Il Consiglio Direttivo di Città della Gioia Onlus ha deliberato la costituzione del “Centro di documentazione su sobrietà e stile di vita”.  Siamo nell’orizzonte culturale, sociale e politico in cui si colloca l’impegno culturale e sociale della nostra Associazione.

Il Centro ha la sua sede in Via Atri, 33 – Napoli, nostra sede operativa.

Obiettivi del Centro nel breve-medio periodo sono:

  1. Costituire una piattaforma di documentazione, anche multimediale, sulla sobrietà come stile di vita e sulle sue ricadute culturali, formative, sociali, economiche e politiche;
  2. Sostenere le attività associative e di rete (osservatori, forum, tavole rotonde, seminari, incontri, laboratori) con strumenti documentali;
  3. Collaborare alla promozione della costituzione di reti sociali sulla materia (altre associazioni, realtà sociali, istituzioni, scuola/università), a supporto di laboratori di studio, di ricerca e di impegno nell’elaborazione di riposte concrete alle esigenze di giustizia sociale, di sostenibilità ambientale, di economia di giustizia, di equità e di solidarietà;
  4. Offrire alla Città, nel territorio di riferimento associativo, la possibilità di utilizzare detti strumenti, secondo le norme stabilite dall’Associazione.

Il Centro sottoscrive per l’Associazione abbonamenti a riviste e strumenti multimediali, a supporto della sua attività. Allo stato sono sottoscritti i seguenti abbonamenti:

A – Rivista “Valori”, mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità;

B – Rivista “Scarp de’ Tennis”, il mensile della strada (E’ un giornale di strada non profit);

C -Rivista online “Narcomafie”, http://www.narcomafie.it/, a cui siamo abbonati come soci dell’Associazione LIBERA,  Associazione, Nomi e Numeri contro le Mafie.

 

INSIEME… RIPARTIAMO… PENSIERI, PAROLE, VERSI, IMMAGINI…

 

“QUESTO AMORE NON PUÒ ESSER VIRTUALE…”

Ciao! Siamo, finalmente, nella fase 2. Un gran numero di persone è tornata a lavorare negli uffici, nelle aziende e in alcune attività commerciali, se pur con molte restrizioni. Mentre inviamo questa newsletter un maggior numero di persone  è coinvolta nella ripartenza. Auspichiamo anche quelle impegnate nel turismo, nello spettacolo, nella cultura.  Tanti saranno fuorigioco e “invisibili”. Nuove povertà si stanno aggiungendo alle precedenti.

In prossimità del periodo pasquale abbiamo raccolto le testimonianze di molti di voi, brevi scritti, poesie, riflessioni, considerazioni. Stavamo vivendo il periodo fin qui più drammatico della pandemia nel nostro paese; il numero di contagiati e di morti aumentava ogni giorno, soprattutto tra gli anziani, i medici, il personale ospedaliero. Ora sembra che questa terribile fase si stia esaurendo, mentre se ne apre un’altra; che presenta lati oscuri, aspettative, paure, timori, ma anche speranza. Ci è sembrato significativo e utile, allora, continuare a raccogliere e condividere ancora risonanze,  ora che dobbiamo sperimentare un nuovo presente pieno di incognite e andare incontro ad un futuro ancora nebuloso.

Grazie di cuore, allora, a quanti hanno dato il loro contributo.

Grazie in particolare ai bambini che, con i loro disegni, ci aprono ad un futuro più bello e, speriamo, migliore e più giusto per tanti. Ci piace allora aprire questa proposta di parole e immagini, dopo il testo di una canzone che i fratelli Edoardo ed Eugenio Bennato hanno scritto in questo frangente, proprio con i disegni di Emanuela, una di loro. Ci sembra beneaugurale. Poi, in ordine di ricezione,  le risonanze pervenute.

Una proposta, per chi può e vuole: sarebbe bello, rileggendole, sottolineare frasi, parole e immagini che ci hanno colpito. Metterle insieme e, inviare a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., per darci la possibilità di restituirle come scrittura collettiva, patrimonio di una comunità capace di farne e farsi dono, per il Bene comune. Grazie.

La realtà non può essere questa

La realtà
È tutta in questa stanza
Nella rete
Che annulla ogni distanza
La realtà
È fuori dal balcone
Nella rete che diventa una prigione

La realtà
E tutta l'illusione
di chitarre che suonano da sole
Nel silenzio di nessuna festa
La realtà non può essere questa

Questo amore non può esser virtuale
Ha bisogno di parole
Di parole sussurrate
E di parole che tu sola puoi sentire
Ha bisogno delle strade
E di tutto il mondo da scoprire
La realtà
È correre nel vento
Nella gara di nessun traguardo
Nell'amore che sventola nel porto
La realtà non può essere altro

E non può
Rinunciare ai sogni
E sognare
Le parole nuove
di coscienze pronte a dire basta
La realtà non può essere questa

Questo amore non può esser virtuale
Ha bisogno di parole
Di parole sussurrate
Di parole che tu sola…


 

 

   INSIEME… RIPARTIAMO…

PENSIERI, PAROLE, VERSI, IMMAGINI…     IN TEMPO DI COVID-19

 

 

     Emanuela    

Emanuela è figlia di Luisa e Gianni, sorella del piccolo Antonio. Ha 8 anni, frequenta la terza elementare.

Luisa ha conseguito la laurea in conservazione dei beni culturali con l’accompagnamento dell’Associazione. Emanuela è la prima bimba nata in Città della Gioia.

La nostra prima e bravissima mascotte, cui vogliamo molto bene. Ci invia questi suoi disegni, belli e significativi, che ci parlano della difesa dell’ambiente,

soprattutto nel nuovo mondo che si prospetta all’Umanità.

 

                              

 

        Isabella De Stefano

Isa (docente) è Socia fondatrice dell’Associazione e  responsabile del progetto “Saperi di Speranza”  (formazione universitari). Partecipa al Consiglio Direttivo e sviluppa attività sia organizzative che di volontariato.

 

Invio il tema di Vincenzo, un mio alunno, un ragazzo orfano di padre e lavoratore per arrotondare il precario bilancio familiare.

Questo di Vincenzo mi sembra l' urlo di una generazione che, benché quasi immune dal virus, si trova ad affrontare la sospensione della vita,

degli affetti familiari e dei primi amori, e soprattutto della scuola.  

Rapporti sociali dopo la pandemia da covid 19

Per noi giovani i rapporti sociali al tempo del covid 19 è uno dei limiti che forse supereremo molto difficilmente,

spesso a noi non pensano, e negli ultimi giorni si fa solamente riferimento alle riaperture delle attività

e si preoccupano di chi può fare jogging, e a noi? "veramente nessuno spende una parola", se non la ministra della scuola.

