla forza di una natura che forse si ribella con i suoi eventi eccezionali  e dall’insipiente cementificazione del territorio, non accompagnata da politiche di corretta gestione dell’esistente, che stanno alluvionando città, campagne, economie, comunità locali.

Acqua! L’acqua è ancora protagonista di questo pomeriggio che, dietro ad un furgone amplificato e ricoperto di semplici manifesti, ritrova insieme i Comitati, le Associazioni, i Gruppi, i singoli cittadini che compongono quel pezzo di Società Civile Organizzata che da quindici anni è impegnato nella battaglia a difesa del Bene comune, e dei beni comuni; a cominciare proprio da “sorella acqua”. Volti segnati dalla stanchezza di un’organizzazione che viene “dal basso”, ma espressione di partecipazione civile e di cittadinanza attiva, consapevole, responsabile. Con i suoi desideri a presidio della democrazia e i suoi limiti, oggettivi e soggettivi. Una realtà consolidata, che si fa Storia ormai, che fa la Storia.

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E lo si avverte attraversando Corso Umberto, “il Rettifilo”, frutto di quell’intervento urbanistico che fu del “Risanamento di Napoli”. Mentre a decine di metri sotto terra scorrono i treni di una delle più belle metropolitane del mondo, sulla striscia di sanpietrini e di asfalto della superficie si snoda la manifestazione.  Molti sono avvolti nelle bandiere azzurre dei referendum sulla gestione pubblica dell’acqua; i volontari sui marciapiedi a volantinare  per informare i Cittadini; e poi gli striscioni delle realtà presenti.

Dietro quello di apertura del corteo,  “L’acqua è un diritto. Non una merce “,  a sostenerlo, ci sono tanti che hanno costruito negli anni questo percorso: Alex Zanotelli, Consiglia Salvio, Felicetta Parisi, Maurizio Montalto, Costanza Boccardi, e i tanti “pezzi” dei comitati. Tra questi, anche noi: “Città della Gioia Onlus” cammina e s’impegna, convinta, da anni insieme a questo Popolo. Ma c’è anche il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e il suo Vice, Tommaso Sodano.  Ovviamente telecamere e fotografi  della stampa si concentrano su questi pochi metri quadrati di autorevoli presenze. Ma, ripercorrendo il corteo al contrario, come farà il Sindaco, si ha la possibilità di vivere la ricchezza degli “incontri” con persone e realtà sociali campane presenti. Con sobrietà ed efficacia “parlano” alla Cittadinanza con i loro slogan e i loro striscioni, “urlano” la loro rabbia per un “sistema” socio-politico regionale e nazionale che sta scegliendo o ha scelto  (con lo “sblocca Italia” e con le delibere regionali) di favorire la gestione integrata dell’acqua a favore dei privati, disconoscendo l’indicazione dei referendum popolari, con i quali  milioni di italiani hanno indicato la strada e la scelta: l’acqua è un bene comune, non va mercificato e deve restare a gestione pubblica.  Al microfono del furgone si alternano i rappresentanti della rete sociale. Alex Zanotelli ricorda, in una Piazza Trieste e Trento affollata e distratta dalle luminarie e dalle vetrine natalizie, che il Comune di Napoli è unico in Italia, tra le grandi Città, ad aver realizzato la trasformazione in azienda speciale a gestione pubblica della vecchia ARIN, creando l’ABC. E proprio da poche ore questa realtà è stata messa in sicurezza con una delibera dell’Amministrazione De Magistris.

Ma non c’è solo l’acqua da difendere, promuovendo (come fatto il Comitato) una legge regionale che sia risposta reale alle esigenze, anche di accesso alle fasce più povere della popolazione, e alla volontà referendaria.  Ll’Amministrazione Caldoro va in altra direzione. Ed è proprio al palazzo della Regione di Santa Lucia che si dirige questo fiume di Cittadinanza, non affollato (i sindacati? C’è anche la questione lavoro che scorre in questo fiume…), ma fortemente rappresentativo.  E ci va con fiducia e positività – come ricorda ancora Alex Zanotelli – vivendo questo momento anche come “festa” per il risultato della messa in sicurezza dell’ABC.

Ci va mettendo a parte della popolazione i pericoli che lo “sblocca Italia” porta con sé, non solo per la gestione dell’acqua, ma anche per quella dei rifiuti, degli inceneritori, del territorio (trivellazioni), di quegli interventi pubblici ridondanti o invasivi dell’ambiente e del territorio (come l’alta velocità, autostrade, etc.), a scapito di politiche sul lavoro, sul territorio, di messa in sicurezza dei beni comuni e del loro accesso a tutti, delle politiche sociali.  Avendo presenti anche i pericoli degli accordi internazionali in cui si collocano certe scelte nazionali e regionali (come il TTIP, Trattato transatlantico di liberalizzazione di commercio e investimenti - Transatlantic trade and investment partnership o Ttip- che l’Unione europea sta negoziando con gli Stati Uniti).  Multinazionali: c’è una globalizzazione non solo dell’indifferenza all’impoverimento (come ricorda Papa Francesco, sollecitando corresponsabilità e coscienza delle Istituzioni a ogni livello), c’è ormai una globalizzazione della finanza e del commercio dominanti sulla centralità della persona e della comunità, in particolare deboli e ferite. E sono ormai trascorsi quei primi 15 anni del terzo millennio in cui l’ONU si era dato obiettivi importanti da raggiungere per le povertà, per l’ambiente, per la giustizia sociale…

