Il Consiglio Direttivo di Città della Gioia Onlus ha deliberato la costituzione del “Centro di documentazione su sobrietà e stile di vita”.  Siamo nell’orizzonte culturale, sociale e politico in cui si colloca l’impegno culturale e sociale della nostra Associazione.

Il Centro ha la sua sede in Via Atri, 33 – Napoli, nostra sede operativa.

Obiettivi del Centro nel breve-medio periodo sono:

  1. Costituire una piattaforma di documentazione, anche multimediale, sulla sobrietà come stile di vita e sulle sue ricadute culturali, formative, sociali, economiche e politiche;
  2. Sostenere le attività associative e di rete (osservatori, forum, tavole rotonde, seminari, incontri, laboratori) con strumenti documentali;
  3. Collaborare alla promozione della costituzione di reti sociali sulla materia (altre associazioni, realtà sociali, istituzioni, scuola/università), a supporto di laboratori di studio, di ricerca e di impegno nell’elaborazione di riposte concrete alle esigenze di giustizia sociale, di sostenibilità ambientale, di economia di giustizia, di equità e di solidarietà;
  4. Offrire alla Città, nel territorio di riferimento associativo, la possibilità di utilizzare detti strumenti, secondo le norme stabilite dall’Associazione.

Il Centro sottoscrive per l’Associazione abbonamenti a riviste e strumenti multimediali, a supporto della sua attività. Allo stato sono sottoscritti i seguenti abbonamenti:

A – Rivista “Valori”, mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità;

B – Rivista “Scarp de’ Tennis”, il mensile della strada (E’ un giornale di strada non profit);

C -Rivista online “Narcomafie”, http://www.narcomafie.it/, a cui siamo abbonati come soci dell’Associazione LIBERA,  Associazione, Nomi e Numeri contro le Mafie.

 

Di Italia, Imelde ed altre storie Castenaso-Napoli, di Vincenzo Russo

Di Italia, Imelde ed altre storie …

La vita è fatta di storie e d’intrecci di storie, alcuni del tutto casuali, altri fortemente voluti.

Questa storia comincia a Castenaso, un piccolo comune italiano della città metropolitana di Bologna. Qui nel 1947 arrivano ventisei tra bambine e bambini napoletani. Sono una parte di coloro la cui storia è stata mirabilmente raccontata da Viola Ardone nel suo libro “Il treno dei bambini” e da Bruno Maida nel suo “I treni dell’accoglienza”. Sono accolti dalle famiglie del paese, gente povera, contadina, che vive del lavoro dei campi e dell’allevamento degli animali: possono  però permettersi di dare loro quel cibo e quel calore che scarseggiano nella Napoli del dopoguerra.

Italia Valente, cinque anni e mezzo, entra a far parte della famiglia di Imelde Tassoni. Quest’ultima ha diciotto anni in più di Italia e conserva un ricordo indelebile di quei pochi mesi passati insieme, da gennaio a giugno del ’47.

Italia ritorna a Napoli, portando con sé quella valigia di cartone con cui era salita sul treno che l’aveva portata a Castenaso. Imelde non la rivedrà più, ma la porterà per sempre nel cuore. Ne parla spesso alla figlia, Maria Giovanna. Nei suoi racconti le vicende di Italia s’intrecciano a quelle del fratello minore e del cugino, partigiani morti per la libertà.

 Maria Giovanna, ora psicologa psicoterapeuta, con incarichi di responsabilità sia nell'ambito del servizio minori che disabili adulti all’ASL di Bologna, decide di rintracciare Italia per farla rincontrare con la madre, o almeno provarci.

Scrive a tutte le istituzioni che potrebbero aiutarla e alla fine, grazie all’aiuto di “donne e uomini di buona volontà”, riesce a rintracciare Italia, che ora ha ottantasei anni e vive a Napoli, e a mettersi in contatto con lei.

Se Imelde possiede ancora una memoria formidabile, non così Italia, duramente colpita anche in questo dal recente Covid: ricorda i treni e  la valigia di cartone con cui fece ritorno a Napoli, zeppa di doni, cibo, vestiti, anche soldi per lei e per la sua famiglia.

Maria Giovanna ha un’idea: venire a Napoli,  per incontrare Italia e consegnarle una valigia di cartone come quella del ‘47, rinnovando un dono che l’aiuti a ricordare.

In occasione della Marcia della Pace e della Fraternità Perugia - Assisi del 10 ottobre 2021 noi di “Città della Gioia ETS – Napoli” incontriamo Maria Giovanna Giusti. “Siete di Napoli? Allora forse potete aiutarmi!” e ci parla del suo sogno, così radicato nella sua storia familiare e nella storia italiana del dopoguerra.