Ora come ora stiamo vivendo uno dei momenti più brutti della nostra vita, loro non pensano che ogni mattina

stiamo davanti ad un monitor, con facce stanche non per le ore piccole che abbiamo fatto la sera prima,

ma per quello che ci sta circondando, non pensano alle emozioni che ti accompagnano per tutta una vita,

vederle svanire in un attimo, come per esempio gli esami finali per prendere il diploma, la notte prima degli esami...

Il compito di italiano, di matematica di chimica cercare di scopiazzare con la paura che se la prof ti becca ti ritira il compito.

Gli abbracci che ci avvolgevano la mattina prima di entrare nel cortile della scuola, il bacio alla fidanzata,

le uscite il sabato sera a ballare a divertirsi, le serate d'estate stesi sulla sabbia, a San Lorenzo a guardare le stelle cadenti con chi si ama,

con chi si vuole bene forse con quella libertà che ti stai godendo dopo un anno di impegni a scuola.

Chi ci restituirà a noi giovani  tutto questo?

Ma tu virus non hai vinto per nulla contro di noi. Stiamo lì davanti al monitor senza uscire, senza andare in palestra,

senza fare infinite passeggiate mano nella mano, niente baci a batticuore, niente di tutto questo…

Ma accettiamo tutto con un estrema maturità, noi eroi di questo tempo SOSPESO...

E dobbiamo ringraziare solo te che abbiamo capito che nulla è scontato in questa vita..!

Torneremo a colorare le piazze di felicità, in quanto a te Virus sarai solo un brutto ricordo!

VINCENZO

 

 

 

   Ornella Agrillo. 

Ornella è Socia fondatrice e Consigliera Segretaria della nostra Associazione. In pensione da due anni,

già Responsabile del Dipartimento di Documentazione del Museo di Capodimonte di Napoli.

Co-responsabile del nostro Centro di Documentazione e di Comunicazione. Responsabile della Biblioteca nella sede operativa di Via Atri.

 

Ora che, forse, possiamo cominciare a guardare il futuro sempre con trepidazione, ma con un po’ di speranza e fiducia,

magari anche a  sorridere, rivolgo un pensiero e poche parole, non ne servono tante, a quei molti anziani

morti nelle strutture che avrebbero dovuto tutelarli e custodirli. Morti non solo per il coronavirus, ma vittime

di una politica sanitaria negligente e inefficiente, che ha messo a repentaglio sia i fragili ospiti delle RSA

sia il personale predisposto  alla loro cura. Morti senza una parola di conforto dei loro cari, senza una preghiera,

senza un fiore, in silenzio. Tutta una generazione che ci ha lasciato. Li ricorderemo anche quando tutto sarà finito.

Perché dovremo pretendere che la magistratura chiarisca le responsabilità degli enti preposti,

che il governo si impegni a realizzare nuove politiche per gli anziani, che le regioni esercitino maggiori controlli,

affinché un simile massacro non si verifichi di nuovo.

 

P. Domenico Pizzuti SJ    P. Mimì, gesuita, sociologo, segue con affetto Città della Gioia. Ha un suo blog osservatorio “Pensieri in libertà” (https://domenicopizzuti.blogspot.com/) e una pagina FaceBook. Entrambi fonti di interessanti e utili riflessioni sul nostro tempo, sul Paese, sulla Città, su Scampia (dove ha vissuto per molti anni), sulla Comunità Rom.

 

 

CITTA'MISSIONE DEI LAICI DOPO LA PANDEMIA

Abbandonare un certo spiritualismo disincarnato diffuso, pago di se stesso, per sposare angosce, paure, incertezze del futuro

specialmente degli strati più fragili della popolazione, e trarre lezione dalle forme di solidarietà messe in atto nel contesto

della pandemia per relazioni sociali più umane, giuste e solidali, anche per le nostre comunità dei limiti del possibile.

Inoltre bisogna riprendere la missione di “fede e giustizia” nei confronti delle disuguaglianze crescenti economiche,

sociali, culturali, di genere, generazionali, di etnie, razze, e religioni, nazionali e globali.

Non si può trascurare la partecipazione alla vita delle comunità cristiane, - abbandonando clericalismo, passività,

rinuncia a responsabilità - nel senso di assunzione da parte della comunità o suoi rappresentanti della gestione

della vita della comunità cristiana nei suoi vari aspetti, perché non è cosa solo del prete ma dell’intera comunità cristiana

centro della vita cristiana come “popolo di Dio” insieme ai suoi ministri.

Si tratta si potrebbe dire di riprendere la “diaconia” collettiva della comunità dei fedeli, per non essere solo passivi fruitori

del sacro non identificabile certo solo con il sacerdote, e promuovere la “pratica della fede” come proclamiamo

dopo la consacrazione dell’Eucarestia del Signore che viene e che verrà.

Un elemento strutturale da considerare riguarda, secondo gli studiosi, la divisione del “campo religioso”

tra chi sa (le cose sacre) e chi non sa, tra conoscitori e non conoscitori, fonte di un potere nelle comunità dei fedeli,

promuovendo da una parte una maggiore conoscenza, comprensione, attuazione della Parola di Dio e dall’altra

accesso agli studi teologici per un laicato colto in questo senso.

Inoltre, sul piano della comunicazione occorre riflettere sull’immagine del sacerdote unico e solo celebrante

l’Eucarestia veicolata dai video con il vuoto del popolo di Dio che deve riprendere la sua esistenza e presenza.

A.M.D.G. è proprio il caso di proclamare e vivere.

 

Napoli, 4 maggio 2020

 

 

 

  Carlo Verna

Carlo, giornalista della RAI, fa parte della Redazione del TG3 Campania.  Attualmente è Presidente dell’Ordine dei Giornalisti in Italia, dopo aver ricoperto l’incarico di Segretario Nazionale dell’UsigRai. Nostro fraterno amico, segue con affetto l’Associazione dal suo nascere.

 

VICINI ANCHE SE LONTANI

Più le cose mancano più ne cresce il bisogno. Nella solitudine dei giorni del lockdown maggiormente abbiamo avvertito

l'assenza delle relazioni sociali ,dell'altro, del prossimo. E forse le tecnologie che di certo hanno mitigato l'isolamento

paradossalmente hanno pure acuito il senso di frustrazione per i limiti che portano con sè. Tutto virtuale,

senza la fisicità del rapporto personale, con una ridondanza  persino fastidiosa laddove l'indirizzamento non avviene

verso un solo soggetto, ma il messaggio è rivolto a una pluralità di individui. Mi  è venuto in mente il grande Massimo Troisi

quando si lamentava dei tanti libri di cui gli si parlava, osservando come fossero tanti a scrivere e lui solo a leggere.

