Quei calzini rammendati per i senza dimora… di Pasquale Salvio

Un’associazione che sviluppa attività di volontariato ha il suo “capitale sociale” anche, e soprattutto, nelle persone che vuole servire e in quelle che offrono, nella gratuità, il loro tempo e le proprie risorse per farsi compagni di cammino di chi soffre ed è ai margini della comunità civile. E nell’incontro fra di esse.

Le persone “povere” sono oggi in aumento, e sempre più “affidate” alla cura del  Terzo Settore, del Volontariato e della solidarietà, visto il precipitare del diagramma delle politiche sociali e delle doverose attenzioni agli impoveriti e agli esclusi da una vita appena dignitosa.  Nella curva di queste politiche, l’applicazione di risorse tende sempre più verso l’ascissa degli impegni e delle spese residuali, rispetto ad altri capitoli di bilanci, sia locali che nazionali (vedi, ad esempio, le spese militari). I cambiamenti globali e le crisi di sistema che subiamo amplificano la fragilità dei Paesi e delle Aree più deboli, allargando la forbice fra ricchezza (concentrata sempre più nelle mani di pochi) e povertà, dove i potenti attori delle decisioni sovranazionali (FMI, BM e BCE, WTO, multinazionali) incidono pesantemente sulle politiche di bilancio, sulle politiche di welfare, sullo scambio di beni e servizi, sul lavoro.  La finanza e la speculazione finanziaria mortificano l’economia reale.

I bilanci sono frutto di scelte ben precise…  E le scelte sono frutto, pur nelle difficoltà oggettive di condizioni date, di valori e principi, e di coerenza con essi.  Valori e principi che sono pilastri della nostra Costituzione. Oggi sempre più disattesi (si pensi al lavoro, alla salute non solo fisica, alla formazione, all’accesso di tutti i Cittadini ai diritti di cittadinanza con pari dignità, al bene comune). Nella nostra Carta  la centralità della persona e della comunità è il focus, il faro di orientamento del suo impianto. Che non è non solo normativo di un apparato organizzativo-burocratico (rivedibile nel rispetto dei principi), ma che è attraversato da uno “spirito”, frutto – faticoso e  integrato - del lavoro sapiente dei Padri Costituenti, pur appartenenti a culture  e ideali politici differenti.

Quando Maria, bancaria, moglie e mamma, rispose al nostro appello di partecipare al gruppo di mamme per i senza dimora”  (persone che noi incontriamo col nostro progetto “Viandanti della Gioia” e con la Rete Shukran), ci disse: “cosa posso fare? Magari, dando una mano anche da casa…” (e sappiamo che davvero ogni donna che lavora, di lavori ne fa almeno due…). 

AltroQuei calzini rammendati per i senza dimora… di Pasquale Salvio

Sottocategorie