Noi – che siamo a casa con i sogni – abbiamo tenacemente e per lungo tempo provato ad aiutarla a realizzare il suo di sogno, forti delle nostre conoscenze in ambito giornalistico … ma poi purtroppo abbiamo dovuto alzare bandiera bianca, certo non per nostro demerito.

Forse per il cambiamento di vento nel contesto politico nazionale, dobbiamo riscontrare una persistente mancanza di interesse verso la storia proposta e infine registrare un completo fallimento dei nostri tentativi di trovare una cassa di risonanza tra i giornalisti della RAI o della carta stampata. Nonostante la storia narrata nel libro della Ardone sia nel frattempo diventato un bel film, diretto da Cristina Comencini … vai a capire come vanno le cose!

Nel frattempo – i paesi sono piccoli, si sa, e le voci alla fine non tardano a diffondersi – le Maestre dell’Istituto Comprensivo Statale di Castenaso s'innamorano della storia di Italia, di Imelde e dei suoi morti per la libertà. In particolare Silvana, una bravissima insegnante amante del teatro, propone a Maria Giovanna di farne una trasposizione teatrale. Sotto la sua guida esperta e motivante, le ragazze e i ragazzi della sua quinta elementare passano mesi a limare il testo, ad allestire la sceneggiatura e le coreografie, a creare i suoni e i rumori per la colonna sonora di accompagnamento. Infine dopo mesi di prove, la messa in scena … ed è un trionfo! Il marito di Maria Giovanna assiste alla rappresentazione. Ne intuisce il valore. Dirigente Scolastico in pensione, si dà da fare per trovare gli agganci giusti a Bologna e a Napoli, per portare giù la rappresentazione. Alcune scuole di Napoli rispondono all’appello. Il 14 maggio una classe di 23 alunni/e e i loro sei accompagnatori, tra cui Maria Giovanna e il vice-sindaco di Castenaso, sbarcano a Napoli, portando con sé,  oltre ai necessari armamentari scenici, la mitica valigia di cartone.

E finalmente il 15 maggio … il grande giorno, lungamente atteso!

Italia fa il suo ingresso nella bella sala messa a disposizione dal Liceo Genovesi. Splendida e splendente, visibilmente commossa, al pari di tutti noi, che la cingiamo in un lungo applauso. E poi e poi … le foto, le interviste, le presentazioni dei rappresentanti delle istituzioni presenti e dei promotori/organizzatori dell’evento – tra cui la scrittrice Viola Ardone, che aveva dato la propria disponibilità per un tempo limitato, ma che poi rimarrà fino alla fine, rapita dallo spettacolo offerto dai giovanissimi attori. In un susseguirsi fluido di scene a voci variabili, accompagnate e intervallate da immagini, suoni, filmati, le storie di Imelde e di Italia, del fratello e del cugino di Imelde, partigiani caduti in battaglia per la libertà di tutti noi, con il suo portato di gioie e di dolori, si dipanano davanti ai nostri occhi ammirati, commossi, penetra e riscalda i nostri cuori.

Ma non basta.

Anna Coppola, presente alla rappresentazione, invita tutti a casa sua per una merenda corroborante nel pomeriggio. Anna Coppola (“ ‘a Paz”, per i suoi compaesani di S. Antonio Abate – “Sono nata a La Paz, sono boliviana”, chiosava lei con ironia!) non ha mai smesso di nutrire e cercare di realizzare i suoi sogni, dapprima insieme a Mario – ingegnere aerospaziale all’agenzia europea Estec e mancato astronauta, giusto per un pelo! –, adesso con l’aiuto dei suoi due figli tra Napoli e Amsterdam. E nei tranquilli spazi di verde del suo magnifico giardino, per molti versi inimmaginabili in una città caotica come Napoli – non per niente si chiama “Il Giardino Segreto” -, le ragazze e i ragazzi hanno sciamato in libertà, si sono rifocillati con i dolcetti e i taralli offerti dalla nostra associazione, i loro accompagnatori si sono rilassati e si sono aperti, svelando ulteriori aspetti delle loro personalità, ricche di umanità e di solidarietà attiva.

Questa storia finisce qui per il momento … con un’immagine che resterà per sempre nei nostri occhi e nei nostri cuori: bambine e bambini che ballando nel verde cantano le canzoni di un’Italia che non c’è più e che noi tutti vorremmo ricomparisse, come quella bambina, ora splendida signora ottantenne, che porta il suo nome.

Grazie ragazze, grazie ragazzi, grazie Silvana, grazie Maria Giovanna, grazie a tutti coloro che hanno reso possibili questi bellissimi momenti.

Vincenzo Russo

  

 

 

 

 

 

 

 

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