Ma come ci ritroveremo è la domanda? Perché purtroppo la lontananza ha incuneato in positivo il  dovere

di preservare gli altri da noi, prima che noi dagli altri, ma ha anche instillato un sospetto in qualunque forma di avvicinamento.

Penso che la terapia per guarire da questo virus collaterale sia quella della solidarietà concreta. Perché un conto è comunicare,

un altro è fare per gli altri.

Prima di riabbracciarci allora potremmo riavvicinarci spiritualmente facendoci carico del problema del momento di chi ha di meno ,

di chi soffre di più. Non mi è piaciuto lo slogan "Andrà tutto bene" perchè non lo si può spiegare agli affetti più cari dei  trentamila morti.

"Ce la faremo" mi sembra quello corretto. Ma farcela non è sopravvivere , è superare la paura di amare. Non più "distanti, 

ma uniti ", quanto piuttosto " vicini anche se lontani".  

 

 

Federica De Masi – Studentessa in Medicina napoletana, è stata la prima ad attivarsi per una raccolta fondi a favore dell’Ospedale Cotugno di Napoli, in frontiera dalla prima ora per la cura al Covid-19. Una raccolta fondi che ha superato i 933.000 euro e che abbiamo promosso anche noi.  I fondi sono stati utilizzati per aprire un’intera nuova struttura al Cotugno, chiamata Corpo G: totalmente dedicata a pazienti covid, con stanze a pressione negativa, nuovi posti letto e nuove apparecchiature. Ci sono video e foto allegate sia sulla piattaforma della raccolta (https://www.gofundme.com/f/raccolta-fondi-per-il-cotugno-di-napolicovid19) e sia sulla pagina facebook ‘diamo una mano al cotugno-covid19’ ( https://www.facebook.com/cotugnocontroilcovid/)

 

In questo periodo fortunatamente sono piena di cose da fare, tra esami e tirocini!

Ma ho riabbracciato il mio fidanzato. 

E rivisto la mia migliore amica. 

Per il resto tornare alla vita normale è qualcosa forse che ora mi è diventato estraneo. 

Provare a riavere quei contatti fisici e quel quotidiano di cui ci siamo privati ogni giorno per mesi diventa

un po’ come qualcosa simile al ‘dover reimparare a camminare, fare i primi passi ’. 

Emotivamente è qualcosa che spiazza, che continua a farlo e richiede uno sforzo di gran lunga maggiore di quello di uscire banalmente di casa. 

Per ora quello che mi è riuscito meglio è stata una passeggiata in compagnia unicamente di me stessa. 

E di una birretta. 

Rigorosamente con musica e cuffiette, di quelle ancora con i fili che si ingarbugliano nelle tasche. 

Sul porticciolo di Napoli, davanti a una luna e un Vesuvio dominante su un mare di un blu più unico che raro. 

Ho notato che mi basta effettivamente così poco per riacquistare la mia serenità. 

Un po’ d’aria fresca, i miei pensieri 

Una passeggiata di sera 

io 

e il mare

 

 

 

Martina Nasti 

Martina, con Giada, Carmen, Ilaria e Orazio, è proveniente dall’Istituto “Caselli-De Sanctis”, dove ha conseguito la maturità.

Il suo desiderio è di lavorare nel mondo del maquillage e, comunque, di lavorare.

Con Carmen e Giada ha presentato al Convegno sull’ “Autonomia regionale differenziata”,

da noi organizzato il 17 gennaio, il documento scritto dai giovani “IO CHE POSSO FARE”.

 

Questa quarantena mi ha dato modo di trascorrere del tempo con la mia famiglia ed è una cosa preziosissima

che mi ha ridato tanta felicità non facendomi pensare a quanto succedeva fuori.

In certi momenti mi ha fatto provare un senso di malinconia e di vuoto non avendo con me le persone che amo,

anche se abbiamo fatto di tutto per restare vicini grazie alla tecnologia che c’è oggi.

Ho avuto modo di capire chi sono le persone che davvero sono legate a te e chi invece non merita di starti accanto

e, soprattutto, ho avuto modo di ritrovare me stessa dato che mi ero persa da tempo per una brutta perdita che ho avuto in questi mesi.

Mi sento di dirvi che, ora che è incominciata questa fase 2, dobbiamo convivere con questa pandemia,

ma convivere cercando di farlo con serenità e non con paura, convivere sperando che domani possiamo riabbracciarci tutti

e togliere questi dispositivi di sicurezza, convivere con una speranza, la speranza di un domani in un mondo

non come era prima ma anche più bello e più colorato!

 

Carmen Sabatino 

Carmen è’ una delle universitarie da noi accolte e seguite, iscritta al primo anno della Facoltà di Architettura della Federico II.

Proveniente, con le sue amiche Giada e Martina, dall’Istituto per la Ceramica di Capodimonte “Caselli-De Sanctis”,

desidera realizzare il sogno di diventare architetto.  E’ seguita nel nostro progetto “Saperi di Speranza”.

Come tutti gli studenti, sta svolgendo i suoi corsi e gli esami in calendario con modalità telematica.

 

Che poi quello che abbiamo vissuto e che purtroppo ancora viviamo, che sia la prima fase o la seconda,

nessuna delle due è meno traumatica dell'altra.

Lo stare chiusi, lontano da chi ami, lontano dalla tua quotidianità, lontano da coloro che fanno parte ogni giorno della tua vita,

è difficile per tutti, ma per noi Napoletani, per noi che viviamo di abbracci, di amore, di passeggiate a Via Caracciolo,

di cenoni di famiglia una sera sì e l'altra pure, di musica e di aperitivi e risate con gli amici, ma quanto ci ha tolto questo qualcosa che neanche vediamo? 

Qualcosa di invisibile che può essere ovunque o da nessuna parte, eppure siamo terrorizzati dall'idea di fare ciò che fa parte di noi.

Spero che si possa tornare presto alla quotidianità, perché per quanto questa quarantena abbia aiutato alcuni rapporti

e ne abbia rotto altri, adesso è arrivato il momento di imparare a convivere con ciò che tanto ci terrorizza,

ma in modo graduale e senza mettere a rischio il nostro ritorno alla normalità.

 

 

Giada Negroni

Giada, studentessa universitaria, iscritta al primo anno di Psicologia cognitiva al Sr. Orsola Benincasa.

Partecipa al nostro progetto “Saperi di Speranza” e ha contribuito, con Carmen, Martina, Ilaria e Orazio a comporre gli aiuti alimentari

che a Natale ed in questa circostanza della pandemia hanno aiutato famiglie e persone in difficoltà. Frutto della nostra iniziativa “CENA IN SOSPESO”.

 

Il 4 Maggio è iniziata la seconda fase, dove ci è stato concesso di rivedere i nostri affetti stabili. Ne sono contenta,

anche se penso che non tutti stiano prendendo questa concessione alla lettera, bensì in maniera superficiale,

scendendo con amici a fare lunghe passeggiate, correndo e facendo anche assembramenti.

