L'Aquila spiegata al mio cane, di Luisa Nardecchia

    

Continuiamo nel nostro gemellaggio con il liceo "Bafile" dell'Aquila, pubblicando questo articolo-racconto postato sulla nostra pagina di Facebook dalla nostra amica Luisa Nardecchia, infaticabile docente dell'Istituto.  Rafforza non solo il nostro camminare insieme e la nostra amicizia, ma anche il simbolico ma sentito lavoro di raccolta-firme che abbiamo fatto qui a Napoli, per sostenere la proposta di legge popolare a favore delle aree del paese colpite da calamità naturali.


Caro Teo,

da quando il tuo padroncino non può occuparsi di te, tocca farlo a me.

Lo sai che gli animali non sono la mia passione: spelano, pretendono. E soprattutto puzzano.

Quando al colloquio per l’assegnazione della CASA mi hanno chiesto se avessi animali, ho detto subito “NO”, per paura di dover aspettare ancora. Era novembre, era freddo, così ti ho rinnegato, ho pensato di potermi liberare di te. In fondo non mi sei mai piaciuto (a me piacciono i gatti lo sai, non sopporto lo sguardo implorante che avete voi cani).

Ma poi non ce l’ho fatta a lasciarti, dopo quello che abbiamo sofferto insieme! Ti ricordi quando eravamo sfollati, non ti hanno preso in albergo e dovevi dormire in macchina? Una mattina, dopo una bufera notturna, ti abbiamo ritrovato mezzo morto. Corsa al veterinario e diagnosi: “attacco di panico”. Pure il cane con gli attacchi di panico, mi doveva capitare…

E così eccoci qui. Non ti lascio più, ormai dobbiamo convivere, porca miseria. E non guardarmi in cagnesco! Ho dovuto imparare ad accudirti, a portarti a spasso, con tutti quegli strani rituali dei canari (“E’ maschioooo?… Ah! tienilo!!” … “E’ femminaaaa? Ah! ok… tranquillo!”… ). SGRUNT.

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