Il Consiglio Direttivo di Città della Gioia Onlus ha deliberato la costituzione del “Centro di documentazione su sobrietà e stile di vita”.  Siamo nell’orizzonte culturale, sociale e politico in cui si colloca l’impegno culturale e sociale della nostra Associazione.

Il Centro ha la sua sede in Via Atri, 33 – Napoli, nostra sede operativa.

Obiettivi del Centro nel breve-medio periodo sono:

  1. Costituire una piattaforma di documentazione, anche multimediale, sulla sobrietà come stile di vita e sulle sue ricadute culturali, formative, sociali, economiche e politiche;
  2. Sostenere le attività associative e di rete (osservatori, forum, tavole rotonde, seminari, incontri, laboratori) con strumenti documentali;
  3. Collaborare alla promozione della costituzione di reti sociali sulla materia (altre associazioni, realtà sociali, istituzioni, scuola/università), a supporto di laboratori di studio, di ricerca e di impegno nell’elaborazione di riposte concrete alle esigenze di giustizia sociale, di sostenibilità ambientale, di economia di giustizia, di equità e di solidarietà;
  4. Offrire alla Città, nel territorio di riferimento associativo, la possibilità di utilizzare detti strumenti, secondo le norme stabilite dall’Associazione.

Il Centro sottoscrive per l’Associazione abbonamenti a riviste e strumenti multimediali, a supporto della sua attività. Allo stato sono sottoscritti i seguenti abbonamenti:

A – Rivista “Valori”, mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità;

B – Rivista “Scarp de’ Tennis”, il mensile della strada (E’ un giornale di strada non profit);

C -Rivista online “Narcomafie”, http://www.narcomafie.it/, a cui siamo abbonati come soci dell’Associazione LIBERA,  Associazione, Nomi e Numeri contro le Mafie.

 

Politici, giornalisti, intellettuali: e se nei salotti televisivi, nei media e nelle sedi istituzionali cominciassero a dire “il nostro Paese” e non più “questo Paese?”.

Da qualche tempo una considerazione mi “rodeva” dentro: il sentire in (generalmente autoreferenziali o strumentali al "sistema") talk televisivi (o in discorsi istituzionali), pletore di invitati o di responsabili istituzionali, ma anche intellettuali, definire il “nostro” Paese, l’Italia, come “questo” Paese". Non tutti, ovviamente. Ma ormai è così nella prassi del linguaggio corrente.

La sensazione che vivo, ascoltandoli, è di una loro “distanza”, reale e culturale, dalla comunità civile, dal paese reale appunto.  In genere si accompagnano a considerazioni negative sul Paese o a sue ipotetiche azioni di sviluppo o di ripresa, fornendo soluzioni teoriche quasi sempre smentite dai fatti, dalle scelte e dai risultati, riducendole a semplici esercizi estetici o ad annunci.

Il linguaggio non è questione banale. Esprime  anche il "substrato" dei valori fondanti l' esistenza personale e collettiva. Anche se il vocabolario che usiamo nel nostro comunicare è sempre più povero è inappropriato, frutto di una formazione sempre più epidermica e che abdica al predominio dell'immagine o delle regole dei social network, il linguaggio parlato è ancora espressione di valori e di disvalori, di cultura e di sub-cultura. Che si fanno tessuto connettivo della coscienza individuale e sociale, nella narrazione, nella comunicazione e nel confronto.

AltroPolitici, giornalisti, intellettuali: e se nei salotti televisivi, nei media e nelle sedi...

Sottocategorie