Ho paura che a breve potremmo retrocedere ritornando alla situazione di prima: chiusi tutti a casa.

Spero con tutto il cuore che nei giorni a venire ci sia un po’ più di responsabilità, rispetto e amore nei confronti dell’Italia.

Nel frattempo, vi abbraccio tutti.

 

 

 

  Enzo Russo

Enzo, Socio fondatore di Città della Gioia e già Segretario, è docente di inglese, da quest’anno scolastico in pensione. Marito di Ornella,

è responsabile del Corso di Inglese (il secondo) che si tiene nella nostra sede di Via Atri, temporaneamente sospeso per le misure governative.

 

Franco Arminio riflette sull’impatto del Covid-19 sui nostri stili vita e sulla percezione del tempo che li accompagna.

Da poeta, e da paesologo, come lui stesso si definisce, lo fa con una poesia dal titolo

 

"L'orologiaio Virus".

 

Mettiamola così:

è venuto per farci mettere le mani

dentro di noi, guarda nel fondo

la bambola di polvere con cui non hai mai parlato,

guarda il padre che hai usato come una lancia,

guarda il figlio, guarda la tua famiglia

assieme a te imbucata nell’universo.

No, non è un’occasione che ci renderà migliori,

è qui l’orologiaio virus per aggiustare

il modo di segnare il tempo, e tu città vuota

impara a sentirti vuota e tu che giravi sempre

ora stai fermo per tre mesi,

e tutti a fare i conti con l’angelo e col demone

che portiamo dentro, tutti ora in casa

diventiamo contadini chini a coltivare

le nostre terre, chiusi nell’avventura umana

senza i soliti intrattenimenti,

chiusi nella vita di sempre

che è sempre stare alla vigilia della morte.

E allora non conta molto quello che ti aspettavi

ieri, quello che ognuno si aspetta da sempre,

conta imparare, prendere appunti in questi giorni

direttamente dal proprio cuore, dalla propria testa,

l’unico notiziario da ascoltare attentamente

è il nostro corpo e in questo ascolto c’è salute,

c’è la barriera ai mali piccoli, gli unici

che conosciamo, il male più grande non lo vedrà

mai nessuno, mai a nessuno sarà possibile

vivere l’inferno in questa terra, sempre ci sarà

una luce e ora ce ne sono tante, ora

stiamo morendo e stiamo guarendo,

era chiaro anche prima, ma ora è proprio

lampante e non è questione mondiale,

non facciamo proclami grandi, è questione

di come starai nella tua pancia, nelle tue costole,

di come aprirai la bocca a un’altra bocca

di come saprai unire bellezza e pietà.

Da questi giorni improvvisamente misteriosi

non avremo altra, più luminosa eredità.


 

Di questa poesia mi colpiscono i versi:

“No, non è un’occasione che ci renderà migliori, è qui l’orologiaio virus per aggiustare il modo di segnare il tempo,

e tu città vuota impara a sentirti vuota e tu che giravi sempre ora stai fermo per tre mesi.”

Non è questione di aspettative messianiche, bensì  “di come aprirai la bocca a un’altra bocca

di come saprai unire bellezza e pietà”:

questa la “luminosa eredità” (?) che ci lasceranno questi giorni.

Ri-partire da se stessi per ri-imparare a vivere ri-aprendosi agli altri.

 

 

 

P. Angelo Esposito dal Guatemala. Sono due anni che seguiamo la missione di questo sacerdote di Portici in Guatemala, ai confini col Messico.  Cerchiamo di sostenere l’ospedaletto pediatrico, messo in difficoltà prima dal disastroso terremoto, oggi dalla pandemia. Lo ringraziamo per questa sua risonanza, che ci ha inviato il giorno del suo compleanno. Impreziosita dal disegno di uno dei suoi ragazzi assistiti, Ramiro Alfredo.

 

Cari amici,
oggi è il mio compleanno, un altro anno in terra di missione. Quando si compiono gli anni è inevitabile guardare indietro e valutare

ciò che si è fatto, ciò che non si è fatto e ciò che si spera di realizzare. In questo tempo ho incontrato tantissime persone: povere,

ricche, uomini, donne, bambini, giovani e vecchi. Ogni istante sono stato al fianco dei poveri, dei sofferenti e dei disperati e

non vi nascondo che in molte situazioni sono stato disperato anch'io, come loro e con loro. Dio non mi ha mai abbandonato,

ho sempre sentito la sua presenza, ascoltato ogni suo sprone che mi spingeva a rialzarmi ad andare avanti e non scoraggiarmi,

neanche di fronte alla morte. Molti lutti ho dovuto elaborare, soprattutto quelli legati alla morte dei bambini, ma anche molte gioie

mi hanno rallegrato il cuore quando ho assistito a guarigioni o alla risoluzione di problemi economici di famiglie che vivono nella miseria, salvate grazie alla solidarietà di molti.
Sono felice di essere in questi luoghi con questa gente semplice, umile, ma ricca dell'amore di Dio, con una fede più dura della roccia,

forte, vera e sincera. È gente che dona il poco che possiede, che offre l'unico suo pasto all'ospite o al viandante, gente che,

con quell'unico quetzal, compra dell'acqua per chi parte, si mette in fila durante l'offertorio per donare il poco alla parrocchia,

per farle provvedere a chi ha necessità. Sono tra persone incredibili che vivono il Vangelo giorno per giorno,

lo applicano alla loro quotidianità e pensano al benessere del prossimo pur essendo loro stessi il "prossimo":

malati, nudi, affamati, assetati, prigionieri, stranieri. Gesù è nei loro occhi e nei loro sguardi e, ogni qual volta mi sento impotente

e scoraggiato, basta guardare quegli occhi per riprendere l'energia, il coraggio di "fare".
Non potrei vivere altrove, il mio posto è qui con loro, con le scomodità, le rinunce.
Devo asciugare le loro lacrime, pregare ed invitarli a pregare, nutrirli con l'eucaristia per donare loro quella sicurezza che solo Gesù sa

e può dare, affinché possano andare avanti ed affrontare la vita, com'è stato per i discepoli di Emmaus.
È il mio compleanno, l'augurio che mi faccio ed i regali che desidero sono quelli di avere in ogni occasione la capacità di donare "Amore",

di poter essere sempre sostenuto da persone che riescono a dare un valore alla persona, che sappiano comprendere

senza tante parole che una piccola rinuncia può dare la vita a chi la sta perdendo. La Provvidenza nasce  nella condivisione

e quando la condivisione si realizza, ogni volta, vi sembrerà banale, ma vivo quell'emozione che si prova quando si spengono

le candeline sulla torta di compleanno!
Il Signore vi benedica,
Padre Angelo

 

 

 

 

   Felicia Luciano Felicia  ha conseguito, nell’ambito del progetto “Saperi di Speranza”,  la laurea triennale  in Design di Moda, completando la preparazione all’Accademia della Moda di Napoli. Ha già vissuto molteplici attività formative e lavorative presso realtà ed aziende varie. Ultima, l’azienda in cui oggi lavora. Ha contribuito all’elaborazione grafica del nostro Calendario sul tema dell’acqua.  