Le mani strette, gli abbracci, gli incontri con conoscenti, amici si moltiplicano Uno di questi, con cui fondammo la Rete di Lilluput, mi dice: “nei momenti importanti ci ritroviamo sempre”. Vero. Ma penso anche alla distanza, abissale ormai, tra la partecipazione sociale e i laboratori che caratterizzarono gli anni a cavallo tra il secondo e il terzo millennio, e che aprivano a percorsi di speranza e di giustizia per un mondo nuovo possibile, e alla “foto” già sbiadita della situazione sociale di oggi, policomplessa, globale, glocale. Una qualche domanda dovremmo anche farcela come Società Civile, sulla mancata proposta complessiva rispetto ad una legittima fase della protesta, civile, nonviolenta. Se dopo il Sessantotto ci fu “riflusso nel privato” di molti, oggi non può non porsi la necessità di una revisione di vita rispetto alle risposte singolari e non comuni assunte da molti  “soggetti”  allora protagonisti di questo desiderio e di questo sforzo coerente. Penso, ad esempio, ai movimenti per la Pace, alle sirene accattivanti di vario genere che più che compattarli su nuove frontiere comuni, li hanno “articolati”, ma più verosimilmente “disarticolati”. Presupposto della frammentazione e della mancanza di pensiero e azione nuovi e rinnovanti. Per cui – mi sembra – viviamo una “polverizzazione” delle realtà di Società Civile, pur impegnata in lodevoli singole presenze attive nell’associazionismo, nel volontariato, nel terzo settore, nell’aggregazione sociale e politica dal basso in comitati di lotta e di partecipazione. E la Rete?  Il Movimento dell’acqua ha rappresentato e rappresenta, in ciò, una risposta positiva, una presenza  cruciale nel rapporto Cittadini-Istituzioni, sia sotto il profilo del controllo democratico,  che della proposta per il Bene comune.  E’ una risposta concreta, credo, anche al principio costituzionale della sussidiarietà, per andare oltre le proclamazioni di principio e i convegni verbosi, strumentali o autoreferenziali.

In cammino. Non voglio completare questi pochi pensieri con la fine di una manifestazione. Mi sento, ci sentiamo in cammino. E’ questo “andare”, anche come Associazione di impegno culturale e sociale (Città della Gioia Onlus) che mi permette, con i miei amici presenti e non, di essere stasera parte di questo Popolo, pacifico, nonviolento, partecipativo. Abbiamo nel cuore l’incontro nella nostra sede di Via Atri, Casa33, il 15 novembre scorso (vai al link) su “L’acqua è Vita! Per tutti”: erano presenti  tanti amici che anche stasera sono qui. In cammino.  Insieme. Costanza parla al microfono del furgone e ricorda ai cittadini gli esagerati aumenti della bolletta dell’acqua a causa della privatizzazione. Passiamo davanti ad una grande pizzeria. E’ il pomeriggio  di un venerdì e i “pizzaioli”  non sono ancora impegnati coi clienti. Sono sull’arco della porta d’ingresso e l’ascoltano, attenti. Forse preoccupati. Loro impastano uno dei nostri simboli partenopei con farina, lievito, acqua… e lo colorano di sapori della nostra terra, del latte delle nostre mucche: la mozzarella, la provola, il fior di latte. Forse stanno pensando che, davvero, l’acqua è Vita. Forse sanno che siamo costituiti, “impastati” di acqua in gran parte, già nella Creazione (per chi crede) e da quanto ci dice la Scienza. Loro, con l’acqua,  “impastano” un prodotto doc… Forse Costanza li induce anche a pensare che con l’acqua si alimenta la terra e quegli animali che permettono di fare della pizza una delle prelibatezze della nostra cucina e della nostra tradizione. Allora, acqua è anche salute, alimentazione, lavoro, turismo, economia, sviluppo, ben-essere.

Ci vuol tanto a capirlo? Perché inquinarla? E non solo nelle falde acquifere, in modo criminale, con le discariche di rifiuti tossici, abusive? Perché non difenderla degli egoismi speculativi? E’ anche questione di Cultura, di Coscienza, di Responsabilità etica, sociale, politica, civile.  L’acqua è Vita! Per tutti.

Pasquale Salvio

Associazione “Città della Gioia Onlus” - Napoli

Le foto sono di Città della Gioia Onlus