6 aprile, ore 3.32, a due anni dal sisma abruzzese. "I due lati della stessa strada" di Luisa Nardecchia

Grazie, Luisa, per averci regalato le tue parole, che svelano il dolore e la sofferenza di un Popolo, ferito e fiero. Il nostro gemellaggio con voi cresce in questo radicamento di amicizia. Abbiamo scelto questa foto che facemmo a dicembre, in occasione della Mostra di Arte Contemporanea al Liceo "Bafile":  è l'alba sull'Aquila, piena di neve. Quel profilo scuro è icona del vostro e nostro dolore per la Terra abruzzese e per quanto denunci nel tuo articolo, scritto per noi con la mente e col cuore. Il sole si alzerà  sull'Abruzzo e sull'Aquila e Luce nuova accarezzerà i volti, le pietre, le storie. Noi siamo con voi;  e non solo il 6 aprile. E desideriamo da qui rilanciare la tua proposta: accendiamo una candela alla finestra, per i nostri amici abruzzesi. E facciamo che tante piccole fiamme, insieme, si facciano calore e forza di verità, di giustizia, di speranza. Unica colonna sonora di una giornata di silenzio, di riflessione, di preghiera. Poi continueremo a camminare insieme.

Pasquale Salvio per Città della Gioia onlus.



ore 3.32:  la nostra candela accesa per l'Abruzzo

 

I due lati della stessa strada

di Luisa Nardecchia (*)

Quando Pasquale mi ha chiesto di scrivere qualcosa per l’anniversario del 6 aprile ho pensato subito che non l’avrei fatto. Per me, come per tanti aquilani, ogni giorno è il 6 aprile. E finché non riavrò la mia casa e la mia città, sarà sempre il 6 aprile, non un giorno diverso da quello. Poi ho riflettuto, e ho pensato che il mio modo di vivere il ricordo della città perduta è descriverla, come fanno tanti altri miei concittadini, che parlano, raccontano, come fosse un bisogno irrefrenabile, o l’unica via di uscita da quella che da subito abbiamo capito essere una profondissima palude. E’ tuttora il nostro modo di vivere: scrivere e ricordare.

Ma il 6 aprile io starò zitta, e molti altri aquilani lo faranno.

Scrivo oggi, 3 aprile, perché da domani io starò a casa, accenderò una candela e la metterò fuori dalla finestra, come ho fatto l’anno scorso. Con una candela cambierò il mio avatar su Facebook, come tutti quelli che accenderanno una piccola luce per i 309 morti di quel giorno e per tutti quelli che, dopo quel giorno, per due anni, hanno continuato a morire di dolore, per quelli che dopo quel giorno si sono ammalati, per quelli che ora hanno bisogno di psicofarmaci, che hanno attacchi di panico, che non rivedranno mai più la città.

Altro6 aprile, ore 3.32, a due anni dal sisma abruzzese. "I due lati della stessa strada" di Luisa...