Penso che la fase 2 debba essere la fase delle scelte.

Voglio spendere anche io qualche parola in merito alla pandemia che stiamo vivendo tutti. Dopo una prima fase di terrore e di incognite,

ci prepariamo a vivere una fase di incertezze verso il futuro, vicino e lontano. Chi da sempre si trova in situazioni di precarietà,

vive questo periodo con ancora maggiori ansie e preoccupazioni, un'atmosfera che di certo non aiuta gli animi più deboli a superare le difficoltà.

Il Covid19 ci ha insegnato molto, a quanto sia importante badare alla "persona" , al suo benessere fisico e mentale, a quanto sia importate

stare vicino alla famiglia, essere presenza reale e valida, differentemente da quando si corre senza tregua per il lavoro o

per cose che abbiamo capito in questo momento non essere importanti.

Lo stare in casa ci ha costretto spesso a guardare in faccia la realtà delle cose, che spesso ci rifiutavamo di conoscere,

ci ha costretto ad affrontarle, nel bene e nel male. La pandemia ci ha costretto a prendere del tempo,

a riflettere, ci ha tolto pezzi di vita e ci ha restituito però tempo e vicinanza per le nostre famiglie.

Oggi, consci di tutto questo, la situazione è ancora più drammatica: cosa abbiamo? Cosa vorremmo?

Come arrivare al nostro obiettivo? Il sogno della vita che desideriamo, per molti, è ancora più lontano, vano

e sembra irrealizzabile, dobbiamo solo rimboccarci le maniche e prendere decisioni ben ponderate, nella speranza

che questo bagaglio di esperienze e di emozioni che abbiamo vissuto, possa portarci verso strade migliori e più sicure.

Dobbiamo riprenderci il nostro tempo, i nostri luoghi, prendere esempio dalla natura, che si è rigenerata in questo periodo di fermo.

Non lasciarci inquinare da cose che non ci fanno stare bene e non nutrono la nostra anima.

Penso che la fase 2 debba essere la fase delle scelte: cosa realmente ci occorre,

chi vogliamo essere e chi vogliamo al nostro fianco, allontaniamo il superfluo, viviamo una vita più "sana". 

 

 

 

  Daniela Freda   

Daniela è uno dei riferimenti preziosi nell’organigramma nazionale di  Banca Popolare Etica Spca,

di cui Città della Gioia è Socia e presso cui intrattiene conto corrente.  

La sua sensibilità sociale e culturale ne caratterizza sia la vita personale che il lavoro, dove è Responsabile Culturale dell’Area Sud.

Siamo bolle di sapone

Dopo tanti giorni chiusa in casa, torno finalmente tra la natura, spettatrice piena di stupore dinanzi all'esplosione

di colori e profumi a cui non ero più abituata.

Questa pandemia finirà, come finisce ogni cosa.

Ci ha ricordato che siamo come bolle di sapone: trasparenti e colorate allo stesso tempo, trasportate dal vento, bellissime, ma anche fragili.

Ci ha ricordato che non c'è nulla di scontato. E l'ha ricordato a tutti noi nello stesso momento.

Questa pandemia finirà.

A noi il compito di restare e ricostruire, consapevoli più di prima che è necessario prendersi cura degli altri, della natura, del creato, del nostro corpo.

Buona rinascita!

 

Foto di Daniela Freda

 

 

  Angelo Casteltrione

Angelo è un fotografo professionista, nostro amico e giurato nell’ultimo concorso di Fotografia Sociale “Finestre. Riflessi, riflessioni, racconti”.

E’ sposato con Virginia. Insieme hanno partecipato alla nostra festa per il decennale dell’Associazione presso “Figli in Famiglia”.

Ci ha inviato un’altra bella immagine accompagnata dal suo pensiero.

 

Siamo stati chiusi in casa, per una cosa che vedevamo solo nei film; molte persone se ne sono andate senza un conforto da parte dei loro cari,

morte in un letto di ospedale con la sola pietas di persone estranee...

Noi eravamo a casa;  siamo reinventati pasticcieri, panettieri, cuochi… abbiamo rimesso in piedi vecchi hobbies,

ci siamo affacciati e abbiamo cantato l'inno o altre canzoni; ci siamo abbracciati virtualmente, abbiamo aperto le scatole dei ricordi;

io, nella fattispecie, vecchie fotografie che erano li, aspettavano il momento giusto per uscire, avevano bisogno forse di altre motivazioni

che prima non c'erano, di una maggiore riflessione sul perché la si era scattata, qualcuna rivisitata con gli occhi diversi di oggi...

Ho scelto questa: una Napoli attraverso una vetrata sporca, con un vaso ed un sega appoggiata dentro... le parabole sullo sfondo...

Napoli fra ieri e oggi, Napoli di ieri vista con gli occhi al tempo del covid...

 

  foto di Angelo Casteltrione

 

 

 

Luisa Celi  - Luisa è la prima ragazza che abbiamo accompagnato col nostro progetto “Saperi di Speranza”. Ha conseguito la laurea triennale al Sr. Orsola Benincasa in Conservazione dei Beni culturali. E’ sposata con Gianni ed è mamma di Emanuela (che apre questa newsletter) e di Antonio.

 

La mente di una mamma è una centrale di informazioni e preoccupazioni che ci portiamo addosso ogni giorno; 

è invisibile agli occhi della gente. Eppure il carico è sempre lì.
Credo che sia normale lasciarsi andare a pensieri negativi nel quotidiano, soprattutto in questo periodo

in cui siamo afflitti e spaventati dalla presenza di un nemico invisibile....(Covid-19).
Da un giorno all’altro abbiamo cambiato le nostre abitudini, abbiamo limitato i nostri affetti, abbiamo imparato a gestire tutto da casa...

capendo che la tecnologia è importante se usata bene.

Abbiamo imparato ad apprezzare le piccole cose; da una pizza fatta in casa ad una semplice telefonata o sms... un modo per sentirsi più vicini!!!
Abbiamo capito che il tempo scorre velocemente e dobbiamo vivere intensamente attimo per attimo.
Nonostante ciò, non posso nascondere che ho paura, ho ansia, che mi accompagnano durante il giorno.

