Persone senza dimora: un punto qualificante dell'agenda sociale e politica della comunità civile napoletana

Dopo la morte dei quattro bambini nell'insediamento rom di Roma, un fremito di consapevolezza della condizione in cui vivono queste persone, ai margini delle nostre città, ha attraversato le vene della nostra comunità civile, anche nazionale.

A questo problema si collega subito la questione delle persone senza dimora. A Napoli il mondo istituzionale e il volontariato rilanciano numeri e situazioni estremamente variabili, non solo quantitativamente, rispetto al silenzioso e magmatico mondo che ne disegna la mappatura sofferente e senza voce. Si fatica nel dare corpo ad una progettazione comune pubblico-terzo settore e volontariato, capace di dare risposte strutturali di accoglienza, di percorsi di accompagnamento e di promozione umana possibili.

La nostra esperienza, piccola, in Città della Gioia, ci ha consentito di incontrare persone e gruppi associati, sia nelle istituzioni che nel volontariato, che si danno totalmente nel servizio a questo popolo senza cittadinanza. Prevale  un'azione di prima assistenza. Ciò che abbiamo colto, oltre a "tavoli" esistenti e "reti" possibili, è una sostanziale frammentazione degli interventi in atto e la mancanza di strumenti concreti di lavoro nei singoloi quartieri dove si concentrano. Sarebbe necessaria, in un orizzonte di partecipazione attiva di istituzioni, società civile e chiese, una cabina di regia operativa, nell'ambito di politiche e di interventi sociali integrati, orientata ad un'attenta lettura della realtà che parta dall'incontro con queste persone e da un'azione chiara negli obiettivi condivisi, nei passi da fare, negli strumenti necessari, nelle risorse, spesso esistenti e inutilizzate, da mettere in campo. Qualcosa si è realizzato sul primo livello di accoglienza e di assistenza, ma mancano strutture e risorse per l'accompagnamento in cammini progettuali integrati, costituendo e gestendo piccole strutture e centri di ascolto e di accoglienza di secondo livello, in qualsiasi forma idonea a dare risposte quiotidiane o strutturali possibili alle problematiche, spesso drammatiche, che segnano la dignità e la vita di queste persone. Ghettizzandole, di fatto, nel buio di un mondo parallelo, ai più sconosciuto, temuto, marginalizzato.

Andiamo verso le elezioni amministrative napoletane. Se è vero che la Città degli uomini si costruisce a partire dallo sguardo degli ultimi, le valutazioni delle politiche attuali non potranno eludere questo punto qualificante. Così come, chiaramente,  dovranno tener conto, con rigore e coerenza, se e come esso entrerà nell'agenda di coloro che vorranno proporsi per la gestione amministrativa di Napoli.

Pasquale Salvio

 

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