Ma poi guardo il sorriso dei miei bambini e mi faccio Forza, anche quando sembra che tutto sia enorme e insormontabile...

mi ripeto “ne usciremo”!!!”ce la faremo”!!!
Sono una Mamma e la natura delle mamme è quella di essere protettrice nei confronti dei propri figli

 

 

    P. Ashley Samarasinghe SJ

Con p. Ashley portiamo avanti dal 2006 il progetto “Tsunami della Solidarietà”, avviato dopo il disastroso tsunami che colpì in maniera drammatica

l’area dell’India e dello Sri Lanka, tra l’altro, allora, ancora ferito dalla guerra civile. Il progetto mette insieme famiglie e persone nel sostegno a distanza

di bambini, ragazzi e famiglie povere, nel sostegno formativo, alimentare e di vita. Assistiti sul posto da p. Ashley e i suoi volontari.

Promuove anche la costruzione di casette in muratura, interventi medici e, nel passato, fornitura di acqua potabile e ai attrezzi per la pesca.

 

Il primo tempo della partita sta per finire.

Spero  che non ci sarà un secondo tempo.

Preghiamo il Signore che la partita duri un tempo solo.

Ciao ! 

P  Ashley

 

oto di Luca Ciriello

 

Federico Filippi

Federico, Archeologo, con laurea magistrale, ci scrive da Padova, dove segue un Corso di specializzazione.  Ha collaborato col Movimento Onda Anomala alle attività comuni e alla condivisione di CASA33, la nostra sede operative di Via Atri. Ha guidato una visita agli scavi di Pompei, promossa dal nostro Centro Culturale. Ha partecipato a corsi e concorsi di Fotografia Sociale. Vive da solo la sua quarantena padovana, dove sis ta specializzando, ormai dagli inizi di marzo.

 

Tra la preparazione di un esame, quotidiani affari domestici e una piú generale noia non ho trovato lo spirito  per pensare a qualcosa

di elaborato o particolarmente significativo da condividere (anche perché in generale non sono bravo in queste cose).

Oggi però sono sceso di nuovo e, prima di fare la spesa, ho fatto un giro lungo per trovare "ispirazione" (poi non trovata) in un giardino pubblico

che non vedevo da mesi e nel quale andavo a correre e passeggiare con i miei vecchi coinquilini .

Ebbene, dopo mesi ho qui finalmente rivisto un po’ di verde e ragazzi come me prendere una boccata d'aria, e passare il tempo insieme .

Anche se  di bassa qualità e non particolarmente artistica, vi mando questa foto che mi ha sul momento trasmesso, mentre camminavo,

quella ricercata sensazione di libertà e bellezza che mancava da un pezzo e che solo il verde e la natura riesce ancora a darmi,

anche se circondata da quartieri grigi e periferici.

Quelle due stradine tracciano per me più direzioni da intraprendere e sono delle possibilità… forse una speranza.

So, magari, dove vanno; ma non so chi posso incontrare lungo il loro percorso.

 

foto di Federico Filippi

 

 

 

  Pasquale Salvio.  Socio fondatore. Pensionato. Consigliere dell’Associazione. Co-responsabile del Centro di Documentazione e di Comunicazione 

 

QUELLE FOTO, QUELLE LETTERE… RITROVATE

Come per  tanti, lockdown è significato anche per me e per la mia famiglia avere tempo per mettere ordine tra carte, documenti, ricordi.

Trovo, tra pacchi e cartelle zeppe, un cesto di vimini, col suo coperchio. Mi siedo. Lo poggio sulle ginocchia. Lo apro.

Riappaiono centinaia di lettere, cartoline, biglietti per ogni occasione. Un tripudio di buste di ogni formato e colore,

con su appiccicati francobolli delle vecchie lire, alcuni molto belli. Diversi sono “espresso”: con prezzo maggiorato,

la Posta consegnava in due giorni. La mente rimbalza oggi ad Amazon, ai rider…

I timbri postali riportano alle date che segnano, come bandierine, il cammino della mia vita.

Mi immergo nel mondo che si apre dinanzi a me. Riconosco la grafia di Gabriella, quando eravamo fidanzati

e, tra Milano e Napoli, lettere e telefonate erano il canale che ci univa, per attese di incontri affidati ai binari dei treni.

Preparandoci al matrimonio.  Niente Skype, mail, wapp, videochiamate. Tutto affidato alla pregnanza delle parole

e alla ricchezza di scrittura, e di vocabolari più curati.

Parole scritte o dette. L’immaginazione, il desiderio, il respiro di vita facevano il resto.

Prendo dal cesto gruppi di lettere e cartoline, di quelle turistiche; o biglietti “delle Paoline”

con immagini bellissime e frasi suggestive. Istintivamente, sembro accarezzarle.

Le lettere, in particolare, mi appaiono come piccoli scrigni, custodi di pezzi di vita, di sentimenti, di notizie, di amicizia, di fraternità.

Parole. Di genitori, nonni, fratelli, amici, colleghi di studio o di lavoro, parole di Comunità.

Ne apro qualcuna. Ed è come se fossi riportato nel cuore dei miei venti anni,  del mio crescere; e del mio andare.

Parole che parlano di sogni, di bellezza; ma anche di dolore, di paure.

Parole che raccontano il desiderio di un mondo migliore.

Parole di Vita.

Parole di Fede in Dio Amore.

Non mi crea malinconia tutto questo. Anzi.

In un angolo, un gruppo di fotografie. Un centinaio, forse. Un nastro le abbraccia. Come una confezione regalo.

La Fotografia è stata presente nella mia vita fin dall’adolescenza. Non solo strumento per realizzare “scatti”, ma “spazio” in cui fissare attimi di Esistenza.

Le sfoglio. Qualcuna, in bianconero, sbiadita, mi riporta all’infanzia e alla storia della Famiglia.

E le parole di quelle lettere, i nomi dei mittenti, si fanno volti, situazioni, storie.

Come per incanto, parole e immagini si mettono insieme.

Alcune si sovrappongono; e sembrano ridirmi, in una nuova luce interiore, cose che sembravano fissate nelle cornici dei ricordi.

Un caro amico, ora in Cielo,  mi insegnò che “ri-cor-dare” significa “ridare al cuore”.

E allora, quello sfogliare scatti fotografici, lettere, dediche, firme si fa nuovo abitare spazi e tempi, capendo meglio.

In un tempo non più cronologico, non più Kronos. Ma  Kairos. Un tempo particolare, giusto, opportuno;

che supera lo scandire dei secondi, dei giorni, degli anni. Che ti fa avvertire le voci e i volti, rinnovato Dono gratuito di Amore.

In un “oltre” che ha le radici ben piantate nel terreno della mia, della nostra storia.

Scintille di Infinito. Con cui far vibrare “dentro” nuovi dialoghi, nuovi ascolti.

 

Anno 2050. Sono passati 30 anni da questa “ripartenza” per Covid-19.  Non so se si scriveranno ancora lettere e cartoline;

se si stamperanno foto e immagini.  Magari nella sempre più globale società digitale, ci penserà il telepensiero o l’intelligenza artificiale.

Posta elettronica, smartphone, wapp, social hanno bruciato in questo primo ventennio del terzo millennio la gioia frequente

di trovare una lettera, ancor più una cartolina, nella cassetta della posta.

O di ricevere in regalo una foto stampata, racconto di vita. Dono personale, unico per la dedica che lo accompagna.

Tutto, oggi, è molto virtuale, veloce. Preda, magari, e se va bene, di una stampante.

S’inventeranno modi e strumenti nuovi per “comunicare” mozioni ed emozioni.

Per costruire nuovi percorsi di Umanità. Finalmente inclusiva di tutti? Finalmente rispettosa del Creato?

La speranza è che parole e immagini dopo Covid-19 possano essere ancora  “narrazione” di nuova vita.

Di una vita che vale la pena di essere vissuta.

Che aiutino a dare senso esistenziale, capaci di proiettarsi anche in approdi in una Vita oltre la vita.

Oggi, qui ed ora, Covid-19 può essere opportunità di aprire  cantieri comunitari nuovi. Con nuovi progetti, nuovi “cementi”

culturali, sociali, forse antropologici.

Bellezza, Pace e Giustizia potranno essere il respiro di persone e popoli, del sentirsi parte di un unico Popolo.

E forse il 2020 sarà ricordato non solo per la tragedia dolorosa della pandemia.

Dipenderà da quali virus vorremo combattere. E sconfiggere. Insieme.

 

Alessandra Olivieri

Alessandra è docente nella scuola superiore. Pittrice. Partecipa al Coro polifonico del Gesù Nuovo. Sostiene le attività del nostro progetto di sostegno a distanza in Sri Lanka (“Tsunami della Solidarietà”) e del nostro progetto di formazione universitaria (“Saperi di Speranza”). Partecipa ai nostri eventi associativi.

 

Forse sembrerà banale, ma questo tempo mi ha fatto riscoprire il gusto di fare una passeggiata.

Soprattutto quello di decidere di farla, quando lo stress della giornata si fa troppo pesante.

E così ogni giorno respiro l'odore della campagna (io abito a Napoli, ma in campagna); e mi delizio dei canti degli uccellini.. !

Un giorno mi sono incamminata lungo un sentiero che in 20 anni non avevo mai percorso, né a piedi, né in macchina.

A un certo punto ho trovato una casa abbandonata... Mi ci sono addentrata, giusto quel poco che bastava per vedere intorno

gli ambienti e gli oggetti di una vita passata...

Vi erano ancora conservati gli strumenti da lavoro della terra e per fare il pane, forse anche il vino, chissà...  non sono un'esperta al riguardo..:)

E così tra  macerie, mattoni, polvere, api che ronzavano, in un tempo che sembrava sospeso, in una stanza ho scorto una piccola immagine di una Madonnina...

Mi sono avvicinata, e sono rimasta colpita dal fatto che sorridesse, ma con la lacrime...:) ! O forse potrei dire che piangeva, ma con il sorriso...;) !

Non lo so...So che istintivamente l'ho spolverata.....:) ho ricambiato il sorriso...:) e l' ho rimessa al suo posto :) ! Lì, tra le macerie...

Allora, grata anche per quell'incontro, ho pensato che quel sorriso nonostante le lacrime, esprima esattamente lo stato d'animo

con cui vorrei sempre  cercare di vivere la vita, e questo tempo... Con l'impegno ad andare un po' più a fondo in me stessa, cercando una sempre maggiore autenticità... ed entrando (in punta di piedi..) nella vita degli altri, non restando sulla soglia, ma facendo quel passo in più....

come in quella stanza di quella casa abbandonata...

Piangere con chi è nel pianto, gioire con chi è nella gioia, ma soprattutto offrire un sorriso, una visione di speranza e di gioia per chi oggi

si sente sotto il peso di macerie o anche di  un solo "sasso" troppo pesante per lui/lei...

Ringraziare la Vita per ogni istante sinora vissuto, per ogni amico/nemico incontrato, per ogni strada percorsa, e per questa bella Terra nostra

che ancora oggi ci testimonia che l'Amore, sempre, ancora e nonostante tutto, ci ama, e provvede a noi !

Di tutto ringrazio...! Anche del fatto che queste mascherine ci obbligano, finalmente, a guardarci negli occhi...

Forse questo è il tempo di meno parole, e più passi... più sorrisi ... E i passi, come i sorrisi, non fanno schiamazzo, ma tracciano il cammino,

lasciano impronte e luce, lungo la strada e negli  occhi....

E' l'esperienza che dona e che si dona, e produce Amore, moltiplicandosi all'infinito...  

Per questo oggi il mio augurio è che d'ora in avanti possiamo avere passi e sorrisi verso, e per chi incontreremo, o con cui,

nostro malgrado, ci scontreremo...

Perché di noi sempre possa conservarsi la memoria di quel sorriso che illumina lo sguardo, e dona pace... Il sorriso della vera Gioia :) !

Buon tempo di sorrisi e di GIOIA a tutti !

Con affetto e gratitudine.

Alessandra.

 

P.S. Seguono foto della casa e dell'immagine di cui vi ho parlato.

 

 

 

 

Saveria Parentela

Saveria è docente a Bologna. Pittrice. Si occupa di molteplici attività culturali e spirituali, e di volontariato sociale. Collabora con i nostri progetti “Stringiamoci la mano” (povertà) e “Saperi di Speranza”. Ha partecipato, anche con suoi studenti, ai nostri concorsi nazionali di fotografia sociale e racconti brevi  (“Fotografa la Vita”), risultando più volte vincitrice. Ha voluto donare due sue opere all’Associazione, esposte nella nostra sede operativa.

 

RIPARTIRE

pensieri, colori, immagini, simboli e segni per ripartire sempre con la mano nel cuore perché è la bellezza del cuore che guarisce …

       il mio Augurio.  Saveria Parentela

 

se mi siedo

ascolto tutti i profumi di questo tempo

 

se mi siedo

accanto ad un albero ti sento

 

se mi siedo

ai piedi di un fiume scorgo le opportunità

 

se mi siedo

accanto a te tocco l’Amore!

 

                       Bologna,  12 Maggio 2020  (immagini e foto di Saveria Parentela)

 

   Kairos e benevolenza              Il melograno SegnoSimbolo  di abbondanza

 

vanti con la mano nel cuore   Aquilone I bimbi sognano in grande

 

Semplicemente sbocciare sulla terra  Dividendo il pane e i sogni Andiamo avanti

 

  Maria Guida   

Maria, giovane architetto e fotografa, nostra compagna di cammino da anni, ha partecipato a corsi e concorsi di Fotografia Sociale da noi promossi, risultando più volte prima classificata e partecipando, poi,  alla Giuria. Ha organizzato con noi la personale di fotografia sociale “Essere umano” sulla esperienza di volontariato con immigrati africani in Sicilia e sulla violenza contro le donne. Abbiamo in cantiere la Mostra “Bangladesh. Distanti ma non distinti”.  E’ Presidente dell’Associazione “A.MA.TI” per la informazione, formazione e prevenzione della patologia tiroidea.

 

RIPARTIRE (dividere)
Per me è il suo contrario. È un po’ come unire, rimettere insieme quello che avevi diviso di te stesso.
Tante piccole parti, ricomposte in un unico bagaglio. Un bagaglio che ci dice chi siamo.
Ma chi siamo se non quello che conteniamo?
Ed allora a ciascuno è dato scegliere cosa portarsi dietro e cosa lasciar andare.
Cosa è davvero importante? Cosa ci occorre nel nostro viaggio? Chissà.
Ora, però, tutti pronti ai posti di RIPARTENZA.

 

foto di Maria Guida

 

 

   Pubblichiamo il post dalla nostra pagina Facebook per il TG3 Campania

 in tempo di Covid-19  il 20 Aprile 2020

 

IL NOSTRO GRAZIE ALLA REDAZIONE E AI TECNICI DEL TG3 CAMPANIA

Ci accompagnano ogni giorno, più volte al giorno, dallo studio di Via Marconi e dalle postazioni esterne.

Sono i Giornalisti e i tecnici della Redazione del TG3 Campania e della Sede RAI di Napoli.
GRAZIE, allora, a Carlo Verna, Ettore De Lorenzo, Rino Genovese, Enzo Perrone, Carlo De Blasio, Gianni Occhiello

nelle postazioni esterne, o inviati, e a quanti (non vorremmo dimenticare qualcuno) si avvicendano in studio.
GRAZIE ai tecnici, in esterna e in studio.
GRAZIE al lavoro di squadra della Redazione tutta, guidata da Antonello Perillo.
La loro presenza nelle nostre case, in questo particolare tempo di pandemia, ci permette non solo di essere aggiornati

sulle informazioni, ma di raggiungere, con interviste e servizi, il tessuto sociale che si fa cura, attenzione e aiuto a chi è in difficoltà,

o presenza sul territorio per garantire la Cittadinanza nella gestione di questa difficile contingenza.
GRAZIE.

 

Riposte della Redazione:

 

Ettore De Lorenzosiamo profondamente lusingati,  speriamo davvero che in questa emergenza si sia capita l’importanza del servizio pubblico

e delle redazioni regionali, che forse meglio di altre riescono a raccontare la complessità delle realtà territoriali.

Grazie a tutti voi, sentirvi vicini è un grande conforto e carburante per il nostro lavoro. Uno stimolo a fare sempre di più e meglio

 

Rino Genovese:  grazie di cuore.

 

Antonello Perillo (Capo Redattore): grazie di cuore da tutti noi all’associazione Città della Gioia Onlus 😊👍👏

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Liliana Albano (spettatrice): Siete eccezionali! Mi permetto inoltre di dire che i vostri interventi e la vostra professionalità,

caratterizzata dalla vostra napoletanità‘ vi rende unici nel panorama dell’informazione regionale. Ad maiora.

 

 

 

  I NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE (e non solo)

Desideriamo chiudere questa raccolta di risonanze con la nostra rubrica dedicata ai nostri amici animali.

Proprio in questo periodo di pandemia, ci siamo resi conto di quanto riempiono la nostra vita, le nostre abitazioni, le nostre giornate.

Pian piano stiamo componendo un poster con le loro foto e i loro nomi, che metteremo in sede.

Dopo cani, gatti, galline e pulcini, questo mese è la volta di Tardi, una tartaruga d’acqua, a cui piace principalmente passeggiare per casa.

Felicia Luciano, sua amica, ci dice che è grande quanto la sua mano e che ha due anni.  Aspettiamo foto e notizie di altri nostri amici.

 

PROGETTI E ATTIVITA’:  saranno oggetto della prossima newsletter.

Proseguono i progetti di formazione universitaria, di sostegno a distanza in Sri Lanka, di aiuto alle persone senza dimora. Per quest’ultimo, essendo sospesa l’attività dei nostri medici volontari presso il Centro Buglione, un’unica informazione: conclusa la raccolta fondi di RESPONSABILITA’ POPOLARE – EMERGENZA SENZA DIMORA NAPOLI, ma proseguono le attività di volontariato nelle mense e di prossimità. Abbiamo fatto la scorsa settimana una video conferenza con una ventina di volontari per valutare l’andamento delle attività e rimodularle, anche con riferimento alla quasi totale assenza delle Istituzioni. Da sempre questi nostri amici che vivono per strada compongono il popolo degli “invisibili”.  Per info andare al link https://www.facebook.com/groups/2483198148660675/.  Abbiamo raccolto 9.300 euro, di cui 8.000 euro segnalati dalla piattaforma Buona Causa e 1.300 euro direttamente bonificati a Città della Gioia (Grazie a quanti hanno contribuito!). Ad oggi sono stati forniti aiuti per 2.591,11 euro a mense e volontari di strada  (tutto esplicitato nella pagina Facebook del Gruppo). Le attività continuano, anche in previsione del crescente disagio sociale, per il quale stiamo aiutando famiglie in difficoltà con fondi rivenienti dalla nostra iniziativa “CENA IN SOSPESO” e da offerte.

 

 

 

Per offerte e contributi utilizzare il conto corrente che intratteniamo presso Banca Popolare Etica Filiale di Napoli, intestato a “Città della Gioia Onlus” con il seguente codice

Iban  IT88U0501803400000011304334

                                         

Telefono fisso e fax:  0815571458 (ora senza presidio).  Per urgenze, in particolare in questo periodo, cell. 3402424793.

 

Per informativa sui progetti e sulle attività vai al nostro Sito web:  www.cittadellagioia.eu

 

Per scriverci, la nostra casella di posta elettronica:    Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

                            Pagina Facebook:  “Città della Gioia Onlus”, https://www.facebook.com/cittadellagioia.onlus/

 

Sede legale: Via Piazzi, 45 – 80137 Napoli c/o Fam. Filippi/Butera

Sede operativa: CASA33 - Via Atri, 33 – 80138 Napoli

 

E’ tempo di dichiarazione dei redditi: il dono del tuo 5x1000 può aiutarci ad aiutare.

Basta inserire il nostro Codice fiscale 5120510631 nell’apposito spazio delle Onlus e firmare. Grazie!

                           

Cari saluti!

Per lo staff di Città della Gioia Onlus –  Centro di Documentazione e Comunicazione.

Ornella, Enzo e Pasquale

 

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